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da RUMePERA » 10.01.10 - 19:21
Juve-Milan, sale la febbre - Con formazioni obbligate
Le scelte di Ferrara e Leonardo condizionate dall'infermeria. Al bianconero resta il dubbio tra Grosso e De Ceglie sulla fascia sinistra in difesa, più improbabile un colpo di scena che porti Del Piero a sostituire Diego. Leonardo va avanti col tridente d'attacco Beckham-Borriello-Ronaldinho
TORINO, 10 gennaio 2010
Fuori i secondi. O meglio, la seconda della classe. Dovrà venir fuori dall’imminente sfida di stasera:Juventus-Milan, in pieno conto alla rovescia. Chi vince si propone come prima candidata a contrastare lo strapotere dell’Inter. Ma la classifica, che parla di un punto in più e di una partita in meno, racconta di un’opportunità soprattutto per il Milan, che arriva alla gara dell’Olimpico messa meglio sia come risultati che come forma, fisica e morale. Ma anche la Juve ha un’opportunità, dopo il "brodino" rappresentato dalla vittoria risicata di Parma, che ha messo fine a una serie inquietante di risultati negativi inframmezzati solo dallo squillo con l’Inter: ha la possibilità di uscire definitivamente dalla crisi, dimostrando di essere un paziente ormai guarito. E soprattutto salvando Ferrara, cui il Cda bianconero ha concesso due partite, quella del Tardini e, appunto, questo posticipo della 19a giornata del girone d’andata, l’ultima prima del giro di boa del calendario, per rimanere aggrappato alla panchina.
FORZA CONTRO TECNICA — Proprio Ferrara ieri in conferenza stampa ha invocato una Juve caparbia, che sappia annullare il gap tecnico con i rossoneri attraverso il carattere e l’atletismo. La scorsa stagione ci riuscì: la Vecchia Signora, che sembrò fresca come una ragazzina, demolì la vecchia guardia del Milan sul ritmo, e si impose 4-2 in questo stesso stadio. La differenza la fecero la potenza di Chiellini, Sissoko e Amauri, il cambio di passo di De Ceglie e Marchisio. Ma da allora sono cambiati tempi e interpreti. La Juve aveva dal 1’ Mellberg, Molinaro e Marchionni, ceduti, Nedved, che ha smesso, Momo, in Coppa d’Afica, e Del Piero, annunciato in panca. La verità è che stasera la differenza per i bianconeri dovranno farla i brasiliani, finora deludenti. Melo, Diego e Amauri. Ma la "sciabola" sarà una tattica obbligata, con una mediana operaia formata da Felipe e Poulsen. Il Milan rispetto alla sfida di Torino dello scorso campionato ha fatto un lifting, riuscito. Ci sono solo tre nomi comuni, tra quelli che lo speaker leggerà prima del fischio d’inizio: Ambrosini, Pirlo e Ronaldinho. Ora sulle fasce corrono i muscoli giovani di Abate e Antonini, e davanti c’è la fisicità di Borriello. Insomma, quanto dovrebbe bastare, visto anche l’Ambrosini straripante di questi tempi, per tenere botta sul piano fisico. Poi la differenza la dovrà fare la fantasia, la dottrina predicata da Leonardo. Quella di Pirlo, Dinho e Becks.
FORMAZIONI — Scontate. A Ferrara e Leonardo sarebbe piaciuto scegliere, ma la formazione l’ha fatta soprattutto il medico. A entrambi manca mezza squadra. In casa bianconera un solo dubbio: i piedi morbidi di Grosso o l’esplosività atletica di De Ceglie da terzino sinistro. Del Piero non parte titolare, a meno di improbabili sorprese. L’investimento Diego non può essere già rinnegato, e Ferrara non se la sente di mettere dentro due punte più il fantasista brasiliano. Nel Milan Beckham ancora schierato nel tridente avanzato, con Ronaldinho e Borriello, a segno sei volte nelle ultimi otto giornate di campionato.
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