L'Inter vince la coppa Italia
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Missione compiuta. L’Inter vince la coppa Italia e sfata maledizioni e tabù. Basta "non vincete mai", il coro di sfottò che negli ultimi anni accompagnava inevitabilmente i nerazzurri in ogni stadio d’Italia. L’Inter alza una coppa in una calda serata milanese di inizio estate. Va bene, non sarà la Champions League, tra l’altro neanche le somiglia, ma è comunque un buon viatico per successi futuri. Vincere è una piacevole abitudine, l’importante è cominciare. I nerazzurri non alzavano un trofeo da Parigi 1998, quando Ronaldo trascinò la banda Simoni al successo in coppa Uefa. Nomi antichi, sembra quasi preistoria: nel calcio, si sa, il passato si dimentica il giorno dopo.
La coppa Italia mancava dalla bacheca del club di via Durini addirittura dal 1982; per riconquistarla, per la quarta volta, c’è voluto lo specialista Mancini, al nono hurrà in questa competizione, sei da giocatore e tre da tecnico con altrettante squadre: Fiorentina, Lazio e adesso Inter. Adesso comincia il difficile. Le aspettative salgono, e il prossimo anno in casa Inter gli obiettivi saranno soltanto due: Champions League e scudetto. Per conquistarli Moratti adotterà la linea della continuità, l’unica percorribile. Dopo il successo parigino di sette anni fa in poco tempo cambiò interpreti e canovaccio e il film nerazzurro perse colore e diventò un malinconico bianco e nero. Adesso il generoso e appassionato patron nerazzurro ripartirà con due certezze: il Mancio in panchina, che, spesso criticato, ha risposto ottenendo un successo che era sfuggito ai tanti suoi precedecessori, tra l’altro ottenuto prediligendo il gioco: provando, sempre e comunque, a fare la partita. Contro ogni avversario. E poi Adriano. L’Imperatore nerazzurro. Su questa coppa Italia c’è impressa a chiare lettere la sua firma: all’Olimpico, nella gara d’andata, ha mostrato tutto il suo repertorio: gol di sinistro e di testa, giocate di potenza e di fioretto. Se l’Inter spera di aprire un ciclo di successi il brasiliano non può che essere il leader designato della squadra del prossimo futuro.
La Roma conclude male una stagione tribolata, iniziata subito con il piede sbagliato, con la dolorosa rinuncia di Prandelli. La girandola di allenatori, dal tecnico di Orzinovi a Voeller, passando per Sella, Del Neri e poi Conti, non ha certo dato stabilità tecnica ad una formazione talentuosa in attacco quanto acerba nel reparto difensivo (Ferrari e Mexes hanno commesso parecchi peccati di gioventù). E anche a livello societario, con l’addio del d.s. Baldini, la continuità è diventata un optional. I giallorossi hanno comunque dato un senso alla stagione conquistando un posto Uefa per il prossimo anno. Ripartiranno da Totti, capitano e bandiera.
La partita di questa sera ha avuto nell’Inter una padrona sicura, fin dall’inizio. Stankovic e compagni non hanno brillato nel primo tempo, ma hanno comunque tenuto in mano le redini del gioco, amministrando il doppio vantaggio dell’andata.
La Roma si è fatta viva in avvio con un colpo di testa di De Rossi, spazzato in angolo da Materazzi, poi non si è più fatta pericolosa. L’Inter ci ha provato un paio di volte su punizione con Mihajlovic e altrettante con Kily Gonzalez, ma senza fortuna. Proprio l’argentino e Ze Maria hanno allargato bene il gioco costringendo Panucci e Chivu, schierato in fascia per mettere l’agile Cufrè, poi espulso, sulle piste di Martins, a limitare gli inserimenti offensivi. In mezzo al campo Stankovic ha fatto girare palla e Zanetti ha fatto legna, bloccando i rifornimenti per Totti e Cassano, peraltro poco assistiti. Nel secondo tempo già al 7’ l’eterno Mihajlovic, un pretoriano di Mancini, ha chiuso i conti per l’1-0 finale con il suo pezzo forte: la punizione dalla distanza. Il suo sinistro, potente ed angolato, non ha lasciato scampo a Curci. Poi una mezzora abbondante di passerella per i nerazzurri che nemmeno l’Aeroplanino Montella, inserito come mossa della disperazione da Conti per l’incontrista Dacourt all’inizio della ripresa, è riuscito a rovinare. Il decollo per una volta è stato tutto per l’Inter.
La coppa Italia mancava dalla bacheca del club di via Durini addirittura dal 1982; per riconquistarla, per la quarta volta, c’è voluto lo specialista Mancini, al nono hurrà in questa competizione, sei da giocatore e tre da tecnico con altrettante squadre: Fiorentina, Lazio e adesso Inter. Adesso comincia il difficile. Le aspettative salgono, e il prossimo anno in casa Inter gli obiettivi saranno soltanto due: Champions League e scudetto. Per conquistarli Moratti adotterà la linea della continuità, l’unica percorribile. Dopo il successo parigino di sette anni fa in poco tempo cambiò interpreti e canovaccio e il film nerazzurro perse colore e diventò un malinconico bianco e nero. Adesso il generoso e appassionato patron nerazzurro ripartirà con due certezze: il Mancio in panchina, che, spesso criticato, ha risposto ottenendo un successo che era sfuggito ai tanti suoi precedecessori, tra l’altro ottenuto prediligendo il gioco: provando, sempre e comunque, a fare la partita. Contro ogni avversario. E poi Adriano. L’Imperatore nerazzurro. Su questa coppa Italia c’è impressa a chiare lettere la sua firma: all’Olimpico, nella gara d’andata, ha mostrato tutto il suo repertorio: gol di sinistro e di testa, giocate di potenza e di fioretto. Se l’Inter spera di aprire un ciclo di successi il brasiliano non può che essere il leader designato della squadra del prossimo futuro.
La Roma conclude male una stagione tribolata, iniziata subito con il piede sbagliato, con la dolorosa rinuncia di Prandelli. La girandola di allenatori, dal tecnico di Orzinovi a Voeller, passando per Sella, Del Neri e poi Conti, non ha certo dato stabilità tecnica ad una formazione talentuosa in attacco quanto acerba nel reparto difensivo (Ferrari e Mexes hanno commesso parecchi peccati di gioventù). E anche a livello societario, con l’addio del d.s. Baldini, la continuità è diventata un optional. I giallorossi hanno comunque dato un senso alla stagione conquistando un posto Uefa per il prossimo anno. Ripartiranno da Totti, capitano e bandiera.
La partita di questa sera ha avuto nell’Inter una padrona sicura, fin dall’inizio. Stankovic e compagni non hanno brillato nel primo tempo, ma hanno comunque tenuto in mano le redini del gioco, amministrando il doppio vantaggio dell’andata.
La Roma si è fatta viva in avvio con un colpo di testa di De Rossi, spazzato in angolo da Materazzi, poi non si è più fatta pericolosa. L’Inter ci ha provato un paio di volte su punizione con Mihajlovic e altrettante con Kily Gonzalez, ma senza fortuna. Proprio l’argentino e Ze Maria hanno allargato bene il gioco costringendo Panucci e Chivu, schierato in fascia per mettere l’agile Cufrè, poi espulso, sulle piste di Martins, a limitare gli inserimenti offensivi. In mezzo al campo Stankovic ha fatto girare palla e Zanetti ha fatto legna, bloccando i rifornimenti per Totti e Cassano, peraltro poco assistiti. Nel secondo tempo già al 7’ l’eterno Mihajlovic, un pretoriano di Mancini, ha chiuso i conti per l’1-0 finale con il suo pezzo forte: la punizione dalla distanza. Il suo sinistro, potente ed angolato, non ha lasciato scampo a Curci. Poi una mezzora abbondante di passerella per i nerazzurri che nemmeno l’Aeroplanino Montella, inserito come mossa della disperazione da Conti per l’incontrista Dacourt all’inizio della ripresa, è riuscito a rovinare. Il decollo per una volta è stato tutto per l’Inter.
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giusto!!! m**** inter forza roma sempre pure in c2peppe ha scritto:secondo me hanno anche festeggiato poco, sarà che non si ricordano più come si fà!
forza roma sempre juve in b lazio in b milan in b fiorentina in b xke' state barando [img] http://www.avvelenata.it/giallorossi/soloroma.gif[/img]
http://www.forumcommunity.net/?c=32465
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LA COPPA
LA COPPA ITALIA A NOI PORTò TANTA SFORTUNA E MI FERMO QUA