La conferenza stampa di Leonardo

L’esordio della conferenza stampa, a poche ore dal sorteggio di Montecarlo, non poteva che essere sul destino che ha messo davanti il Milan e Kakà. Leonardo ha risposto, ma tenendo ben presente il fatto che l’appuntamento più importante e imminente è quello del derby: "Sarà un’emozione bellissima da vivere, quella dell’appuntamento con il Real Madrid, in Champions League. Giochiamo contro squadra che ha speso tanto, ma non bisogna perdere di vosta le altre due squadre: il Marsiglia è in crescita ed è una squadra che fa bene in Champions, poi lo Zurigo che conosciamo… Ora, però, è meglio pensare al derby!".
Chiuso rapidamente il capitolo Europa si è passati alla prossima avversaria, l’Inter: "E’ un derby che arriva molto presto, credo sia la prima volta che si giochi alla seconda giornata. La concentrazione non cambia, perché e’ un capitolo a sè, speciale. Questa partita quando arriva arriva e da li si costruisce la sintonia giusta. Il percorso che abbiamo fatto fino ad ora ci porta con fiducia alla partita. La crescita negli ultimi giorni c’e’ stata. Ci misuriamo con la squadra che ha vinto negli ultimi 4 anni. Per questo non possiamo non avere stimoli.
La vittoria è conseguenza di tante cose. Siamo in crescita e si può vedere in campo. Credo che come ci stiamo comportando, in tutti i sensi, porti a buoni risultati. E’ su questo che dobbiamo basarci".
In modo specifico, sulla formazione nerazzurra Leonardo ha detto: "Forse l’Inter ha più certezze, viene da diversi anni di supremazia, dove in campionato domina. Ha fatto la sua base così, con la forza fisica. Noi negli ultimi anni abbiamo fatto un po’ di fatica in Italia e stiamo cercando di ripartire con un altro tipo di gioco. Se si pensa ad un favorito è normale pensare all’Inter. Non credo che si tratti di un derby più povero, perché il derby è il derby e anche senza Kakà e Ibra è sempre una grande partita.
La cosa che più mi preoccupa oggi è il modulo che possono schierare loro. Hanno davvero tante possibilità di sistemare i giocatori come vogliono. E’ una squadra imprevedibile. Da Zanetti a Santon, da Stankovic a Balotelli…insomma tutti giocatori che possono giocare, non giocare, avere un ruolo, piuttosto che un altro. Da noi non credo che la zona debole sia quella dei terzini. Il nostro gioco, inizialmente, doveva essere un altro, con i tre attaccanti e con tre centrocampisti. Poi le cose sono cambiate per diverse ragioni e siamo tornati ad avere il modulo più usato in casa nostra. Noi dobbiamo pensare e puntare a noi e ai nostri meccanismi".
La parte tattica, nella gara di domani, sarà molto importante e su questo Leonardo ha detto: "L’Inter e il Milan quando si confrontano, al di la del risultato precedente o dello stato di forma o dell’arrivo di un giocatore possono dare vita a qualunque tipo di soluzione, può succedere di tutto. Non lo dico per diplomazia. Loro non so come possano giocare, hanno tante soluzioni a disposizione. Poi Mourinho cambia anche spesso durante la partita. Propone tante soluzioni nell’arco dei 90 minuti. Hanno tante alternative e l’importante è sapere che le possono usare".
"Se dico che non ho pensato che domani sera potrei essere a 5 punti direi una bugia. Ma sarebbe presto comunque. In Italia è troppo importante la continuità; quella di domani è solo una tappa e la corsa è lunga. Alla luce di questo ragionamento dico che nel calcio di oggi è anche diventato importante vincere giocando male.
L’Inter sta cambiano pelle, anche per il fatto che fino all’anno scorso c’era un giocatore come Ibra che permetteva di mettere sopra al centrocampo molti palloni. Ora stanno mutando questo atteggiamento. Dal canto nostro credo che il Milan sia sempre stato con la mentalità della squadra elegante, in grado di far girare il pallone e questa deve sempre essere la nostra filosofia".
Dopo tutto ciò che è stato detto e scritto, poi, non poteva che emergere anche il discorso sul suo rapporto con il Presidente Berlusconi: "
Con il Presidente si parla di tutto davvero. E’ spesso con noi, se non c’è lo sento al telefono. Su Ronaldinho dico che lui ha fatto tutti questi ruoli, Pato prima punta deve crescere, ma lo può fare. Credo che la base, condivisa con lui, è l’attacco con due punte. Io la sento una soluzione mia. Poi ci sono partite avversari e momenti contro i quali provare e tentare altre soluzioni. Se mi trovo qui è perché tutti sanno tutto. Parlare di ciò che pensa lui lo ritengo normale, perché è una persona pubblica. Lui dice certe cose pensando alla forma dei giocatori sempre al 100%, ma poi ci sono le mie valutazioni di tutti i giorni. Ho chiesto io a lui di essere più vicino possibile, perché credo che sia importante. Di tutto ciò che ha detto il Presidente, anche dei vari ruoli dei giocatori e degli acquisti, abbiamo parlato ore e ore al telefono, non c’è nulla di nuovo. Non sono cose nuove, perché sia io che la squadra sappiamo i contenuti di questi discorsi e di questi pensieri. Tutto ciò che viene pubblicato sui giornali lo prendo per vero, ma non del tutto, perché io confido in quello che sento con le mie orecchie. Le sue parole su Kakà, in merito al fatto che il calcio non l’ha inventato lui? Non credo che siano vere, perché so che ha grande stima per lui".
Questa, invece, la parte dedicata alla sua professione…sull'essere allenatore: "La parte più difficile e’ quella delle scelte, soprattutto quando vedi l’impegno di tutti, che stanno bene. La cosa importante, la cosa che cerco, e’ avere le risposte giuste dai giocatori. Quello che cerco di stabilire e’ la sincerità dei rapporti. La verità difende. Anche se capisco che non sempre potrò essere compreso. Il rapporto sincero e diretto lo trovo fondamentale.
Organizzazione, attenzione e concentrazione sono le caratteristiche che vorrei vedere come a Siena. E’ stata una partita positiva, quella. Ora, però, si gioca in casa, il derby, davanti al nostro pubblico…ci vuole qualcosa in più.
Il momento del calcio mercato è passato. Ora non è più quel momento, ma di giocare e di fare bene. Valutare quello che la squadra può fare adesso, con questi elementi".
"Tengo a dire che su tutto ho sempre dei dubbi. In ogni momento della giornata cerco di capire e di carpire qualcosa dai miei interlocutori. C’è sempre il 90% di certezze e il 10 da cambiare. E’ un modo anche per crescere".
"La lettura iniziale del campionato può cambiare nel tempo. Stiamo parlando di una sola giornata. Più avanti può accadere che chi sia favorito venga estromesso, chi ora è meno considerato può crescere e entrare nei pensieri di chi può essere favorito".
Un capitolo a parte, il mister rossonero, lo ha dedicato a Paolo Maldini, che domani sarà allo stradio, negli spogliatoi: "A Maldini non dobbiamo trovare un posto. Lui ha un posto quando e dove vuole. Se io dovessi averlo vicino sarei solo onorato. Lui, come Baresi, non può non avere un posto nella società. Sono la storia del Milan".
Prima di chiudere, poi, Leonardo ha parlato di due giocatori in particolare, Ronaldinho, Huntelaar e Flamini: "Ronaldinho ha fatto tutti gli allenamenti della settimana bene. Non solo lui, ma tutta la squadra. Sia a livello fisico che a livello tattico.
Huntelaar non ha potuto giocare a Siena per la squalifica. E’ un giocatore con una tecnica importante, intelligente, lineare, obiettivo. Ha una potenza e una precisione incredibili. In zona di conclusione è davvero forte.
Flamini ha già fatto il terzino, lo può fare ancora. Ha caratteristiche fisiche e atletiche che gli permettono di farlo. Certo, non per tutta la fascia. Oggi sta molto bene, ha fatto una grande preparazione, un’ottima gara a Siena e sono contento".