INTERVISTA PREPARTITA A CASTELLINI
Paolo Castellini, con l’arrivo del nuovo allenatore sono decisamente migliorate le prestazioni sue e di Zenoni che agite sugli esterni: vi ha favorito il cambio di assetto o è una questione fisica?
“Evidentemente da quando è arrivato Guidolin è cambiato qualcosa, sia come organizzazione di gioco, che a livello fisico, in quanto adesso si fa un lavoro molto basato sulla quantità, ma anche sulla qualità e questo ci ha portato a stare tutti quanti meglio fisicamente. Per gli esterni è fondamentale stare quasi al 100%, altrimenti è dura, perché la fascia è lunga: è vero che ci sono i tre centrali dietro che possono proteggere, però devi anche dare delle coperture e per questo devi correre molto, quindi è un ruolo abbastanza dispendioso. Abbiamo lavorato molto di più sul campo, sotto tanti punti di vista, uno, appunto, è quello fisico, ma anche a livello tattico, perché cambiando sistema di gioco devi andare a rivedere i movimenti basilari che se non sono provati difficilmente riescono sul campo. Tutto questo ha concorso a farci fare risultati migliori.“
Come si trova a giocare esterno sinistro nel 3 5 2?
“Ho giocato tanto tempo in questo ruolo, perché nei quattro anni che avevo fatto a Torino venivo quasi sempre schierato così. Come dicevo poco fa è chiaro, però, che per rendere al meglio devi stare bene fisicamente, avere una squadra che ti supporti e giocatori propensi a questo sistema di gioco. E’ necessaria la massima disponibilità da parte di tutti e spirito di sacrificio. Ci sono giocatori che, come è stato scritto, al momento sono sacrificati, ma che possono trovare spazio anche in un modulo del genere: l’allenatore è disponibile a qualsiasi tipo di soluzione, per trovare la collocazione migliore per noi giocatori e per fare dei punti.”
A suo tempo Cagni aveva fatto una preparazione più basta sul fondo per farvi venire fuori alla distanza?
“Non c’è la controprova, avendo terminato il suo lavoro a fine settembre: non potremo mai sapere se saremmo venuti fuori alla distanza o meno. Io ricordo che tutte le squadre allenate da Cagni mi hanno sempre dato del filo da torcere, emblematica la partita contro l’Empoli di due anni fa. Probabilmente abbiamo sbagliato tutti, noi compresi: non essere al 100% della forma all’inizio ci può stare, perché il campionato è lungo. Ma ora l’importante è guardare alla situazione attuale: secondo me stiamo lavorando tanto e bene, ed abbiamo ancora margini di miglioramento. Noto che c’è grande disponibilità da parte di tutti: secondo me abbiamo l’allenatore giusto per uscirne completamente.”
Il fatto di sapere di essere la squadra col maggior tasso tecnico, magari inconsapevolmente, vi fa andare in campo con la presunzione di poter vincere facilmente? Con la Triestina e a Piacenza anche l’allenatore ha parlato di un passo indietro e forse si riferiva proprio a questo…
“Sicuramente da parte nostra non c’è questo pensiero, anche se questa sensazione può essere stata avvertita o dall’allenatore o da chi ha seguito la partita fuori dal campo. Non credo che sia stato fatto un passo indietro a livello mentale; magari lo abbiamo fatto nel gioco, o in qualche atteggiamento, ma certo non abbiamo sottovalutato l’avversario, né ci siamo sentiti già al massimo, perché sappiamo di non esserlo, visto che ancora concediamo troppo all’avversario o commettiamo errori banali. Siamo sulla strada giusta e in questo momento non siamo da considerare nemmeno lontani parenti di quelli che eravamo ad inizio campionato. Questo senza voler addossare colpe a qualcuno, ma per colpa nostra. Ci può anche stare di fare fatica in casa con la Triestina, che quando era venuta qui aveva più punti di noi e ci starà lunedì di fare fatica con il Bari che ha più punti di noi e quindi in questo momento è più forte.”
Certo non si può parlare di mancanza di tenuta fisica, visto che chiudete le gare sempre in crescendo…
“Infatti non è un problema fisico, perché fisicamente stiamo bene: per quanto lavoriamo, da questo punto di vista, non ci sono grossi problemi. Il fatto è che tutte le squadre che ci affrontano lo fanno in maniera quasi perfetta, non ci lasciano spazi e questo ci fa avere un po’ di difficoltà, ma basta avere più pazienza nel giocare la palla e prima o poi trovare l’azione giusta per affondare. E’ chiaro che fare questo porta a scoprirci o a fare dei piccoli errori che ancora adesso ci condannano ogni volta. Ma le grosse reazioni che abbiamo avuto da quando è arrivato Guidolin stanno a significare che la squadra è viva e ci crede e fa dei risultati che prima erano impensabili.”
Lei è autore di una bella favola: dopo aver dedicato un gol a Pisanu, fino a quel momento sempre in tribuna, nella gara successiva ha confezionato per lui un assist valso il pareggio col Piacenza…
“Al di là dell’amicizia che ci lega il mio timore era quello che le mie parole potessero essere interpretate come un consiglio all’allenatore. Io conosco il valore di Pisanu e lo sanno tutti. Io volevo soltanto spronare Andrea, per dirgli di non mollare, cosa che peraltro sapevo perfettamente non avrebbe fatto. Il calcio è veramente bello per questo ed il destino è davvero incredibile: su una palla messa così, lui che di testa avrà preso cinque palle in vota sua, ha messo il pallone proprio dove era impossibile metterlo, segnando un gol impossibile. I cerchi si chiudono sempre… Adesso speriamo di andare avanti così, facendoci dediche a vicenda: se portano dei risultati…”
Il suo timore è capibile, ma non crede sia giusto che l’allenatore ascolti anche chi conosce meglio di lui qualche giocatore?
“Da questo punto di vista con Guidolin non ci sono problemi: ha una umiltà incredibile, tanto è vero che quando prepariamo le partite è lui il primo a chiederci di correggerlo qualora sbagliasse qualcosa, perché non è detto che un allenatore debba conoscere tutti, perché in serie B ci sono tanti giocatori giovani o che hanno fatto categorie inferiori che per forza di cose non si conoscono. E’ il primo a chiedere consigli a noi e da questo punto di vista abbiamo solo da imparare, perché dovremmo essere un po’ tutti così. Nel nostro ambiente tutti possono dare il proprio contributo in termini di conoscenza e questo è importante per preparare bene la partita.”
E’ un campionato molto equilibrato…
“Sì, il campionato è abbastanza livellato e siamo più o meno tutti lì: per sfortuna il tasso tecnico finora non è emerso, se no avremmo potuto essere primi con dei punti di vantaggio. Nel calcio,però, contano anche altri aspetti, ed è così anche in serie A: prima di tutto vengono la voglia, l’umiltà, la disponibilità che è quella che dovremmo avere sempre e che ora con Guidolin abbiamo. Questo atteggiamento ci porterà a fare dei risultati importanti.”
Delle dodici squadre incontrate fino ad ora quale la più impressionata?
“L’Albinoleffe: quando l’abbiamo affrontata noi era sicuramente la più quadrata e quella messa meglio in campo. E’ quella che mi ha colpito di più, perché, pur non avendo giocatori di nome, era davvero organizzatissima e ci ha messo in difficoltà. Per il resto direi che tutte le squadre che abbiamo affrontato sono abbastanza simili.”
Contro il Bari giocherete con il 3 4 3 sperimentato giovedì in amichevole?
“Ancora non sappiamo bene come giocheremo. L’amichevole può aver detto questo, anche se abbiamo giocato quasi più a cinque, a metà campo: sicuramente l’intenzione è quella di andare avanti con i tre difensori dietro e poi variare più avanti a seconda delle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione. A seconda della zona o un mezzo sinistro o un mezzo destro possono diventare mezza punta…”
Lei oggi ha sul petto la coccarda dell’AIRC…
“Sì perché in questo turno di campionato si celebra la giornata per la Ricerca sul Cancro e tutti noi siamo chiamati a fare un gol per la ricerca. Speriamo che sia davvero così e che al di là dei tanti grandi campioni testimonial dell’iniziativa anche giocatori o persone normali come noi possano dare il contributo per questo scopo facendo una donazione al numero 48544.”