Top 10 Serie A 2012/2013
Inviato: 21.05.13 - 06:20
In mezzo a un campionato di polemiche, ci sono state anche delle belle cose. Gol, giocate, momenti di sano sport. Sempre di meno, ultimamente, ma raccontare un qualcosa di positivo rischia di apparire stucchevole. I temi rimangono sul tavolo, tentando di tracciare un elenco di momenti da ricordare.
L'infallibità di Balotelli - Non ha ancora trovato un portiere, nella sua non più giovanissima carriera, che lo abbia ipnotizzato dal dischetto. Il primo che lo farà vincerà un premio speciale, probabilmente, ma la sua mira da cecchino degli undici metri porta il Milan in Champions League. Dodici gol in tredici partite, ha l'impatto di un asteroide nella corsa al terzo posto. Si può poi discutere molto su ciò che lo circonda - polemiche razziali, arbitrali - ma il dato rimane.
Il Catania - Ma che bella formazione, quella di Rolando Maran, che gioca a memoria e sembra un piccolo Bayern fra le mura amiche del Massimino. Qualche volta esagera a specchiarsi - e fermarsi - ma il giocattolo costruito da Pulvirenti riesce ad andare con le proprie gambe pure senza Lo Monaco e Montella. Uno spicchio di Buenos Aires in Italia, l'anno prossimo sarà il più difficile per capire che aspirazioni legittimamente avere.
Arturo Vidal - Una macchina, un rullo compressore, il signore del centrocampo. Da aggiungere i gol in campionato che lo portano oltre la doppia cifra e la sua valutazione che è cresciuta del 400% in due anni. La Juventus ringrazia Marotta per il suo acquisto, Conte per come lo gestisce. Un po' meno il mercato che lo lusinga, poiché i tanti estimatori rischiano di portare il prezzo a crescere sempre di più. E, tanto per Zidane come per Cristiano Ronaldo, nessuno è esente da cessioni.
Super Cavani - Ventinove gol, altrettanti pali - non contati uno per uno, ma non troppo distante dalla realtà - e una posizione da dominatore incontrastato. Ogni volta che tocca il pallone gli avversari incominciano a tremare. Velocità, tecnica, corsa, capacità di difendere e fare partire l'azione. Segna in qualsiasi modo, migliorando a lungo andare pure il suo tallone d'Achille: per Shaquille O'Neal erano i tiri liberi, per Cavani i rigori.
Immortale Di Natale - A poca distanza, relativamente, dal Matador c'è l'altro napoletano, seppur friulano di adozione. Le reti di Totò non sono mai banali, come quella segnata nell'ultima partita di stagione contro l'Inter, e in coppia con Muriel può davvero dare delle soddisfazioni. C'è da vedere se il brasiliano giocherà ancora nell'Udinese nella prossima stagione. Perché Di Natale sarà ancora a deliziare la platea del nuovo stadio bianconero.
Vladimir Petkovic - Strepitoso finché ha una squadra, paga alla distanza le scelte cervellotiche della società, come quella di comprargli Saha (?) per una moria generale di attaccanti. Arrivato in punta di piedi, per lui ci sarebbe la possibilità di andare al Borussia Dortmund a sostituire Jurgen Klopp. Non è una sicurezza, ma qualora dovesse vincere la Champions il tedesco sarebbe un buon obiettivo per il Real.
Il poker di attaccanti del Cagliari - Ibarbo, Sau, Pinilla, Thiago Ribeiro. Dai loro piedi passa la salvezza della formazione di Lopez, in particolare i primi due danno un apporto fondamentale nei momenti migliori della stagione, con gol e fiammate che accenderebbero il pubblico di Cagliari. Peccato che lo stadio è davvero un miraggio, la scelta di Is Arenas è parsa errata fin da subito. Sperando che il sostentamento economico non passi da una loro svendita. E Nené? Ha fatto troppo poco.
Il tiki taka della Fiorentina - Palla c'è, palla non c'è. Borja Valero, Pizarro e Aquilani formano il centrocampo più tecnico della Serie A, a cui si aggiungono anche Mati Fernandez - che però non si è integrato benissimo - e Wolski, ancora troppo acerbo per il nostro campionato. In ogni caso un piccolo Barcellona che riesce a ripartire dopo la cessione di Nastasic, la rifondazione del dopo Montolivo e a rigenerare pure Luca Toni. Unico lato negativo, l'annata non troppo positiva di Jovetic.
La difesa della Juventus - Ventiquattro gol subiti sono davvero pochi, soprattutto se giochi in tre competizioni con i difensori quasi contati. Chiellini, Bonucci e Barzagli sono i tre tenori del campionato per quel che concerne la fase difensiva, in una stagione dove la seconda miglior retroguardia ne ha subiti la metà in più dei tuoi (36).
Il Chievo - Come ogni anno si salva abbastanza tranquillamente, nonostante all'inizio sembri sempre una delle papabili retrocesse. Questa stagione era più semplice perché due squadre, almeno sulla carta e ai nastri di partenza, erano designate per la Serie B fin dall'inizio. Però arrivare a metà stagione lanciando sconosciuti è decisamente apprezzabile. Sartori trenta e lode.
Fonte:corrieredellosport
L'infallibità di Balotelli - Non ha ancora trovato un portiere, nella sua non più giovanissima carriera, che lo abbia ipnotizzato dal dischetto. Il primo che lo farà vincerà un premio speciale, probabilmente, ma la sua mira da cecchino degli undici metri porta il Milan in Champions League. Dodici gol in tredici partite, ha l'impatto di un asteroide nella corsa al terzo posto. Si può poi discutere molto su ciò che lo circonda - polemiche razziali, arbitrali - ma il dato rimane.
Il Catania - Ma che bella formazione, quella di Rolando Maran, che gioca a memoria e sembra un piccolo Bayern fra le mura amiche del Massimino. Qualche volta esagera a specchiarsi - e fermarsi - ma il giocattolo costruito da Pulvirenti riesce ad andare con le proprie gambe pure senza Lo Monaco e Montella. Uno spicchio di Buenos Aires in Italia, l'anno prossimo sarà il più difficile per capire che aspirazioni legittimamente avere.
Arturo Vidal - Una macchina, un rullo compressore, il signore del centrocampo. Da aggiungere i gol in campionato che lo portano oltre la doppia cifra e la sua valutazione che è cresciuta del 400% in due anni. La Juventus ringrazia Marotta per il suo acquisto, Conte per come lo gestisce. Un po' meno il mercato che lo lusinga, poiché i tanti estimatori rischiano di portare il prezzo a crescere sempre di più. E, tanto per Zidane come per Cristiano Ronaldo, nessuno è esente da cessioni.
Super Cavani - Ventinove gol, altrettanti pali - non contati uno per uno, ma non troppo distante dalla realtà - e una posizione da dominatore incontrastato. Ogni volta che tocca il pallone gli avversari incominciano a tremare. Velocità, tecnica, corsa, capacità di difendere e fare partire l'azione. Segna in qualsiasi modo, migliorando a lungo andare pure il suo tallone d'Achille: per Shaquille O'Neal erano i tiri liberi, per Cavani i rigori.
Immortale Di Natale - A poca distanza, relativamente, dal Matador c'è l'altro napoletano, seppur friulano di adozione. Le reti di Totò non sono mai banali, come quella segnata nell'ultima partita di stagione contro l'Inter, e in coppia con Muriel può davvero dare delle soddisfazioni. C'è da vedere se il brasiliano giocherà ancora nell'Udinese nella prossima stagione. Perché Di Natale sarà ancora a deliziare la platea del nuovo stadio bianconero.
Vladimir Petkovic - Strepitoso finché ha una squadra, paga alla distanza le scelte cervellotiche della società, come quella di comprargli Saha (?) per una moria generale di attaccanti. Arrivato in punta di piedi, per lui ci sarebbe la possibilità di andare al Borussia Dortmund a sostituire Jurgen Klopp. Non è una sicurezza, ma qualora dovesse vincere la Champions il tedesco sarebbe un buon obiettivo per il Real.
Il poker di attaccanti del Cagliari - Ibarbo, Sau, Pinilla, Thiago Ribeiro. Dai loro piedi passa la salvezza della formazione di Lopez, in particolare i primi due danno un apporto fondamentale nei momenti migliori della stagione, con gol e fiammate che accenderebbero il pubblico di Cagliari. Peccato che lo stadio è davvero un miraggio, la scelta di Is Arenas è parsa errata fin da subito. Sperando che il sostentamento economico non passi da una loro svendita. E Nené? Ha fatto troppo poco.
Il tiki taka della Fiorentina - Palla c'è, palla non c'è. Borja Valero, Pizarro e Aquilani formano il centrocampo più tecnico della Serie A, a cui si aggiungono anche Mati Fernandez - che però non si è integrato benissimo - e Wolski, ancora troppo acerbo per il nostro campionato. In ogni caso un piccolo Barcellona che riesce a ripartire dopo la cessione di Nastasic, la rifondazione del dopo Montolivo e a rigenerare pure Luca Toni. Unico lato negativo, l'annata non troppo positiva di Jovetic.
La difesa della Juventus - Ventiquattro gol subiti sono davvero pochi, soprattutto se giochi in tre competizioni con i difensori quasi contati. Chiellini, Bonucci e Barzagli sono i tre tenori del campionato per quel che concerne la fase difensiva, in una stagione dove la seconda miglior retroguardia ne ha subiti la metà in più dei tuoi (36).
Il Chievo - Come ogni anno si salva abbastanza tranquillamente, nonostante all'inizio sembri sempre una delle papabili retrocesse. Questa stagione era più semplice perché due squadre, almeno sulla carta e ai nastri di partenza, erano designate per la Serie B fin dall'inizio. Però arrivare a metà stagione lanciando sconosciuti è decisamente apprezzabile. Sartori trenta e lode.
Fonte:corrieredellosport