Ha convissuto e convive da un po’ con un problema al ginocchio e durante il viaggio aereo di ritorno da Dublino ha rivelato la spina che lo punge: “Gioco con un menisco rotto, sento dolore e presto sarò operato”. Molta precisione nella diagnosi dell’infortunio, altrettanta vaghezza nei tempi di intervento e quindi di recupero.
In via Mercalli, centro di Milano, c’è una delle entrate della clinica “Capitanio”. Quando alle 12:35 di ieri una Fiat Croma nera con vetri oscurati spenge il motore di fronte all’ingresso, gli occhi dei curiosi si aprono maggiormente. L’autista aspetta che scendano i due passeggeri, uno dei quali è Gianluigi Buffon: solo un accenno di sorriso e poi via.
Qualcuno racconta di una camminata claudicante, per altri è solo anchilosato dopo il viaggio in automobile. La verità è che la clinica milanese non ha, per ora, come degente il signor Buffon: la mattinata libera di ieri è stata utile per andare a trovare un amico malato nella “Capitanio”.
“Un menisco rotto è un infortunio di portata modesta”, ha detto il professor Enrico Castellacci, durante il ritiro in nazionale. Ma il movimento articolare non pulitissimo del portiere ha fatto pensare e dubitare i giornalisti (e i passanti) di via Mercalli.