Ora è arrivata anche l'ufficialità da parte della società.
Nonostante il comprensibile scetticismo iniziale, largamente diffuso tra tifosi e addetti ai lavori, auguriamo al nuovo Mister un buon lavoro.
Allegri sarà legato alla società bianconera con un contratto biennale da 2 mln a stagione più eventuali bonus.
La carriera di allenatore di Massimiliano Allegri presenta una grossa anomalia: il tecnico, pur essendo partito dalle categorie inferiori, non ha mai allenato nella cadetteria. Dopo la splendida stagione sulla panchina del Sassuolo in C1, riportato in Serie B nella stagione 2007/2008, viene infatti ingaggiato dal Cagliari di Cellino in serie A, dove confeziona un'ottima stagione in cui sfiora la zona Uefa. Inizia alla grande anche nella successiva, prima di dover fronteggiare una crisi di risultati che prelude al divorzio con la società sarda. A fine stagione, il suo approdo sulla panchina del Milan (2010/2011).
Il passaggio ai rossoneri segna anche un punto di svolta nella sua carriera da allenatore: l'impronta delle sue squadre, precedentemente più offensiva (con il Cagliari 105 gol in due campionati), slitta verso un ideale di calcio più pragmatico, volto alla ricerca di una maggiore solidità di squadra, sempre sulla base di uno stesso credo tattico abbastanza lineare.
Il suo modulo di riferimento, sin dall'esperienza cagliaritana, è il 4-3-1-2
Nelle due stagioni in rossoblù si avvalse della verve di Cossu, molto prezioso tra le linee, per collegare il duo offensivo (composto dalla classica seconda punta, Jeda, e da una prima punta a rotazione tra Acquafresca, Matri e Larrivey - il secondo anno alle rotazioni si aggiunse anche Nenè e Matri si guadagnò il posto da titolare) al trio di centrocampo, in grado di fare con buoni risultati entrambe le fasi nonostante un tasso tecnico non eccelso.
I frequenti inserimenti dei centrocampisti venivano supportati dalla costante spinta dei terzini.
Squadra molto compatta e calcio tutto sommato gradevole, grazie ad un impianto di gioco ben costruito.
Nell'esperienza rossonera, nonostante la possibilità di disporre di elementi di maggior qualità in mezzo al campo, Allegri (continuando a privilegiare il 4-3-1-2) ha finito per accantonare elementi del calibro di Pirlo e Seedorf in favore di una mediana più solida e meno ariosa: anche in virtù di questa scelta, faticava a trovare un terzetto base da proporre con continuità.
Anche nel ruolo di trequartista Allegri non ha mai trovato il suo elemento di riferimento, anche a causa dell'assenza di un vero numero 10 in squadra.
Nonostante l'inaridimento della qualità del gioco, Allegri ha conquistato nella prima stagione lo scudetto anche grazie al fondamentale contributo di Ibra e T. Silva, i due perni di quella squadra. Lo stesso Ibra ha finito per modificare il modo di disporre in campo la squadra di mister Allegri: lo svedese perno offensivo, svilito il ruolo di spinta dei terzini o quantomeno ridimensionato e frequenti le soluzioni a scavalcare il centrocampo, con Ibra in grado di accentrare ogni manovra offensiva e favorire l'inserimento dei centrocampisti (da ricordare il feeling con Nocerino, autore di una grande stagione dal punto di vista realizzativo). La grande importanza dello svedese nello scacchiere del tecnico toscano dimostra la sua predilezione per le punte in grado di fare reparto da sole, tendenza già dimostrata con la valorizzazione di Matri nella seconda stagione cagliaritana.
Come trequartista Allegri ha alternato Boateng, Seedorf e Robinho, diventato nella seconda parte di stagione l'altro elemento cruciale dell'undici milanista: in grado di basculare tra la posizione di rifinitore e quella di seconda punta, ha garantito spesso qualità nell'ultimo passaggio, spesso punto debole nella manovra di quel Milan.
Nella stagione successiva e ancor più nello scorcio della scorsa l'aumento del rendimento di Boateng prima e l'esplosione di El Shaarawy poi hanno costretto Allegri a rivedere la sua fino a quel momento granitica disposizione tattica: entra quindi in gioco il 4-3-3, modulo fino a quel momento poco utilizzato dal tecnico toscano. Sin da subito però Allegri dimostra uno scarso feeling con questa disposizione tattica, nelle sue intenzioni atta a valorizzare la corsa del faraone sull'esterno dell'attacco (giusta considerazione) e la fisicità del ghanese come falso nueve (intuizione questa meno felice).
Manca il lavoro di raccordo del trequartista, suo punto fermo, e viene a crearsi un'eccessiva distanza tra i rapporti che porta ad escludere le mezzale dall'impostazione del gioco, già per loro caratteristiche poco avvezze a farlo.
La partenza di Ibra ha riportato il calcio di Allegri ad una dimensione più simile al suo credo tattico originario, mutuato però ormai verso la direzione di una mediana con 3 portatori di legna, con una rinnovata partecipazione alla manovra dei terzini (in particolare Abate, spesso e volentieri a supportare l'azione nella metà campo avversaria).
Alla luce di questa analisi, viene da pensare che l'assetto tattico della Juventus di Allegri possa, almeno inizialmente, variare tra il 352 classico bianconero delle ultime due stagioni (con il quale il tecnico ha promesso continuità nella prima conferenza stampa) e il 4312, modulo a cui il tecnico è molto legato.
Escluderei a priori il 433, sia per le ragioni sopra citate in relazione alle esperienze pregresse di Allegri, sia per l'assenza nella rosa bianconera di veri esterni offensivi.
Tenderei però a non caricare di troppa importanza le prime dichiarazioni di Allegri sul 352: con l'arrivo di Evra la Juventus avrebbe già una eventuale coppia di terzini titolare da schierare nella linea a 4, ed un eventuale acquisto di un nuovo centrale difensivo da affiancare a Barzagli o Chiellini (che sarebbe anche la prima riserva nel ruolo di terzino sinistro) potrebbe facilmente orientare il tecnico toscano verso una linea a 4, che immagino sia comunque il tacito obiettivo da lui prefisso.
Se una coppia d'attacco ben collaudata già esiste, la vera perplessità riguarda la figura del trequartista, che ad oggi nella rosa bianconera non esiste. L'indiziato numero 1 a ricoprire quel ruolo, nel caso di 4312, sembra essere Claudio Marchisio, per caratteristiche. Ma a questo punto non escludo che Allegri possa espressamente richiedere un investimento in quella zona del campo, ove decidesse di puntare con decisione a schierare il suo modulo preferito.