crash83 ha scritto:Io penso anche una cosa: per quale motivo uno deve legare la propria carriera a una squadra, a una città, se poi neanche c'è gratitudine? Guardate Totti: due mesi fa, per un rigore sbagliato, è stato insultato per strada davanti ai suoi figli. Riconoscenza? Zero. E aggiungo: 6 milioni contro 9 milioni non è un dettaglio. Con 3 milioni in più all'anno per 5 anni, ci campano le successive 3 generazioni di De Rossi. Vivere nella propria città è bello, ma la carriera di un giocatore è limitata, finisce a 36-37 anni. C'è tutto il tempo per tornare a vivere a Roma, poi. Non vedo davvero perché sia così scandaloso un simile discorso. Oppure, rimanendo sempre sul discorso delle bandiere mi viene un altro esempio eclatante: Maldini. Il concetto di bandiera nel calcio non esiste più nella testa dei tifosi prima di tutto.
Sono completamente d'accordo, in fin dei conti non ho mai capito perchè si continua a battere questo tasto.
Alla fine è un po' come il matrimonio.. all'inizi credi di poter passare il resto dei tuoi giorni in mezzo ad un unico paio di gambe, poi a 45 anni finisci nel letto con la tua segretaria. Qualcuno riesce a resistere alle tentazioni (Del Piero, Totti, Maldini e pochissimi altri), la maggior parte dei comuni mortali si lascia tentare ed è perfettamente umano. Il mito della bandiera calcistica è assimilabile al mito della monogamia