Verso Pavia-Foggia
Inviato: 17.12.11 - 12:54
Foggia, vinci e chiudi
sabato 17 dicembre 2011
Un avversario morbido, per un momentaneo atterraggio morbido. Così la classifica introduce Pavia-Foggia. Come un’ottima chance per chiudere bene l’anno solare e per rimandare il tutto, al 2012. Per godersi il panettone e per pianificare operazioni di mercato (ci saranno, sì?) senza l’assillo di una classifica che continua a far lampeggiare la sirena. Magari, a cavallo tra il “rompete le righe” e l’inizio del girone di ritorno, ci sarà pure spazio per i rumors (chiacchiericcio, ridda di voci e nient’altro, per il momento) societari. Ma ora è il campo che deve disegnare meglio i connotati del Foggia e presentarlo al girone di ritorno, guarito, se non altro, dagli effetti delle ridondanti crisi di identità.
Il Pavia offre su un piatto d’argento la possibilità di dare continuità e di dimostrare che lo sgambetto alla Ternana non è stato solo un episodio e soprattutto la chance di allungare sul margine superiore della zona play-out. In questo senso, il colpo esterno del Benevento di Imbriani (nove punti su nove in dodici giorni), è un ulteriore dato positivo.
Sarà che ci sono cerotti e squalifiche (per un totale di sette indisponibili), sarà pure che i lombardi sono reduci da un pareggino niente male nel derby lombardo col Tritium (a Monza), ma il dato di fatto è che, in questo momento, forse il Pavia è tra gli avversari migliori da affrontare.
Una sola vittoria in casa, più di due mesi fa, col “pericolantissimo” Foligno.
L’anno che si chiude è stato tra i più strani della storia recente del Foggia.
Dal sogno play-off svanito sotto il segno indelebile della Z (di Zeman, non di Zorro), alle delusioni del flop bonacinesco, passando per l’eccessiva duttilità di una squadra che proprio non è riuscita a fare amicizia con la totalità del suo pubblico. Neanche sotto la gestione di Paolo Stringara, che pure potrà ricominciare da qualche certezza acquisita in più.
L’anno che va a morire, era cominciato con una brutta sconfitta (Lucca, 4-2) in un momento oggettivamente positivo. E’ lo stesso anno che ha cominciato a chiudere i battenti con una bella vittoria caduta sullo Zaccheria, mentre la contemporaneità faceva presagire l’esatto opposto.
Per avvalorare la tesi della contraddizione, bisogna battere il Pavia. E’ il prezzo di un panettone da gustare tranquilli, pensando a quello che potrebbe essere.
Fonte: Antonio Di Donna - Il Mattino di Foggia e Provincia
sabato 17 dicembre 2011
Un avversario morbido, per un momentaneo atterraggio morbido. Così la classifica introduce Pavia-Foggia. Come un’ottima chance per chiudere bene l’anno solare e per rimandare il tutto, al 2012. Per godersi il panettone e per pianificare operazioni di mercato (ci saranno, sì?) senza l’assillo di una classifica che continua a far lampeggiare la sirena. Magari, a cavallo tra il “rompete le righe” e l’inizio del girone di ritorno, ci sarà pure spazio per i rumors (chiacchiericcio, ridda di voci e nient’altro, per il momento) societari. Ma ora è il campo che deve disegnare meglio i connotati del Foggia e presentarlo al girone di ritorno, guarito, se non altro, dagli effetti delle ridondanti crisi di identità.
Il Pavia offre su un piatto d’argento la possibilità di dare continuità e di dimostrare che lo sgambetto alla Ternana non è stato solo un episodio e soprattutto la chance di allungare sul margine superiore della zona play-out. In questo senso, il colpo esterno del Benevento di Imbriani (nove punti su nove in dodici giorni), è un ulteriore dato positivo.
Sarà che ci sono cerotti e squalifiche (per un totale di sette indisponibili), sarà pure che i lombardi sono reduci da un pareggino niente male nel derby lombardo col Tritium (a Monza), ma il dato di fatto è che, in questo momento, forse il Pavia è tra gli avversari migliori da affrontare.
Una sola vittoria in casa, più di due mesi fa, col “pericolantissimo” Foligno.
L’anno che si chiude è stato tra i più strani della storia recente del Foggia.
Dal sogno play-off svanito sotto il segno indelebile della Z (di Zeman, non di Zorro), alle delusioni del flop bonacinesco, passando per l’eccessiva duttilità di una squadra che proprio non è riuscita a fare amicizia con la totalità del suo pubblico. Neanche sotto la gestione di Paolo Stringara, che pure potrà ricominciare da qualche certezza acquisita in più.
L’anno che va a morire, era cominciato con una brutta sconfitta (Lucca, 4-2) in un momento oggettivamente positivo. E’ lo stesso anno che ha cominciato a chiudere i battenti con una bella vittoria caduta sullo Zaccheria, mentre la contemporaneità faceva presagire l’esatto opposto.
Per avvalorare la tesi della contraddizione, bisogna battere il Pavia. E’ il prezzo di un panettone da gustare tranquilli, pensando a quello che potrebbe essere.
Fonte: Antonio Di Donna - Il Mattino di Foggia e Provincia