Liverani presenta Ballardini:"E' un allenatore serio e capace..vi divertirete"
Fabio Liverani, regista della Lazio dal 2001 al 2006, presenta Davide Ballardini, neo allenatore biancoceleste. Da oggi comincia la sua era nella Capitale.
Come vede questa scelta?
«Ottima. E’ un allenatore serio, capace e che riesce, pur lavorando tanto, a far divertire i giocatori e la gente che segue la squadra. E’ davvero in gamba, però ci terrei a dire una cosa...».
Prego.
«Delio Rossi non meritava di essere trattato in quella maniera. In quattro anni ha portato avanti un gran lavoro e poi quest’anno ha vinto la coppa Italia, non una cosa da poco, soprattutto per la Lazio. Avrebbe meritato un addio diverso».
Che differenza c’è tra i due?
«Sono entrambi molto silenziosi, ma gran lavoratori sul campo, a livello quasi maniacale, nel senso che studiano ogni dettaglio. Sono stato bene con tutti e due, magari con Delio a livello personale c’era più dialogo, ma questo non vuol dire nulla».
Di Ballardini si dice che sia un sergente di ferro.
«Una vera sciocchezza, anzi è una persona con cui si può parlare. Molto simpatica, anche. Ti fa capire le cose in modo semplice e chiaro. All’esterno con quegli occhiali scuri e l’aria da imbronciato può dare un’impressione diversa».
Che consigli si sente di dargli sull’ambiente romano?
«E’ una piazza dove deve stare attento, molto anche: gli auguro di partire con il piede giusto. Se ci riesce, allora saranno tutte rose e fiori, almeno credo. Se lo merita».
Diceva prima che riesce a far divertire.
«Ci sarà una novità che darà subito una bella impressione ai miei ex compagni. Sin dal primo giorno, ma anche in seguito, Ballardini è uno che fa lavorare tanto con il pallone e questo renderà il primo approccio meno pesante. Fondamentale».
Poi?
«Durante la settimana e soprattutto durante la partitella tattica, almeno rispetto a Rossi, fa lavorare parecchio il suo staff, di cui si fida molto. Lui, si metterà lì, a bordo campo, silenzioso, mentre Regno, il suo vice, coordinerà la squadra. Poi deciderà tutto lui».
Dal punto di vista tattico?
«4-3-3 o 4-3-1-2, magari Foggia potrebbe essere il primo trequartista o giocare sull’esterno. Vedo bene Rocchi e Zarate con lui. I suoi dogmi sono: squadra corta, andare a pressare la palla nella metà campo avversaria, non il contrario perché si arrabbia; verticalizzare sempre e comunque il gioco. Bada più ai suoi giocatori che agli avversari».
