Padoin
Inviato: 31.01.12 - 11:26
LA SCHEDA
31. GEN, 2012
Fonte: http://www.uccellinodidelpiero.com/simo ... la-scheda/
(di Giulio Gori)
Simone Padoin si presenta alla Juventus con un interessante biglietto da visita. Durante la sua breve esperienza all’Atalanta, fu proprio l’attuale mister bianconero a tessere gli elogi di «San Padoin»: «Gli ho detto “te manca che te metto in porta e poi siamo a posto” – spiegò Antonio Conte alla stampa – San Padoin… perché è un ragazzo veramente bravo, che secondo me farebbe comodo anche a una grande squadra, perché comunque è un giocatore intelligente, è un giocatore duttile, è un giocatore tattico, che dove lo metti sta zitto, pedala, è uno che sta sempre sul pezzo».
La storia di Simone Padoin, del resto, si intreccia a filo doppio con quella bianconera. Fu contro la Juventus che questo ragazzo di neppure 23 anni si segnalò al grande calcio: il 10 febbraio 2007, in serie B, in un Vicenza-Juve finito 2-2, fece letteralmente impazzire Birindelli con affondi in velocità sulla fascia sinistra, cross e dribbling di splendida fattura, diventando protagonista della grande rimonta dei biancorossi nella partita del Menti. Alla fine della stagione 2009/10, invece, partecipò da aggregato ai bianconeri alla tournée nordamericana in cui, agli ordini di Zaccheroni, scese in campo con buone prestazioni contro i Red Bulls e la Fiorentina.
BIOGRAFIA - Simone Padoin nasce a Gemona il 18 marzo 1984. Dopo essere cresciuto in Friuli ed essersi segnalato come ala sinistra di talento, si trasferisce a Bergamo, sponda Atalanta, a 17 anni. Qui si aggrega alla primavera fino a quando nel 2003 viene ceduto in comproprietà al Vicenza, dopo essersi tolto la soddisfazione di vincere da titolare un Europeo Under 19 (assieme a compagni come Chiellini, Pazzini, Aquilani e Palladino). Con i biancorossi diventa subito titolare, specie dopo che mister Maurizio Viscidi ne scopre la duttilità, impiegandolo come terzino sinistro. Anche con Camolese, poi, i compiti di Padoin rimarranno prevalentemente difensivi. Nel 2006, però, con l’arrivo di Gregucci sulla panchina del Menti, il ragazzo torna nel suo ruolo di gioventù ed è proprio nella citata partita contro la Juventus a segnalarsi come giovane di sicura prospettiva, grazie a doti tecniche e una rapidità degne a giudizio di molti della massima serie.
L’Atalanta riporta a casa il suo talento e dopo pochi mesi decide di riscattarlo definitivamente, viste le sue ottime prestazioni. Delneri apprezza molto le qualità di questo brillante tornante di sinistra, dai piedi buoni ma dal piglio operaio. E ne ammira ancora di più le doti quando, chiamato a tappare i buchi di qualche defezione, lo scopre centrale di centrocampo del suo 4-4-2. Da allora Padoin, pur con qualche saltuaria capatina sulla sua fascia di provenienza, diventa una colonna portante del centrocampo dei nerazzurri, restando titolare con tutti gli allenatori che da allora si sono avvicendati sulla panchina dell’Atleti Azzurri d’Italia: Delneri, Gregucci, Conte, Bonacina, Mutti e Colantuono.
CARATTERISTICHE TECNICHE - Confidenza con entrambi i piedi, corsa e duttilità, più sostanza che fronzoli: sono le caratteristiche per cui Simone Padoin si segnala. Nel suo ruolo naturale, quello di tornante di sinistra, il neojuventino si distingue per la propensione a seguire tracce esterne e a coprire tutta la lunghezza del campo con ripiegamenti profondi e il costante sostegno all’azione offensiva della squadra. Si tratta di un tornante classico, inteso come centrocampista, con l’abitudine a puntare l’avversario, correre verso il fondo e eseguire cross di ottima fattura; ma anche, all’occorrenza, a eseguire ottime diagonali difensive. Meno adatto sembra invece a ricoprire il ruolo di attaccante esterno, o comunque di esterno offensivo in un 4-2-4. Del resto, una delle molte ragioni del fallimento di Antonio Conte a Bergamo fu proprio la mancanza di ali con le caratteristiche tipiche degli attaccanti esterni: Padoin, infatti, fu usato dal tecnico bianconero come centrale di centrocampo (che a sinistra gli preferiva il più offensivo Valdes), proprio perché alla sua capacità di trovare il fondo e di crossare con facilità, non corrispondeva un’altrettanta confidenza con le tracce interne e col taglio da sinistra verso il centro e relativo tiro di destro. Oltretutto Padoin, se nella serie cadetta aveva manifestato grandi capacità di dribbling, in serie A si è dovuto scontrare con un livello tecnico superiore, in cui le sue doti sono apparse decisamente più “normali”. Resta tuttavia il fatto che il giocatore possiede un ottima capacità di spostare il pallone con il piede sinistro per aggirare la figura del difensore avversario, per poi crossare immediatamente e sempre col sinistro, in modo tale da impedire il recupero dell’avversario; per capirsi, si tratta del giochetto “tocco di esterno-cross immediato”, che abbiamo potuto apprezzare in Juventus-Udinese ad opera di Estigarribia, sul cross che ha portato al primo gol. Rispetto a El Chelo, Padoin ha del resto una maggiore rapidità sul breve, che gli permette di affondare con grande facilità.
Ma il neobianconero è ormai considerato un centrale a tutti gli effetti. I piedi abbastanza buoni per un tornante diventano molto buoni in un raggio d’azione arretrato di una ventina di metri; e oltretutto il ragazzo, ora quasi 28enne, dà prova di grande intensità, grazie a un’ottima resistenza e a un senso tattico e una costanza di rendimento sorprendenti in chi nasce tornante. Le caratteristiche sono più quelle di una mezzala che di un regista, vista sia la sua rapidità di corsa, sia la predilezione per il passaggio breve rispetto al lancio lungo, ma Padoin ha comunque dimostrato di trovarsi bene in mezzo a un centrocampo a quattro, manifestando una completezza che gli consente di partecipare alla manovra di impostazione senza imbarazzi, ma anche di fare da «cane da caccia», ovvero da incontrista che corre e ruba palloni. Del resto, anche se non è stato possibile osservarlo ad alti livelli, non va dimenticato che ha giocato a lungo anche terzino. Oltretutto, quest’anno il suo modo di interpretare il ruolo di centrale si è evoluto in considerazione della coabitazione con Cigarini: con accanto un regista puro, Padoin ha dovuto reinventarsi incontrista e rubapalloni altrettanto puro, dimostrando ancora una volta grande capacità di adattamento.
GIUDIZIO - Padoin arriva a Torino a 28 anni, con nessuna ambizione di fare il titolare in un centrocampo di assoluti talenti. Ma con, dalla sua, la stima di Antonio Conte e la consapevolezza di poter far molto comodo, vista la sua eccezionale duttilità. Padoin alla Juve è un giocatore assai indicato per sostitutire Vidal e Marchisio, con una predilezione per il ruolo di mezzala sinistra. Completo e veloce, sembra invece meno adatto (ma niente affatto inadatto) a sostituire Pirlo in un ruolo che richiede caratteristiche di regista puro, visto che i lanci e i cambi di fronte non sembrano essere parte del suo repertorio. E’ ipotizzabile che in caso di assenza dell’ex milanista, possa essere Vidal a farne le veci, lasciando spazio a Padoin al suo fianco. Difficile ipotizzare l’impiego del neo acquisto da terzino puro, vista la scarsa esperienza; improbabile l’utilizzo come esterno alto nel caso di un ritorno al 4-2-4; mentre invece sarebbe molto indicato per il ruolo di esterno sinistro, in sostituzione di Estigarribia, nel 3-5-2. Insomma, con la scoperta di Giaccherini nel ruolo di mezzala, Padoin va a sopperire definitivamente a una carenza numerica in mezzo al campo. In prospettiva, Conte lo metterà più spesso a guardare le partite che a giocarle, ma ha la sicurezza di avere tra le mani un elemento affidabile su cui contare in caso di necessità, oltretutto, quasi in ogni ruolo. E, chissà, magari scopriremo che se la cava anche in porta…