Donadoni "Il mio Napoli formato Europa"

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totti77
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Donadoni "Il mio Napoli formato Europa"

Messaggio da totti77 » 07.04.09 - 15:29

Donadoni: "Il mio Napoli formato Europa"
Donadoni, cosa chiedere a questa sua terza vita?
«Ho avuto tanto da calciatore e mi è stata offerta la possibilità di essere il Ct della Nazionale italiana. Ma le am­bizioni restano e il desiderio di vince­re non si placa mai, mai per nessuno. Anche chi insegue una salvezza pensa spesso a quello che potrà realizzare in futuro. Io, per ora, studio questo Napo­li, ma è chiaro che guardo oltre. Voglio vincere e non restare uno qualunque».

Per un bergamasco- milanese cosa rappresenta Napoli?
«Non mi poteva capitare una piazza più calda e più passionale, uno dei club più stimolanti. Sono orgoglioso di esse­re qui. L’impatto è stato favorevolissi­mo e il rapporto con De Laurentiis è andato immediatamente ben al di là dell’aspetto professionale. Ho trovato una società che funziona e una squa­dra che Marino ha attrezzato con com­petenza, con giovani di qualità e di si­curo spessore, tanto per confermare che è possibile essere lungimiranti ovunque».

Lavezzi ed Hamsik sono degli intoc­cabili?« Giocatori di assoluta importanza, pezzi che il Napoli si è assicurato gio­cando d’anticipo sui concorrenti. Uo­mini che tracciano una scia sulla qua­le continuare: sarà quello il livello di calciatori da inseguire, senza però di­menticare che l’intero organico abbon­da di talenti e di gente affidabile».

Facciamo i nomi, allora.
« Posso cominciare con il dire che perdere Maggio e Gargano ha rappre­sentato un pregiudizio rilevante. Ma in questo mese di lavoro sono stato sor­preso da uomini che conoscevo di me­no e che invece si sono rappresentati in maniera differente da quella che avevo immaginato. Cannavaro, ad esempio, mi ha indotto a darne una va­lutazione assai più ampia, perché vi­sto da vicino non è per niente macchi­noso, ma uno splendido atleta. E Con­tini sta dimostrando affidabilità. Men­tre Santacroce deve semplicemente crescere. Ma a Genova, tanto per cita­re l’ultima gara, Pazienza ha stupito e Zalayeta e Denis, gol a parte, si sono presentati con lo spirito giusto».

Genova, Sampdoria, dunque Cassa­no...
«Antonio l’ho trovato persino eufori­co e la sua accoglienza è stata caloro­sa, una manifestazione d’affetto che mi ha gratificato. Io con lui ho avuto un ottimo rapporto e nessun tipo atteggia­mento diverso, rispetto a quello riser­vato agli altri calciatori. Ci siamo capi­ti d’istinto, ci siamo presi in maniera diretta. Cassano è il calciatore ideale per qualsiasi allenatore, che in blucer­chiato ha trovato l’ambiente ideale per esprimersi. E’ un calciatore di gran­dissimo livello».
Tre partite, tre pareggi, tre giorna­te diverse.
«L’emozione più forte è stata quella nell’entrare al San Paolo, una catte­drale, uno degli stadi più importanti, spesso crocevia della mia carriera. Ma i brividi me li ha provocati Pirlo, pri­ma di cominciare la sfida con il Milan, venendomi incontro ed abbracciando­mi in maniera trascinante. La confer­ma di aver costruito qualcosa soprat­tutto sotto il profilo umano».

Allarghiamo i confini: un anno fa era ancora sulla panchina della Naziona­le.
«E’ acqua passata. Io non sono solito voltarmi. Esperienza intensa, che mi ha arricchito moltissimo, che ha accre­sciuto il mio bagaglio personale. Ho conosciuto calciatori nuovi, i migliori in circolazione, e sono migliorato, riu­scendo a smussare alcuni aspetti ca­ratteriali ».

Pensa mai ai rigori con la Spagna?
«Mai. Solo quando mi vengono ricor­dati »

E alla vicenda-contratto?
«Nella maniera più assoluta, mai. Fi­nita in archivio»

Guardare le partite degli azzurri in tv fa pensare che ci sia ancora qualco­sa di Donadoni?
«Credo che qualcosa resista, sicura­mente molti di quei calciatori che era­no con me. Poi poter avere le prime scelte dell’intero panorama, mette chiunque in condizione di decidere se­condo parametri personali».

La Federcalcio s’è fatta viva, dopo l’ingaggio del Napoli?
«Ho ricevuto i complimenti dal pre­sidente Abete».

Dopo quel divorzio, c’erano state al­tre offerte?
«Ne ho lette tante, ma in verità ho ri­cevuto molto meno proposte di quelle che ho ritrovato citato. Quando è arri­vato De Laurentiis, è stato come un ri­chiamo: avevamo avuto contatti perso­nali qualche anno fa, ora invece sono entrati in ballo gli aspetti calcistici ed ho intuito che le valutazioni, da en­trambe le parti, erano fondate su stima reciproca»

La stagione sta finendo: è già scu­detto all’Inter?
«Lo possono perdere solo loro, come ha onestamente ammesso anche Ra­nieri. E’ vero che restano ventiquattro punti a disposizione, ma bisognerebbe veramente farsi del male».

Ma questo Mourinho le piace?
«La premessa è: leggo poco e quindi qualcosa mi sfugge. Lui mi è simpati­co, anche se certe uscite mi hanno la­sciato perplesso e a volte ha dato l’im­pressione di essere poco carino ed educato nei confronti dei colleghi».

Intanto, lei ha un contratto più lun­go dello “Special One”...
« Però per mettere assieme i suoi guadagni me ne serviranno venti­due...» .
L
ei è stato il primo grande acquisto dell’era Berlusconi ed è stato definito da De Laurentiis l’allenatore del pros­simo quinquennio del Napoli: diffe­renze tra i due presidenti?
« Ho conosciuto Berlusconi per un periodo lunghissimo, mentre ho avuto appena modo di far conoscenza con De Laurentiis. Direi che entrambi hanno una spiccata personalità, uomini di ca­rattere. E, d’altro canto, chi decide di acquistare il Napoli e guidarlo, insie­me a Marino, a certi livelli di manage­rialità, deve avere per forza una spic­cata mentalità imprenditoriale».

Ha mai avvertito la possibilità di av­vicinarsi alla panchina del Milan?
« Solo sui giornali c’era questa per­cezione. Ma sino a quando non succe­de, inutile star lì a vagheggiare idee. Il mio sogno, da ragazzo, era giocare con la maglia rossonera. Ora, molto più praticamente, costruire un ciclo lungo qua».

Ancelotti resterà dov’è?
«Dalle frasi di Carlo, che ascolto in tv, direi di sì. E anche il dottor Gallia­ni ha chiarito la vicenda-Leonardo».

La sua prossima impresa: restituire il Napoli agli antichi splendori...
«La storia del club parla chiaro, ma anche in senso negativo. Questa socie­tà è stata rifondata in maniera imme­diata dopo la retrocessione, che è vec­chia appena di cinque anni. Non facile ritrovarsi in A. Ma è chiaro che le tra­dizioni hanno un peso. La prospettiva­Europa è quella a cui ci rifacciamo. Il Napoli di inizio stagione era stato ca­pace di stupire, magari spingendosi ol­tre le proprie possibilità: ma c’è una struttura su cui lavorare».

Di quanti uomini avete bisogno?
« Sarei presuntuoso se dopo un me­setto mi permettessi di dire dove e co­me intervenire. E poi, come sottolinea­to, ho già avuto modo di ricredermi su alcuni calciatori. Con De Laurentiis e con Marino parleremo a tempo debito, confesso che nelle ore in macchina tra­scorse con il dg per venire qua al Cor­riere abbiamo già parlato di mercato, ma di quello della frutta....».

Per ora, dove colloca il suo Napoli?
«E’ in condizione di inserirsi in quel­la cosiddetta seconda fascia. Ma que­st’anno ne sono capitate tante, infortu­ni seri, la squalifica di Mannini, un pe­riodo- no che ha inciso psicologicamen­te. Però al completo questo gruppo può essere - e a ragione - ambizioso assai».

Cercherete una doppia punta da doppia cifra?
«I bomber da doppia cifra sono sem­pre quelli dell’anno prima, poi magari li prendi e vanno male per varie cau­se. Ma Zalayeta e Denis sono buoni giocatori che sto osservando. A Maras­si hanno segnato e trovato la determi­nazione giusta».

Il Napoli di Donadoni come sarà?
« Avrà un’anima, sarà un gruppo, perché io da calciatore ho sempre pe­nsato che si debba ragionare inseguen­do la coesione ed ora che sono allena­tore ho altri mille buoni motivi per continuare a credere in questa teoria. Il sistema poi lo deciderà l’organico: quando ho cominciato mi piaceva il rombo, poi ho utilizzato il tridente ed il 3-5-2».

Di chi è figlio Donadoni?
«Un po’ di Bianchi, un po’ di Sacchi, un po’ di Capello, di Sonetti, di Zacche­roni: è chiaro che c’è in me una misce­la delle esperienze precedenti. Alle quali ho aggiunto le idee del sottoscrit­to»

Ieri, oggi, domani: il Donadoni che per un’ora, a cuore aperto, taccuini spalancati e microfoni aperti si concede al forum del Corriere dello Sport-Stadio ­accompagnato dal dg Pierpaolo Marino, che però preferisce lasciargli la scena - è un uomo a tutto campo, che affronta il suo passato, presente e futuro, passando dall’azzurro della Nazionale all’azzurro del Napoli, senza dribbling e senza rimpianti. La bacheca di casa è una finestra sul mondo che contiene di tutto, scudetti e coppe Intercontinentali, ma intanto l’orizzonte è Napoli, un biennale a fiducia illimitata ricevuta da De Laurentiis e Marino per ricominciare a vincere assieme: «Non voglio essere uno qualunque. Ho le mie ambizioni e le ho in una città passionale come poche » .
Tre partite per conoscersi, per scoprire il talento immenso di Lavezzi (« diventare un grande dipende solo da lui » ), per elogiare Hamsik e Paolo Cannavaro, però atterrando anche su Fabio e persino su Panucci, amici di sempre attraverso i quali ironizzare, per non prendersi troppo sul serio: « Se vengono loro allora vuol dire che devo mettermi a giocare anche io ». La Napoli di Donadoni è appena cominciata ma già sa come deve andare a finire: « La prospettiva è l’Europa. Lo chiede la storia di questo club » .

Corriere dello Sport
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Re: Donadoni "Il mio Napoli formato Europa"

Messaggio da totti77 » 07.04.09 - 15:36

Intervista molto interessante questa di Donadoni che chiarisce alcuni punti sul futuro Napoli.
Parla un pò di tutto e da questa sua chiacchierata con il Corriere si capisce che non è venuto a Napoli senza avere garanzie tecniche dalla dirigenza per mettere su una grande squadra (e si ripartirà da Lavezzi e Hamsik, punto). Si dovranno quindi comprare altri giocatori del loro livello per essere competitivi ad alto livello.
Ha elogiato anche Paolo Cannavaro per le sue qualità che non conosceva a fondo, come anche qualche altro azzurro.
Ha parlato anche di Fabio Cannavaro e Panucci, entrambi in scadenza di contratto ma che a quanto pare (purtroppo) non rientrano nei piani della società (ed era risaputo) e suoi (questa la novità più importante).
A questo punto dobbiamo solo sperare in un un mercato estivo scoppiettante :prego:

Questo il video dell'intervista: http://www.corrieredellosport.it/video/ ... NapoliC2BB
Ultima modifica di totti77 il 07.04.09 - 16:04, modificato 1 volta in totale.
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