E' stato l'eroe della notte di Goteborg, il centravanti riccioluto che appose il sigillo 141 volte con la casacca blucerchiata, il partner d'attacco di Roberto Mancini, ma anche un uomo che ha continuato ad incarnare quello stile unico che ci è stato tramandato e porta tuttora nel cuore quei colori indimenticabili.
Quando qualcuno mostra disappunto se nel mercato attuale blucerchiato viene fatto il nome di un giovane non ancora affermato, bisognerebbe ricordargli che anche la Samp di Paolo Mantovani puntò su alcuni promettenti talenti ancora poco conosciuti. Vialli, ad esempio, arrivò in sordina nel 1984 e ad accogliere quel ventenne proveniente dalle giovanili del Pizzighettone e cresciuto calcisticamente nella Cremonese c'erano appena una ventina di tifosi. Dall'esordio in serie A alla finale di Coppa dei Campioni, trascorse un cammino durato otto stagioni costellate di successi e trofei, un ciclo vincente oltre i limiti della più fervida immaginazione dei tifosi blucerchiati.
I numeri parlano chiaro: Vialli è il detentore del record di reti in Coppa Italia in una singola stagione (13 nell''88-'89), autore della doppietta ai tempi supplementari con cui infranse i sogni dell'Anderlecht a Goteborg, portando in trionfo i colori blucerchiati in Coppa delle Coppe; capocannoniere della stagione dello Scudetto (tra i suoi goal, resta indelebile quello festeggiato con una capriola a S. Siro contro la diretta concorrente Inter) trasformando il "Veni, vidi, vici" della Vita di Cesare in un "Vidi, Vialli, vinsi" rigorosamente blucerchiato. Ceduto alla Juventus dopo la notte di Wembley, Luca Vialli ha chiuso la carriera in Inghilterra, portando con sé l'affetto della gente blucerchiata, la stessa che gli dedicò la frase: "Lontano da noi capirai cosa vuol dire essere amato".
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