Catania, sprint salvezza, al tappeto una brutta Lazio
Gli uomini di Zenga vincono 1-0 grazie a un gol di Paolucci e si allontanano dalla zona calda. Prova tutta grinta dei siciliani, mentre gli ospiti si sono resi pericolosi in rare occasioni. Bizzarri para un rigore a Pandev
CATANIA, 21 marzo 2009 - E' arrivata la primavera, a Catania. Non che prima fosse inverno, sportivamente parlando, ma la vittoria 1-0 dei siciliani sulla Lazio sa tanto di missione quasi compiuta. Missione salvezza, ovvio. Bel gioco, prestazione convincente, tre punti in cassaforte: +13 punti sulla terz'ultima, in attesa che si completi il 29° turno. Zenga può ritenersi soddisfatto; Paolucci, autore del gol decisivo, deve ritenersi soddisfatto. Di contro, Lazio deludente e svagata. L'eventuale pareggio raggiunto su rigore sarebbe stata una maschera troppo sottile per coprire le magagne. Ma Pandev, il tiro dagli 11 metri l'ha sbagliato. Giusto così.
TRIDENTE - Era nell'aria, ma sulla carta si vede solo al fischio iniziale: Zenga non vuole coprirsi e sceglie il tridente. Paolucci dentro, quindi, e non Izco. Accanto a lui, Martinez e Mascara. Lazio senza Matuzalem (dentro Manfredini) e che, nella rotazione delle punte, lascia fuori Zarate. Kolarov squalificato, in difesa si rivede Radu.
OVUNQUE MASCARA - Superare la metà campo: nel primo quarto d'ora la missione degli ospiti, non sempre coronata dal successo, è questa. Perché il Catania spinge di brutto: corsa e pressing, ripartenze e copertura efficace degli spazi. Il miglior interprete della sarabanda siciliana si chiama, e come altrimenti, Peppe Mascara. Largo a sinistra, scopre le lacune difensive di Foggia e mette nei guai Lichtsteiner. In più copre. Uno così è pane vero per ciascun allenatore. Il fantasista siciliano sfiora anche due volte il gol su punizione.
BREAK - Il brutto per la Lazio è che quando mette fuori il naso prende gol in contropiede. Da calcio d'angolo, peraltro. Il break catanese è di rara efficacia. Da Tedesco a Mascara, che vede l'inserimento di Pablo Ledesma: sinistro dell'argentino che diventa un assist per Paolucci. A porta vuota il prodotto del vivaio Juve non può esimersi. E' l'1-0, il suo settimo gol in campionato. Rossi capisce che la mareggiata è in arrivo, e per coprirsi inverte gli esterni. Mossa che paga i suoi dividendi, perché Foggia a sinistra fa più paura, non dovendo marcare Mascara. E a fine primo tempo sfiora il gol, addirittura di testa.
MOLLE PANDEV - Illusorio, il finale di primo tempo degli ospiti. Con Bizzarri che vola all'angolino per smanacciare fuori un destro al volo di Lichtsteiner. Segnali di vita abbastanza estemporanei. Come estemporanea, per non dire sorprendente, è l'azione che porta Pandev a tu per tu con Bizzarri. Silvestre, per evitare guai, abbatte il macedone. Rigore e ammonizione. Dal dischetto l'ex di Ancona e Inter, però, si fa ipnotizzare dal portiere argentino. Brutto, il sinistro di Pandev. Di lì a poco sostituito da Zarate.
GRINTA - Di pericoli, in area catanese, non ne arrivano più. Dall'altra parte, in compenso, Paolucci butta via un paio di contropiede, ma la grinta che mettono i vari Tedesco e Biagianti sommerge il centrocampo laziale. Il finale è abbastanza sereno dalle parti di Bizzarri; Zenga urla ai suoi di crederci, e di continuare a lottare. Incitamento retorico, la squadra fa da sé. Rossi butta dentro anche Meghni, per cercare un guizzo. Niente. Il fischio finale profuma tanto di "quasi salvezza" per i siciliani. Zenga vuole 42 punti, per ora il Catania è a 37. Ma potrebbe arrivare presto alla quota prestabilita. La Lazio? Rimandata. Alla Coppa Italia, di fatto l'ultima possibilità per i biancocelesti di arrivare in Europa.