L'agente di Ibrahimovic: 'Quando Zlatan mi disse: portami a Napoli'
Ibrahimovic è il fenomeno dell’Inter e il giocatore più pagato d’Europa: 11 milioni di euro all’anno. Ma anche uno come lui ha un rimpianto: non aver indossato la maglia azzurra. «Quante volte mi ha detto: Mino, portami a Napoli». La rivelazione è di Carmine Raiola, detto Mino, 41 anni, campano di Angri - come riferisce "Il Mattino" -. È il grande capo della Sportman, sede a Montecarlo e uffici di rappresentanza in Brasile, Olanda e Repubblica Ceca.
È il procuratore dei fuoriclasse: tra i suoi assistiti Ibrahimovic e Nedved. «Come nasce la passione di Zlatan per Napoli? Ha giocato una sola volta al San Paolo, tre anni e mezzo fa, quando Ciro Ferrara diede l’addio al calcio. È stato conquistato dallo stadio e dalla passione della gente: ha il cuore caldo ed ecco perché crede che quella sia la piazza ideale».
Ma sarebbe possibile vedere Ibra, un fenomeno super pagato, nel Napoli? Sorride Raiola: «Solo Ibrahimovic può portar via Ibrahimovic dall’Inter». Raiola, appena rientrato da una missione in Brasile, sarà domenica al Meazza. Con il cuore diviso a metà. Perché Ibra sfida la squadra per cui tifa la famiglia del manager. «Papà, tornato anni fa in Campania, ha una grande passione per il Napoli: partiva spesso dall’Olanda per seguirlo nelle trasferte al Nord».
A due anni il piccolo Mino con il padre Mario e la madre Annunziata Cannavacciuolo emigrò ad Haarlem, dove i suoi aprirono un ristorante. «C’era anche zio Antonio, che aveva nel portafoglio la foto di Maradona e non quella dei figli: quanti litigi con gli olandesi per il calcio e per il Napoli, a volte li sbatteva fuori dal locale». La famiglia ha lavorato bene, creando una catena nel settore della ristorazione, però Mino si è dedicato al calcio.
«Giocavo bene, mi chiamavano il piccolo Rivera... A 21 anni mi infortunai, abbandonai gli studi in giurisprudenza e diventai dirigente dell’Haarlem. Non c’erano internet e la parabola, seguivo il calcio italiano con tutti i mezzi possibili: la Gazzetta arrivava ogni due giorni, mi facevo spedire le videocassette delle partite con i camion che trasportavano pomodori e mozzarelle in Olanda.
Poi, da dirigente e da tifoso del Napoli, proposi un affare a Ferlaino: se fosse entrato nell’Haarlem, avrebbe potuto acquistare a prezzi molto bassi i più importanti giocatori olandesi, grazie a una particolare norma del regolamento federale. Niente da fare. Anni dopo, nel 1992, l’ingegnere si interessò a Bergkamp: la trattativa non andò avanti. Da ragazzo ero tifoso del Napoli, ma la passione un po’ si affievolì per tante promesse non mantenute», spiega Raiola, che parla nove lingue.
Si definisce «campano orgoglioso» il manager dei campioni ricchi. «Nedved era il più pagato in Italia già ai tempi della Lazio, ma non è questo che a me interessa. Ai calciatori ho sempre detto: pensate a giocare, per i contratti ci sono io». Raiola ha conosciuto Ibrahimovic quando aveva 18 anni ed era un talento dell’Ajax. «Non gli giravo intorno. Sapeva che ero l’agente di Maxwell e mi chiese di rappresentarlo.
Tra noi c’è un rapporto straordinario. Fortunato ad essere il procuratore di Ibra? Ogni giocatore ha il procuratore che merita», dice Mino. Per un breve periodo ha assistito un campione del Napoli. «Hamsik, poi lasciai perdere per un problema con Corioni, il presidente del Brescia. È fortissimo, quel ragazzo: quante volte l’ho suggerito alla Juve e all’Inter». Con Marino pochi rapporti. «Segue la sua strategia, rivolta al mercato sudamericano. Da campano sono felice che il Napoli sia tornato al vertice.
Fare calcio al Sud è difficile: se la società fosse al Nord, sarebbe grande come Real Madrid o Manchester United». Domenica Ibra contro il Napoli. «Papà Mario, che faceva anche quindici ore d’auto da Haarlem a Brescia o Milano per gli azzurri, avrà il cuore in gola. E mio figlio Mario jr, juventino doc, tiferà stavolta per Ibra: un dispetto al nonno».
napolimagazine.com
Che coppia che sarebbe stata Ibrahimovic-Lavezzi

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