Mmmh...non so quanto sia tremontana...da quanto ho letto i dati utilizzati e i criteri partono da 4 anni fa...e sono stati stilati da un'equipe selezionata all'interno del mondo universitario italiano...poi i dati e i criteri sono rimasti inutilizzati, e questi ricercatori che hanno svolto l'analisi sono anche stati derisi con frasi del tipo "pensavate fosse possibile cambiare l'università italiana" (questa è una testimonianza di uno di loro a RadioUno intorno al 20 luglio, non so essere più preciso perchè ero in ferie)...qualche mese fa sono stati ripresi e sono stati utlilizzati per ridistribuire una parte (non tutti, anzi, perchè si tratta di un esperimento) dei fondi che annualmente vengono dati...questo è quanto ho letto da Corriere delle Sera e Repubblica nei giorni dell'uscita della graduatoria...in quel caso non so quanto c'entri tremonti o qualche suo collega...poi i criteri sono opinabili, ci mancherebbeAlexito90 ha scritto:Confermi la mia ipotesi.. anche io ero inizialmente favorevole ad un provvedimento del genere, ma poi analizzando i criteri discriminanti è facile accorgersi di come una classifica del genere sia soltanto indicativa, e come tu hai detto, basata un criterio meramente economico..crash83 ha scritto:Non è proprio così. I criteri non sono solo quelli; anche io sarei d'accordo se la suddivisione avvenisse in modo tale da premiare le università che spendono meglio e ottengono i migliori risultati: in questo modo si "punirebbero" quelle sprecone o che hanno ottenuto risultati scarsi, in modo da spingerle a migliorare e a rubare meno soldi. Il punto è che tra i criteri ci sono incongruenze assolute: la graduatoria è stilata in base ad organizzazione, sprechi, numero di insegnanti di ruolo, valutazione degli studenti in base all'occupazione post-laurea, ecc... Criteri troppo eterogenei: è evidente che uno studente uscito dal politecnico ha maggiori possibilità di lavoro di uno uscito da un'università del sud, dove c'è pochissimo lavoro. Peraltro è una classifica assolutamente non in linea con la graduatoria qualitativa delle università europee, in cui, per dire, quella di Trento non rientra nei primi 100 posti.Dade85 ha scritto:Credo sia proprio la privatizzazione la discriminante.
Questa classifica è infatti stilata dal ministero in base ad organizzazione e sprechi, per redistribuire i fondi.
Insomma, chi meglio spende avrà più fondi.. saranno tagliati a chi scialacqua..
E io son pienamente d'accordo con questa misura.
Si tratta di un criterio puramente economico conseguenza della finanziaria, quindi è una riforma tremontiana e non della Gelmini e purtroppo, secondo molte stime e proiezioni di sindacati e enti economici, ciò significherà un ridimensionamento delle università italiane statali nei prossimi anni, a vantaggio di quelle private.
Certo, in ogni caso la classifica da sicuramente un'idea del funzionamento degli atenei italiani. Per dire, il Politecnico di Torino e quello di Milano sono il gotha a livello di facoltà ingegneristiche, e questo la classifica lo conferma..
