L'allenatore-Rudi Garcia

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Messaggio da Meridiano » 30.09.13 - 12:21

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Messaggio da Meridiano » 02.10.13 - 09:33

Rudi Garcia, tecnico della Roma, parla a due giorni dal convincente successo sul Bologna: "Appena arrivato qui ho fatto capire che bisogna avere fiducia, che lavoreremo molto per fare bene in campo perché la stagione non sarà un fiume tranquillo, ma se siamo tutti insieme, con spirito collettivo, possiamo fare grandi cose - dice l'allenatore francese -
Per il momento tutto va bene, ma è solo un buon inizio. Poco a poco però mi sembra che ci stiamo trasformando più in una famiglia che in un club, e se continueremo cos? sarà interessante per il futuro".
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Messaggio da Shailok » 11.10.13 - 08:49

"VI RACCONTO LA ROMA"

RASSEGNA STAMPA - Rudi Garcia parla e si nasconde. O meglio, cerca di nascondere la sua Roma. "Trigoria mi sembra una groviera" dice. "Qui si può vedere tutto, è incredibile. Certe volte mentre alleno leggo su internet quello che faccio...Ma io controllo i siti di tutte le altre squadre per informarmi. No, scherzo". L'edizione odierna de Il Messaggero (M. Ferretti) riporta una lunga chiacchierata con il francese per parlare della capolista e non solo. "Roma-Napoli venerdì? La mia prima scelta era giocare la partita in casa e forse il venerdì perchè è la cosa più giusta per entrambe le squadre. Ore c'è il problema dei nazionali, anche per il Napoli. Ho apprezzato quello che ha detto Prandelli, e cioè che userà il buon senso, ma l'Italia è già qualificata, altre nazionali no. Io dico ai miei giocatori di onorare al cento per cento la loro nazionale e di tornare il più velocemente possibile a Trigoria", il suo monito.

SUL GRUPPO - "Dal primo giorno a Riscone, ho pensato solo a fare le cose migliori per far vincere la squadra, e ora penso sempre e solo a come poterla migliorare. Io non pensavo nè speravo di cominciare così bene: mi sono messo al lavoro per creare un’identità di gioco e un modo di stare in campo. E vedere che già durante la preparazione la squadra giocava il calcio che volevo io, anche se a piccoli passi, mi ha rassicurato. Al tempo stesso ho lavorato sulla testa dei giocatori, alcuni dei quali in difficoltà con alcuni tifosi. Ripeto che per me è impossibile amare una squadra e insultare i giocatori. Un lavoro tecnico e psicologico, il mio. Come si fa in ogni squadra. Solo che qui alla Roma era un po’ più complicato. Tutti i ragazzi adesso parlano bene di me? Per me è importante il rapporto con i giocatori: sono un istintivo, mi basta una stretta di mano e guardarsi negli occhi per capire tutto. Cioè se le cose vanno bene oppure no. E se non vanno bene, parliamo. E così tutto migliora. De Rossi ha detto no al Manchester United perché mi aveva dato la sua parola. Tutti i giocatori della rosa sono importanti. Guardate Torosidis: è entrato e ha fatto benissimo. Adesso spero di avere presto nel gruppo anche Destro. Preferisco fare scelte piuttosto che non farle. Siamo più forti se ho la possibilità di scegliere. Dobbiamo lavorare ancora molto e io devo prestare attenzione a quelli che giocano meno perché i sostituti di oggi possono essere i titolari di domani. E non fare le coppe è un vantaggio".

SULLO SCUDETTO - "Lo scudetto?Non ne parlo perché abbiamo solo due punti di vantaggio su Napoli e Juventus, e per noi è più importante il vantaggio sulla quarta. Ho detto aimiei ragazzi di pensare solo a vincere la prossima partita. Altri discorsi non devono interessarci. Faccio un esempio: non si può dire che l’Atletico Madrid vincerà la Liga per le otto vittorie di fila. C’è il Barcellona, c’è il Real Madrid e qui è lo stesso".

SUL RAZZISMO - "Deve essere combattuto con tutti i mezzi. La cosa bella del nostro mondo è che nello sport conta il talento, non il colore della pelle o la religione seguita. Lo sport è la più bella scuola di vita, magari si dovrebbe insegnare ai bambini che si avvicinano al calcio non solo la tecnica ma anche valori come il rispetto. I piccoli di oggi saranno i tifosi di domani. E poi le leggi per combattere il razzismo negli stadi ci sono, basta applicarle: esistono le telecamere, i biglietti nominali e quindi se uno vuole beccare uno stupido lo becca. Ci sono le leggi, ma devono essere applicate. Non vorrei che fosse una guerra persa. Chiudere uno stadio per colpa di pochi è una cosa che ho scoperto qui in Italia. Ma è un discorso che riguarda le istituzioni, non la gente di sport. La Uefa fissa le regole, poi ogni federazione fa altre cose...Non è un problema del calcio ma della società".

SU TOTTI - "Se una squadra ha un solo modulo di gioco, è una squadra limitata. E la Roma a Milano ha dimostrato di saper giocare vari tipi di calcio. Totti ha bisogno di toccare molto la palla per illuminare il gioco e aprire gli spazi per i compagni, ma potrebbe anche spostarsi sull’esterno. L’importante è avere alternative, così se gli avversari ti aspettano in un certo modo tu ti presenti in un altro....Totti aveva cominciato da esterno, è vero, ma la preparazione ti aiuta a capire tante cose: fai test, fai prove e poi ti regoli. Io sapevo da subito che lui poteva giocare centralmente, ma non si deve dimenticare che all’inizio Gervinho non c’era. Gervinho era così già ai tempi di Lille, solo che adesso è più maturo. Difende meglio, aiuta la squadra. Lui ha fiducia in se stesso e sente quella dei compagni e, si sa, la testa comanda tutto. Ljajic ha un talento immenso, è un’arma in più e ultimamente ha giocato poco solo perché aveva problemi alla schiena".

SU CONTE - "L’ho incontrato qui a Trigoria quando è venuto ad allenarsi prima della supercoppa. Abbiamo parlato dieci minuti e ho capito che oltre ad essere un grande allenatore è una persona interessante. Ho capito che ama il calcio e che è un combattente come la sua squadra. La mia difende con un pressing alto che ci può portare anche al gol, come accaduto in occasione della prima rete a Milano. Se non è possibile pressare alti, è fondamentale essere compatti e tenere le linee strette. Perme si attacca e si difende tutti insieme, non è un discorso di reparti".
S.S. Lazio 1900 "quelli che hanno portato il calcioSCOMMESSE a Roma"...

S.S. Lazio 1900 la società calcistica italiana più implicata negli scandali del calcioscommese...ancora parlano di moralità e etica sportiva...

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Messaggio da Meridiano » 12.10.13 - 20:02

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Messaggio da Shailok » 17.10.13 - 14:13

GARCIA: "QUESTA ROMA È LA MIA SFIDA FANTASTICA"

RASSEGNA STAMPA - La scorsa settimana Rudi GARCIA è stato intervistato dai francesei beIN SPORT. Ecco le sue dichiarazioni integrali riportate da Il Romanista (D. Galli):

Rudi, come è andata davvero per il suo arrivo alla Roma?
Ero in piena riflessione. Ero ancora del Lille per questa stagione e volevo sapere quale sarebbe stato il mio futuro alla luce del cambio in corsa del progetto societario, rispetto a quello che mi era stato presentato all’inizio. Poi la Roma si è fatta sentire, a Milano ho incontrato Walter Sabatini, il ds della Roma. Un uomo di carattere, che ti guarda negli occhi, che ti parla in modo molto schietto e onesto. Ed è stato un incontro interessante perché la sua prima frase è stata: "Ti abbiamo fatto venire a Milano - io ero infatti in ferie per alcuni giorni - ma non sarai tu il prescelto". Dunque era una bella sfida (ride, ndr), siamo rimasti due o tre ore a discutere, e poi alla fine, tre giorni dopo, sono dovuto volare a New York per incontrare il team del presidente della Roma, Pallotta - sì perché abbiamo da due stagioni una proprietà americana - poi le cose si sono accelerate. La Roma è un grande club europeo, un club che per me non ha vinto abbastanza, sono solo tre gli scudetti in vetrina, pur essendo la Capitale d’Italia. È un posto difficile, me lo avevano anticipato, l’ho subito visto con i miei occhi, ho capito immediatamente che era necessario avere del carattere per allenare la Roma. Ma è una sfida fantastica. La cosa più frustrante per me - debbo ammetterlo - è stata la lingua. Parlavo due parole d’italiano al mio arrivo... Ho trovato soprattutto un gruppo ferito. Questa cosa mi ha molto colpito. Poi abbiamo visto gli striscioni, alcuni pseudo-tifosi hanno insultato alcuni dei miei giocatori prima della partenza per il ritiro e lo hanno pure fatto a 700 chilometri da Roma, fino alla frontiera con l’Austria. Per prima cosa abbiamo dovuto proteggere i giocatori, poi ridare loro fiducia, e innanzitutto in loro stessi. Per esempio Federico Balzaretti, che ha segnato al derby. Poi sapevo che tutti erano irrequieti per il fatto di dover giocare il derby alla quarta giornata, anche in seno al club, ma per me era meglio così: avremmo voltato pagina al più presto. Ovvio che dovevamo vincere quella partita, ma ci siamo arrivati con tre successi di fila e 9 punti in tasca, che ci hanno aiutato molto. E questo ha permesso di cancellare un po’ quel terribile momento che la Roma aveva vissuto perdendo la Coppa Italia nella scorsa stagione, nel mese di maggio, contro il nemico giurato, che è l’altra squadra della città. Ecco, da quel momento le cose vanno bene.
Non ne conosce il nome? (l’intervistatore ride, ndr)
È la squadra di cui non si pronuncia mai il nome (ride anche Garcia, ndr).
Ok. Ho un altro piccolo video da mostrarle, Rudi (si vede Garcia che lancia dei cori verso i tifosi del Lille, come un capocurva, ndr). Ho fatto mettere queste immagini perché il passaggio al Lille rappresenta un punto importante della sua carriera di allenatore. Allora, a che punto è del suo cammino personale?
Non ho un piano per la carriera, è molto onesto da parte mia dirlo. Ho sempre lavorato nei miei club come se ci dovessi rimanere per sempre, ho fatto questo a Dijon, che ha dato inizio alla mia avventura come allenatore di prima squadra, e infatti ci sono rimasto 5 stagioni. L’ho fatto al Le Mans, ma lì sono stato un anno solo perché il Lille, il club dove sono cresciuto (come calciatore, ndr), è venuto a prendermi. Alcuni erano parecchio scettici al mio arrivo, perché secondo loro mi servivo di questo club come rampa di lancio... ma 5 anni segnano la storia di un uomo. Ho vissuto uno storico "double" (coppa e campionato di Francia, ndr) e delle cose incredibili, non solo con i miei giocatori, ma anche con i miei dirigenti, con il presidente Michel Seydoux. Cose che saranno incise per sempre nella storia del club e nella mia personale memoria. Ecco... poi... non avevo mai pensato di allenare un giorno in Italia e ancor meno la Roma, anche se avevo visitato la città 3 o 4 anni prima e mi ero detto che era veramente fantastica. Oggi poi l’avventura continua. Qualsiasi cosa accadrà alla fine di questastagione, sarà stata comunque un’esperienza che mi avrà arricchito personalmente. E sarà stata molto appassionante. Questo è sicuro.
Parlando di motivi personali e di cammini tracciati, ricordiamo un uomo, suo padre, che se n’è andato quasi cinque anni fa. José Garcia, allenatore, giocatore, Sedan, Dunkerque, grande personaggio del Corbeille-Essonnes... era tutto scritto per lei, Rudi?
Non credo. Vedevo papà fare questo mestiere, anche se a livello dilettantistico. È arrivato fino alla seconda divisione francese, cosa già molto buona. Ma io lo vedevo lavorare tutta la giornata (quasi certamente non nel calcio, ndr), la sera andava agli allenamenti e poi stava via tutto il fine settimana perché a quell’epoca si partiva in bus il giorno prima della partita e si tornava il giorno dopo. E io adolescente mi dicevo sempre che era un mestiere molto ingrato: quando vinci, sono i giocatori che vincono; quando perdi, è l’allenatore che perde. Mi ero proprio detto, per scappare da quel destino che era mio, e lo sapevo, che non avrei fatto questo mestiere. Ma poi, ovviamente e logicamente, essendo caduto da piccolo nel pentolone (come Obelix, è un modo di dire francofono, ndr) faccio delle cose - oggi - che sono per lui, per mio padre.
Suo padre era malato per la bicicletta.
Sì, esatto. Ho un nome germanico come il campione tedesco (di ciclismo, ndr) Rudi Altig.
È per lui che suo padre le ha dato il nome Rudi?
Sì, e anche per avere questo piccolo lato cartesiano che fa un po’ difetto ai popoli latini (Garcia ride, e con «cartesiano» intende metodico, rigoroso, ndr). Sicuramente è così.
Rudi Altig, vincitore nel 1964, anno della sua nascita, del Giro di Andalusia e del Giro delle Fiandre. Tra le persone che hanno segnato il suo cammino c’è ovviamente suo padre. Ma c’è un altro viso forte che vorrei farle vedere (scorrono delle immagini, ndr). Quello di Robert…
Ovviamente! Robert Nouzaret! Quando lascio il Lille - non bisogna scordarsi che ci ho giocato 6 anni, è lì che ho firmato il mio primo contratto professionistico e ho trascorso begli anni - Robert diventa l’allenatore del Caen e mi ingaggia, Caen che era per la prima volta in prima divisione. È una persona dalla quale ho imparato parecchio. Quando mi ha chiamato come assistente al Saint-Etienne, mi ha insegnato a strutturare un club. È un grande "costruttore" (probabilmente un manager alla Ferguson, ndr), è un gran signore e ha certamente contato molto per me, sia quando ero giocatore al Caen sia per il mio reintegro tra i professionisti, perché non mi scordo che ho anche allenato tra i dilettanti (al Corbeille-Essonnes, ndr), dove ho ottenuto una promozione. È vero anche che, quando alleni tra i dilettanti, hai voglia di tornare tra i pro. E Robert mi ha permesso di farlo. Ecco, posso dire che la mia qualità nel saper fare tutto e nello strutturare un club la devo a lui.
Lei ha un carattere risoluto, ma poi vediamo che ci sono molte cose che la toccano, suo padre, Robert (Nouzaret, ndr), o che addirittura la fanno un po’ barcollare. Ci sono così tanti altri visi sul suo percorso. Ce n’è uno molto forte che l’accompagna sempre, un viso scolpito con il coltello (testuale, ndr), che ha giocato con lei nei Pulcini a Corbeille- Essonnes. Un bel tipetto anche lui. È Fred Bompard (il suo vice alla Roma, ndr).
Fred è il mio fedele assistente.
Avete vissuto tutto insieme: i Pulcini, le ragazze, la disoccupazione.
Sì, abbiamo vissuto parecchie cose insieme. È veramente una persona che merita di essere conosciuta, perché sotto l’aspetto un po’ burbero, massiccio, ha un cuore grande così. È un lavoratore instancabile. Sotto questa faccia da duro si nasconde un uomo affettuoso. Come me, penso.
(Mostrano a Garcia il video in cui, dentro lo spogliatoio del Lille, suona "Porompompero" di Manolo Escobar, ndr)
È un po’ quello che è successo quando sono arrivato alla Roma. Ovviamente sono andati a cercare delle cose della mia vita precedente, tra le quali questa. Finora è andato tutto bene, non c’è stato nessun problema particolare, ma le posso assicurare che, se non fosse così, sono cose come queste che possono generare problemi.
(L’intervistatore chiede al pubblico se vogliono vedere Garcia suonare ancora quel brano in diretta, e in studio gli viene data una chitarra, ndr).
No, no, no. Nella vita non possiamo ripetere due volte gli stessi errori. Dovete capire che in Italia c’è una copertura mediatica enorme. Come ho appena detto, sono cose che non rinnego, che sono state fatte in un contesto particolare e preciso.
Ci faccia solo un piccolo accordo alla U2, allora.
No, no. È vero che gli U2 sono il mio gruppo preferito, ma meglio di no. La musica è importante nella vita di tutti e nella mia in particolare. Ci sono dei momenti forti della vita che possono essere accompagnati da questo tipo di musica, la usiamo a volte nel dopogara durante i nostri confronti. Ma ecco, questo è un po’ il mio universo personale e particolare e soprattutto un pezzo della mia gioventù che adesso è molto lontano.
Come i barbecue il giovedì a Caen.
Sì, i barbecue il giovedì a Caen con amici che oggi sono stranamente quasi tutti allenatori.
Rudi, a lei piace questo profilo di attaccante che attira a sé i difensori. Come Tulio de Melo al Lille.
No, quello che mi piace è avere a disposizione vari attaccanti con profili complementari e diversi, cosa che avevamo a Lille con il profilo di Tulio de Melo, un attaccante di quel tipo. Ed è quello che ho oggi a disposizione alla Roma, visto che Francesco Totti può giocare come punta. Gervinho anche, ma ho un Marco Borriello che è un attaccante da area di rigore. Avere una serie di opzioni, con vari profili di attaccanti che sappiano fare più movimenti, è certamente un “di più” per la squadra e per l’allenatore.
(Passano al maxischermo le immagini di Townsend del Tottenham, ndr) Rudi, parlavamo dell’importanza di avere giocatori di fascia come Debuchy (allenato da Garcia al Lille e ora in nazionale, ndr). Da qui l’importanza di avere preso Gervinho alla Roma. Gervinho che davano per cotto.
Beh, la risposta viene sempre dal campo. Non esiste un altro tipo di risposta. Ma è vero (riferendosi al filmato, ndr), Townsend è un giocatore raro nel calcio moderno, non ci sono tanti attaccanti come lui capaci di andare nell’uno contro uno, di portare via gli avversari e poi di andare in profondità, grazie alla loro velocità, facendosi dare la palla. È per questo che ho preso Gervinho. E per il momento va molto bene, sì...
Ah beh, sì, eccome se va bene… Molto bene, anche!
(Garcia ride, ndr)
E Strootman?
Sta bene, sta bene. In più (parlando dell’Olanda, ndr) erano già qualificati prima di questa partita (con l’Ungheria, ndr) e noi giochiamo venerdì (domani, ndr) contro il Napoli e spero che martedì van Gaal mostrerà buon senso (e così è stato, Strootman non è sceso in campo, ndr).
Ma lei dà delle direttive ai giocatori o, come gli altri, chiama il selezionatore della nazionale?
No, ma quello che succede è che esiste uno scambio di informazioni con loro. Non chiediamo nulla perché il selezionatore è l’unico a decidere cosa fare con i suoi giocatori, ma mi è piaciuto moltissimo quello italiano (Prandelli, ndr), che ha detto in conferenza stampa che sa bene che c’è una partita importante tra Roma e Napoli venerdì (domani) e avrebbe mostrato buon senso nei confronti dei giocatori della sua selezione. Ecco, penso che sia una buona cosa.
Qual è il profilo di Strootman? Lo si conosce poco.
È un giocatore che sa fare tutto, con molto carattere, a 23 anni è già capitano della nazionale olandese. Formidabile piede sinistro, abile nel proiettarsi in avanti, capace di cambi repentini di ritmo, vede tutto prima di tutti, col suo piede sinistro è capace di fare qualsiasi cosa.
Come lo ha preso la Roma?
Abbiamo parlato molto con Walter Sabatini, non era facile prenderlo, prima di tutto perché il PSV è un cliente molto ostico nelle trattative. E poi era necessario convincerlo. Ho passato molto tempo a parlare con lui al telefono prima di fare breccia e di persuaderlo che volevamo creare una grande squadra. E che avevamo il progetto di diventare uno dei più grandi club europei nei prossimi anni.
Cosa lo ha fatto esitare?
È stato uno dei pochissimi giocatori che, quando gli ho parlato la prima volta, mi ha chiesto quale sarebbe stato il profilo della squadra, quali giocatori soprattutto ne avrebbero fatto parte. E questo è davvero raro, perché l’allenatore spiega la propria filosofia e il suo sistema di gioco, mentre lui voleva sapere chi sarebbe stato lì, chi sarebbe partito ma specialmente chi sarebbe arrivato, per essere sicuro della sua scelta. E spero che ora non sia deluso.
Rudi, come siete messi in difesa?
Avevamo già dei giocatori in certi ruoli, "Leo" Castan, brasiliano, Nicolas Burdisso che tutti conosciamo e una promessa molto giovane che di nome fa Romagnoli. Abbiamo reclutato Mehdi Benatia, che tutti qui nella regione di Parigi conoscono e poi un giovanissimo di 17 anni, il nostro piccolo baby (testuale, ndr) Tin Jedvaj. Ma la mia cerniera difensiva, che funziona e ha preso solo un gol, è Benatia-Castan, una cerniera molto sicura non solo in fase di ripartenza ma anche molto forte fisicamente, nei duelli. Dal punto di vista difensivo, sono perfettamente complementari. Sì, per il momento va tutto bene.
Benatia. Gran bel colpo perché era molto richiesto. Per lui ha fatto la stessa cosa di Strootman? Una telefonata?
Sì, ci siamo parlati con Mehdi ed è stato anche più facile visto che ci conoscevamo già da un po’. E poi anche perché proviene dal mio stesso dipartimento (il 91, ovvero Essonne, ndr). È un giocatore di grande qualità e talento, con un senso dell’anticipo fenomenale, forte di testa, forte fisicamente, ma soprattutto un uomo di grande spessore, intelligente, uno che ragiona bene. E questo è molto interessante per un allenatore, perché un calciatore così è anche un uomo spogliatoio. Poi ha giocato tre anni all’Udinese, parla un italiano perfetto. Ecco, speriamo che duri. Tutti insieme, siamo per il momento molto solidi dal punto di vista difensivo.
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Messaggio da Shailok » 22.10.13 - 08:52

RASSEGNA STAMPA - Confrontando i numeri della ROMA di GARCIA, con quelle di LUIS ENRIQUE e di ZEMAN il paragone è imbarazzante. Per arrivare a 24 punti i due ci hanno messo il doppio delle giornate, sette per il boemo, otto per l'ex Barça. Due anni fa, di questi tempi, la Roma era sesta con solo 11 punti, mentre l’anno scorso era quinta a quota 14. Per avere un'idea chiara riguardo le differenze tra le gestioni, basta vedere i gol fatti e quelli subiti, con Garcia che ha la migliore difesa d'Europa con una sola rete subita e un ottimo attacco, con 22 reti realizzate. I giallorossi di Luis Enrique alla sedicesima giornata avevano segnato solo 21 gol, uno in meno con otto gare in più, e avevano preso la bellezza di 19 gol. La Roma di Zeman ne aveva fatti 31, ma subiti 24. Confronto che non regge. I numeri rispecchiano ciò che aveva profetizzato SABATINI: "Rudi rappresenta una sintesi tra i precedenti allenatori", visto che servirebbero i due tecnici insieme per raggiungere il mister francese.
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Messaggio da RUMePERA » 22.10.13 - 09:08

diranno: "eh, ma gli hanno preso de sanctis, maicon, strootman e gervinho"...

Grandissimo Rudi, altro che certi santoni sfigati buoni solo per le piccole.
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Messaggio da rionePrati » 28.10.13 - 16:43

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Messaggio da Shailok » 30.10.13 - 09:39

GARCIA: "ROMA FORTUNATA? SÌ, DI AVERE GIOCATORI CHE DANNO IL 100%"

GARCIA è apparso un po' scocciato che molti riducano i risultati di questa ROMA a un dono della buona sorte, senza tenere conto di quanto dimostrato nelle ultime 9 partite: "Roma fortunata? Abbiamo perso Totti, Gervinho e Maicon: questa è fortuna? E poi il gol che Castan ha salvato a Udine non è buona sorte, è voglia, rabbia, cattiveria, è dare tutto. Se non la salva Castan, la salva Benatia. E lo stesso vale per il gol salvato da De Rossi contro il Napoli. Tutti aiutano il compagno in difficoltà. La fortuna della Roma è che questi giocatori danno più del 100%".
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Messaggio da barnetta » 30.10.13 - 10:14

Shailok ha scritto: GARCIA: "ROMA FORTUNATA? SÌ, DI AVERE GIOCATORI CHE DANNO IL 100%"

GARCIA è apparso un po' scocciato che molti riducano i risultati di questa ROMA a un dono della buona sorte, senza tenere conto di quanto dimostrato nelle ultime 9 partite: "Roma fortunata? Abbiamo perso Totti, Gervinho e Maicon: questa è fortuna? E poi il gol che Castan ha salvato a Udine non è buona sorte, è voglia, rabbia, cattiveria, è dare tutto. Se non la salva Castan, la salva Benatia. E lo stesso vale per il gol salvato da De Rossi contro il Napoli. Tutti aiutano il compagno in difficoltà. La fortuna della Roma è che questi giocatori danno più del 100%".

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Messaggio da Meridiano » 26.11.13 - 07:47

Garcia: "Nostro problema? Alcuni calciatori non hanno lo stesso livello fisico degli altri"
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Messaggio da rionePrati » 26.11.13 - 10:44

...perché iniziano a darsi le colpe tra di loro!? ...alla fine sono secondi con un punteggio di tutto rispetto! :boh:

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matteo9502
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L'allenatore-Rudi Garcia

Messaggio da matteo9502 » 26.11.13 - 11:14

A me non ha dato l'impressione che volesse incolpare qualcuno ma semplicemente ha fatto notare in modo oggettivo il motivo del calo della Roma.
Infatti la Roma, anche nelle ultime partite, ha sempre espresso il suo gioco e controllato la partita (ieri ha addirittura dominato aul piano di possesso palla e tiri); il problema e' che stanno giocando sottoritmo. Non c'e' quella velocita' di giro-palla che c'era ad inizio campionato.
Io, se fossi un tifoso della Roma, sarei ottimista perche' mi sembra un problema risolvibile con il ritorno di alcuni elementi che allungheranno le rotazioni degli 11 titolari (anche con qualche innesto a Gennaio).
Handanovic,Carrizo,Belec;
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L'allenatore-Rudi Garcia

Messaggio da rionePrati » 26.11.13 - 11:20

matteo9502 ha scritto:A me non ha dato l'impressione che volesse incolpare qualcuno ma semplicemente ha fatto notare in modo oggettivo il motivo del calo della Roma.
Infatti la Roma, anche nelle ultime partite, ha sempre espresso il suo gioco e controllato la partita (ieri ha addirittura dominato aul piano di possesso palla e tiri); il problema e' che stanno giocando sottoritmo. Non c'e' quella velocita' di giro-palla che c'era ad inizio campionato.
Io, se fossi un tifoso della Roma, sarei ottimista perche' mi sembra un problema risolvibile con il ritorno di alcuni elementi che allungheranno le rotazioni degli 11 titolari (anche con qualche innesto a Gennaio).
...scusate ho letto fischi per fiaschi...
GARCIA: "ROMA FORTUNATA? SÌ, DI NON AVERE GIOCATORI CHE DANNO IL 100%"
:giallo: ... :facepalm:

...mi pareva strano..Garcia mi sembra una persona molto equilibrata sotto il punto di vista della gestione dei media!

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Shailok
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L'allenatore-Rudi Garcia

Messaggio da Shailok » 26.11.13 - 11:44

rionePrati ha scritto:...perché iniziano a darsi le colpe tra di loro!? ...alla fine sono secondi con un punteggio di tutto rispetto! :boh:
Mi sa che non hai sentito le interviste di Garcia per cui ti do delle delucidazioni: Garcia non da colpe ai giocatori dicendo che non tutti hanno al momento lo stesso livello fisico degli altri ma ha fatto solo notare che il povero De Rossi erano due settimane che non si allenava a causa del problema all alluce che non gli ha permesso neanche di giocare con la nazionale e ieri sera assolutamente non era al 100%,aveva solo un allenamento nelle gambe e aveva ancora un po' di fastidio e ha giocato solamente perché non voleva mancare,anche Benatia non si è allenato per due settimane per il problema al polpaccio e infatti ieri sera è dovuto uscire dal campo anticipatamente,Balzaretti idem non si è allenato e non ha recuperato,Maicon ha giocato di seguito 180' filati con la sua nazionale e naturalmente quando è tornato a Roma lo hanno preservato e gli hanno fatto fare solo scarico e non si è allenato con la squadra anche perché uno che negli ultimi 2 anni praticamente non ha giocato non può di punto in bianco fare tre partite in una settimana perché rischia di infortunarsi,anche Borriello non si è allenato tutta la settimana ed è stato recuperato in extremis per poterlo utilizzare solo in caso di bisogno, anche Pjanic come Maicon è stato un po' preservato e non era al massimo,per ultimo Gervinho che penso sappiamo tutti che è tornato ad allenarsi con la squadra da una settimana e ovviamente non è al massimo visto che torna da un infortunio che lo ha tenuto ai box per più di un mese...per cui non sono state fatte alcune accuse o dato colpe a qualcuno ma semplicemente si sono date le spiegazione sul perché qualche giocatore non è al massimo come ad inizio campionato. :segreto:
S.S. Lazio 1900 "quelli che hanno portato il calcioSCOMMESSE a Roma"...

S.S. Lazio 1900 la società calcistica italiana più implicata negli scandali del calcioscommese...ancora parlano di moralità e etica sportiva...

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