Con fatica e abilità a 23 anni dall’ultima volta la Spal è tornata in Serie B. Con il pareggio 1-1 di ieri contro l’Arezzo anche la matematica incorona la squadra ferrarese a vincitrice del girone B della Lega Pro e a neopromossa nel campionato cadetto. Il calcio che conta riabbraccia così una squadra storica del pallone italiano, di cui fu protagonista – pur senza trofei – per 16 anni fino ai ’70.
Due rifondazioni. Aveva anche rischiato di scomparire, nel frattempo, la Società Polisportiva Ars et Labor, per citare per intero il significato dell’acronimo che compone il nome della squadra biancoazzurra. Ben due le rifondazioni post-fallimento, nel 2005 e nel 2012 quando, per la prima volta, la Spal, diventata Real Spal, si trovò fuori dai professionisti. Vi è tornata l’anno successivo non sul campo, ma a seguito dell’accordo con la Giacomense di Masi San Giacomo, la cui proprietà ha rilevato il marchio storico della Spal trasferendo a Ferrara il titolo sportivo di Lega Pro Seconda Divisione e l’intera struttura dirigenziale.
Un primo posto mai lasciato. Stavolta invece il trionfo è stato gustato giornata per giornata dagli spalti del Mazza, lo stadio di Ferrara dedicato a Paolo Mazza, allenatore, poi ds, poi presidente per 30 anni della Spal. Miglior attacco (57 gol fatti) e migliore difesa del campionato (22 gol subiti), un primo posto preso in avvio di stagione, perso per due turni e mai più lasciato da novembre a oggi, guidata anche dall’esperto attaccante Marco Cellini, una vita in Serie B e 17 reti quest’anno in Lega Pro. Un cammino per cui aveva buttato le basi già lo scorso anno il tecnico Leonardo Semplici, subentrato a metà stagione dopo un avvio deludente e poi arrivato a sfiorare i playoff.
La storia del club. La Società Polisportiva Ars et Labor nacque in un oratorio come circolo religioso e sportivo nel 1907. I colori sono il bianco e l’azzurro perché erano quelli dello stemma dei salesiani, a strisce verticali dal 1963, ma in origine la maglia era azzurra e le maniche bianche. Una cosa hanno in comune allenatori di successo come Fabio Capello, Osvaldo Bagnoli, Alberto Bigon, Edj Reja: giovanissimi hanno tutti giocato nella Spal fra il ‘65 e il ’69 agli ordini di Francesco Petagna. Il tecnico della Juventus Massimo Allegri, invece, era sulla panchina biancoazzurra nel 2004/05 in C1, e nei giorni scorsi ha fatto i complimenti alla squadra e festeggiato l’imminente promozione.
E adesso si riparte. In Serie A la Spal ha vissuto a lungo, 21 stagioni in totale, di cui 16 da quando c’è il girone unico: e nella classifica perpetua
della massima serie dal 1929, ottenuta sommando tutti i punti conquistati in A nella propria storia, è al 26esimo posto. Poi nel 1993 la retrocessione e la discesa nelle serie inferiori, fino ai fallimenti societari. Ora la storia può ripartire, l’acronimo più famoso del calcio italiano dopo tante tribolazioni si riprende il suo posto con vista al Paradiso. In estate ci sarà da costruire una squadra di livello per la B, per ora ci si può godere la festa.