ESTIGARRIBIA Marcelo
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salta la gara di domenica
IL TRAPIANTO E' VITA!
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Estigarribia Marcelo
Oggi ha fatto palestra e piscina, ma viste le pesanti assenze lì davanti si cercherà fino all'ultimo di recuperarlo
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ESTIGARRIBIA Marcelo
Torna domani essendo squalificato in nazionale , dai che servi alla cappuccini
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ESTIGARRIBIA Marcelo
Finito nel mirino della critica dei tifosi per le sue prestazioni altalenanti, Marcelo Estigarribia è diventato un punto interrogativo per la Sampdoria. Intervistato da Il Secolo XIX, l'esterno sudamericano ha analizzato il momento della squadra blucerchiata e quello personale.
Signor Estigarribia, come sta la Sampdoria e come sta lei?
«La Samp ha perso le ultime sei partite. E io sono consapevole di potere dare molto di più».
Tra di voi vi siete chiesti come mai dopo un ottimo avvio c’è stata questa frenata?
«Sì. E non lo sappiamo. O meglio, ne abbiamo parlato, ci abbiamo riflettuto. Ma non siamo ancora riusciti a individuare il cuore del problema. È vero che non siamo nemmeno fortunati. Nelle ultime partite diversi episodi ci hanno girato contro».
Da un punto di vista psicologico come state reagendo?
«Con il lavoro. Perché la fiducia Nelle nostre qualità non è venuta meno. In fin dei conti noi siamo quelli che hanno vinto a SanSiro in casa del Milan e pareggiato all’Olimpico contro la Roma in inferiorità numerica. Nello spogliatoio siamo tranquilli, stiamo cercando di uscirne fuori attraverso il lavoro. Attraverso un impegno ancora maggiore, per quanto è possibile. Visto che comunque abbiamo sempre dato il massimo».
Ultimamente lei ha ricevuto molte critiche. Anche da parte di qualche sostenitore sampdoriano. L’hanno fischiata.
«I fischi, le critiche, possono essere a volte giuste e a volte ingiuste. Sono consapevole di non rendere per quello che valgo. Ma sinceramente per adesso non riesco a capirne le ragioni. Non capisco se è più una questione fisica o mentale. Io so dentro di me dove posso arrivare e quello che posso dare. Sono il primo a non essere contento, ma ripeto non vedo via d’uscita migliore dell’applicazione quotidiana, dell’allenamento».
Lei abitualmente rivede le sue partite?
«Sì. Quando arrivo a casa di solito me le riguardo in televisione. Oppure nei giorni seguenti. E quando gioco male, sto male. Mi arrabbio con me stesso. Mi arrabbio anche perché non sto riuscendo a ricambiare la fiducia che la Sampdoria ha riposto in me l’estate scorsa. E la fiducia con la quale mi hanno accolto i tifosi».
In passato ha già vissuto momenti difficili come questo? Magari quando è arrivato per la prima volta in Europa, al Le Mans, quattro anni fa.
«No. È la prima volta. Anche per questo sto incontrando maggiori difficoltà a capire le ragioni. L’unica certezza è che devo fare meglio».
Lei è stato utilizzato in ruoli differenti. Nel tridente offensivo e da esterno basso della difesa. Ferrara dopo la prova di Parma l’ha difesa.
«Non lo so... È inutile che dica che ogni volta che gioco e in qualunque posizione gioco, cerco sempre di dare il massimo. Solo che il mio cento per cento attuale adesso non basta. A Parma so di non avere fatto bene,ma ormai quella partita,come le altre, fa parte del passato. Bisogna guardare avanti, alla prossima partita, alla trasferta di Palermo».
Se ne è già parlato,ma probabilmente c’è anche stato un equivoco su di lei, si pensava che fosse un esterno d’attacco di quelli che puntano l’uomo e sfornano cross a ripetizione. Invece è più carrillero, un esterno di centrocampo.
«Dove c’è bisogno, gioco. Cercando sempre di dare il massimo. E comunque qui inItalia un po’ mi conoscete, visto che già l’anno scorso giocavo in serie A».
Parliamo della gara di Palermo?
«Partita da sei punti. Affrontiamo una delle nostre avversarie dirette per la salvezza. Anche loro non stanno attraversando un buon momento, ma questo non deve ingannarci. Probabilmente in questi casi potrebbe anche essere la testa a fare la differenza. Secondo me stiamo lavorando bene e possiamo andare là per fare bene».
Come è possibile darle una mano?
«Grazie,ma in nessun modo. Devo lavorare tanto. Cercare di uscirne il più velocemente possibile».
I compagni le stanno vicini. Romero la chiama sempre “paragua” nelle partitelle.
«È un periodo da ombrello in effetti... Sì, ma non solo i sudamericani. Siamo un ottimo gruppo. E poi c’è la mia famiglia,Shirley e la nostra bambina Giuliana. Ora c’è il Palermo, poi il derby. Due occasioni importanti. Peccato per la botta al ginocchio che ho preso in allenamento giovedì. Subito mi ha fatto male, zoppicavo, ma ora direi che sto meglio».
Nel mezzo c’è la nazionale, anche lì siete praticamente già fuori dal Mondiale.
«In effetti non siamo messi bene in classifica. È un periodo professionale un po’ così. Domenica parto per il Paraguay. Mercoledì giochiamo un’amichevole con il Guatemala. Tornerò poco prima del derby».
Signor Estigarribia, come sta la Sampdoria e come sta lei?
«La Samp ha perso le ultime sei partite. E io sono consapevole di potere dare molto di più».
Tra di voi vi siete chiesti come mai dopo un ottimo avvio c’è stata questa frenata?
«Sì. E non lo sappiamo. O meglio, ne abbiamo parlato, ci abbiamo riflettuto. Ma non siamo ancora riusciti a individuare il cuore del problema. È vero che non siamo nemmeno fortunati. Nelle ultime partite diversi episodi ci hanno girato contro».
Da un punto di vista psicologico come state reagendo?
«Con il lavoro. Perché la fiducia Nelle nostre qualità non è venuta meno. In fin dei conti noi siamo quelli che hanno vinto a SanSiro in casa del Milan e pareggiato all’Olimpico contro la Roma in inferiorità numerica. Nello spogliatoio siamo tranquilli, stiamo cercando di uscirne fuori attraverso il lavoro. Attraverso un impegno ancora maggiore, per quanto è possibile. Visto che comunque abbiamo sempre dato il massimo».
Ultimamente lei ha ricevuto molte critiche. Anche da parte di qualche sostenitore sampdoriano. L’hanno fischiata.
«I fischi, le critiche, possono essere a volte giuste e a volte ingiuste. Sono consapevole di non rendere per quello che valgo. Ma sinceramente per adesso non riesco a capirne le ragioni. Non capisco se è più una questione fisica o mentale. Io so dentro di me dove posso arrivare e quello che posso dare. Sono il primo a non essere contento, ma ripeto non vedo via d’uscita migliore dell’applicazione quotidiana, dell’allenamento».
Lei abitualmente rivede le sue partite?
«Sì. Quando arrivo a casa di solito me le riguardo in televisione. Oppure nei giorni seguenti. E quando gioco male, sto male. Mi arrabbio con me stesso. Mi arrabbio anche perché non sto riuscendo a ricambiare la fiducia che la Sampdoria ha riposto in me l’estate scorsa. E la fiducia con la quale mi hanno accolto i tifosi».
In passato ha già vissuto momenti difficili come questo? Magari quando è arrivato per la prima volta in Europa, al Le Mans, quattro anni fa.
«No. È la prima volta. Anche per questo sto incontrando maggiori difficoltà a capire le ragioni. L’unica certezza è che devo fare meglio».
Lei è stato utilizzato in ruoli differenti. Nel tridente offensivo e da esterno basso della difesa. Ferrara dopo la prova di Parma l’ha difesa.
«Non lo so... È inutile che dica che ogni volta che gioco e in qualunque posizione gioco, cerco sempre di dare il massimo. Solo che il mio cento per cento attuale adesso non basta. A Parma so di non avere fatto bene,ma ormai quella partita,come le altre, fa parte del passato. Bisogna guardare avanti, alla prossima partita, alla trasferta di Palermo».
Se ne è già parlato,ma probabilmente c’è anche stato un equivoco su di lei, si pensava che fosse un esterno d’attacco di quelli che puntano l’uomo e sfornano cross a ripetizione. Invece è più carrillero, un esterno di centrocampo.
«Dove c’è bisogno, gioco. Cercando sempre di dare il massimo. E comunque qui inItalia un po’ mi conoscete, visto che già l’anno scorso giocavo in serie A».
Parliamo della gara di Palermo?
«Partita da sei punti. Affrontiamo una delle nostre avversarie dirette per la salvezza. Anche loro non stanno attraversando un buon momento, ma questo non deve ingannarci. Probabilmente in questi casi potrebbe anche essere la testa a fare la differenza. Secondo me stiamo lavorando bene e possiamo andare là per fare bene».
Come è possibile darle una mano?
«Grazie,ma in nessun modo. Devo lavorare tanto. Cercare di uscirne il più velocemente possibile».
I compagni le stanno vicini. Romero la chiama sempre “paragua” nelle partitelle.
«È un periodo da ombrello in effetti... Sì, ma non solo i sudamericani. Siamo un ottimo gruppo. E poi c’è la mia famiglia,Shirley e la nostra bambina Giuliana. Ora c’è il Palermo, poi il derby. Due occasioni importanti. Peccato per la botta al ginocchio che ho preso in allenamento giovedì. Subito mi ha fatto male, zoppicavo, ma ora direi che sto meglio».
Nel mezzo c’è la nazionale, anche lì siete praticamente già fuori dal Mondiale.
«In effetti non siamo messi bene in classifica. È un periodo professionale un po’ così. Domenica parto per il Paraguay. Mercoledì giochiamo un’amichevole con il Guatemala. Tornerò poco prima del derby».
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ESTIGARRIBIA Marcelo
Il fatto che la Samp non lo riscatti è dato quasi per certo