Udinese: un piatto amalgamato tra Pepe, sale Marino e..

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Udinese: un piatto ricco amalgamato tra Pepe, sale Marino e tanti ingredienti più o meno segreti
Scritto da redazione
lunedì 06 ottobre 2008
Ora che l'Udinese è lassù assieme all'Inter (e alla Lazio) inevitabile penare che il Marinho bianconero non ha nulla da invidiare – o quasi – al ben più titolato Mourinho nerazzurro.

Perchè se si pensa ai soldi spesi da patron Moratti per allestire la squadre assicurarsi lo special one e si paragonano a quelli spesi (e guadagnati) da patron Pozzo per costruire il suo gioiello e condotto a meraviglia dal tecnico siciliano ci si accorge che nel calcio per fortuna i soldi non sono ancora tutto. O forse si ma a chi guarda a questo sport in maniera ancora romantica non diteci il contrario. Gli ingredienti per fare questa udinese sembrano facili, ma come in ogni ricetta di successo c'è qualche ingrediente segreto che poi tanto segreto non lo è nemmeno, ma che alla fine fa la differenza.

Tra gli ingredienti più importanti sicuramente dell'ottimo sale Marino siciliano dop. Il tecnico a differenza del suo omologo portoghese se va in bagno non lo viene a sapere tutta Italia. Usa poche parole ma lo fa nel modo giusto, mentre dall'altra parte il silenzio sa di finzione scenica. Per carità non è che Mourinho ci sta antipatico, è che semplicemente Marino è più simpatico. Perchè arrivare a portare l'Udinese al primo posto senza clamori significherà qualcosa.

Ma il merito non è solo del tecnico: la squadra sta trovando una amalgama perfetta come conviene ad un ottimo piatto dove i sapori si mescolano a meraviglia senza sopraffarsi, pur essendo tutti indispensabili. Uno di questi ingredienti è sicuramente Pepe. Cuore e polmomi di questa Udinese, spirito di sacrificio indomito e chilometri macinati ogni domenica. Altro che una vita da mediano! Ora Ligabue deve coniare anche una vita da laterale, sempre là, là in parte, sperando di arrivare lucido sotto porta. Quest'anno è migliorato anche sotto questo aspetto, e la convocazione in nazionale è la ciliegina di una carriera fatta di sacrificio e volontà, quella che l'ha convinto a rimanere a Udine l'anno passato quando sembrava l'ultima scelta. Lui ci ha creduto, Marinho ha fatto il resto.

Ma i meriti si devono dividere: quindi impossibile non citare un Handanovic indispensabile, un Domizzi roccioso, un Coda maturato finalmente, un Ferronetti giocatore da fantacalcio, un Lukovic sempre in crescita, un D'Agostino che meriterebbe più riflettori, un Inler senza eguali, un Isla che sembra un veterano, un Di Natale da 10, un Quagliarella sempre prezioso e senza dimenticare naturalmente tutti gli altri ingredienti altrettanto fondamentali in un campionato senza fiato.

Si perchè una chiave di veduta dell'Udinese prima è proprio l'aver saputo alla fine sostenere al meglio un calendario impegnativo, non tanto per gli avversari quanto per la vicinanza degli eventi. Problema comune che però a queanto pare per chi gioca in Europa non ha gli stessi risultati: Il Milan stenta ancora, la Fiorentina (tranne ieri) e la Juve sembrano spompate dopo le gare di Champions, non parliamo del Napoli oramai escluso dall'Europa e della Samp. L'Udinese regina insegna anche qui, ma attenzione perchè i rigori dell'inverno (anche quelli contro) devono ancora arrivare. Questo infondo è solo il piatto di antipasti, dove l'Udinese primeggia. A dire il vero lo fa anche Mourinho all'Inter, ma vuoi mettere la soddisfazione di avere i suoi stessi punti? Per questo se chiedete a Marinho se gli piace essere chiamato così lui vi risponderà 'io sono solo Marino', e questa, signori è solo l'Udinese.