juve e pubblicità contro la droga

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Re: juve e pubblicità contro la droga

Messaggio da RUMePERA » 20.11.09 - 18:34

Dai, non è poi così brutta lei...
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Re: juve e pubblicità contro la droga

Messaggio da crash83 » 20.11.09 - 18:36

Lei ...

Sei il re degli off topic :lol:
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso

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Re: juve e pubblicità contro la droga

Messaggio da RUMePERA » 20.11.09 - 18:37

crash83 ha scritto:Lei ...

Sei il re degli off topic :lol:
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Re: juve e pubblicità contro la droga

Messaggio da sololinter » 20.11.09 - 21:59

crash83 ha scritto:
sololinter ha scritto:Sul samyr non mi sono spiegato bene io.. il samyr è un antidepressivo con funzione anche tonica (lo prendeva mia zia, ora in sostituzione prende un generico)....quale effetto può avere un antidepressivo che di colpo non viene più assunto da un corpo umano abituato ad assimilarlo?
Ma noi non sappiamo se Pessotto lo prendeva, per quanto lo ha preso, se ha continuato a prenderlo, se c'erano dinamiche un attimino più importanti alla base di un atto così estremo, ecc... Sono anche un pò imbarazzato a leggere certe cose, davvero. Ma comunque una lettura del foglio illustrativo del medicinale dovrebbe fornire la risposta

Effetti indesiderati

Non sono segnalati effetti indesiderati importanti anche in seguito a somministrazione a lungo termine ed a dosaggi elevati.
Non sono stati segnalati casi di assuefazione o di farmaco-dipendenza.
Per la sua ottima tollerabilità l'ademetionina può essere impiegata con tranquillità nelle donne in stato di gravidanza, nelle persone anziane e negli epatopatici cronici.Raramente, e solo in soggetti particolarmente sensibili, il Samyr può provocare disturbi del ritmo sonno-veglia: in tali casi può essere utile l'impiego serale di un ipnoinducente.Data l'acidità del pH a cui, per ragioni di stabilità, è mantenuto il principio attivo nelle compresse, da parte di alcuni pazienti sono stati segnalati, dopo somministrazione del prodotto per via orale, pirosi e senso di peso epigastrico, fenomeni peraltro di scarsa entità e tali da non pregiudicare la prosecuzione della terapia.

Sovradosaggio.

Non sono noti fino ad ora casi clinici di sovradosaggio


****************************************************************************************************************************************

Sulla questione della scelta di un altro giocatore in luogo di del Piero (Amauri, Buffon, ecc...): come mai allora il topic lo hai voluto intitolare "Juve e la pubblicità sulla droga", piuttosto che un più coerente con quello che tu dici: "Del Piero, il doping e la pubblicità sulla droga?". Se tu dici di riferirti a Del Piero (simbolo di quella Juve dopata) è un conto, ma era necessario escludere chi non c'entrava nulla. La differenza dal mio punto di vista è sostanziale, perchè avrebbe fugato ogni dubbio eventuale sulla natura ideologica e pregiudiziale del tuo discorso (che vedo come un attacco indiscriminato alla Juventus). Ora si può anche cambiare il titolo eh, non è questo il punto; dal tuo ultimo post ho avuto da te la legittimazione che avevo ragione a pensare che si trattava di un discorso di attacco alla Juventus fine a sè stesso, che ci sta anche alla fine (perchè la storia del doping esiste, e come se esiste...), ma si potevano almeno risparmiare le persone e rispettarle, senza delegittimarle :up:
A volte è meglio non basarsi solo su quello che dice un sito internet di uno studio medico....ma andare un po' più a fondo...
Ti consiglio di leggere il seguente articolo scritto nel 2006 dal celebre Antonio Menna:

--------------------

Un calcio alla depressione
di Antonio Menna

E’ la metà di giugno, in piena febbre da mondiali di calcio. Bandiere tricolori invadono i balconi, le piazze, le strade. Al Foro Italico di Roma c’è un processo per illecito sportivo alle maggiori società italiane, ma si guarda più alla Germania che alle aule giudiziarie. E’ un giugno caldo e festoso quando Gianluca Pessotto, ex terzino della Juventus e della nazionale, da pochi mesi fuori dall’attività agonistica e dirigente accompagnatore della squadra torinese, sale sul terrazzo della sede societaria, lascia chiavi e cellulare a terra, prende un rosario, scavalca l’abbaino e si lascia cadere giù. Ricoverato d’urgenza alle Molinette, lotta tra la vita e la morte per settimane, mentre al suo capezzale si ritrovano atleti e dirigenti. Tutti a rendere omaggio all’ex calciatore. E’ il momento del dolore; accorrono in ospedale tifosi e giocatori, familiari e amici. Negli stadi dove si festeggia la conquista della coppa del Mondo è immancabile il coro per Pessotto, che intanto sta meglio, fa progressi e alla fine se la cava. Intanto nessuno accenna a chiedersi perché. Sull’improvvisa, inattesa, imprevedibile depressione di Pessotto, caduto, dopo qualche settimana dalla chiusura della carriera, nel buco nero della malattia oscura, nessuno parla. Com’è possibile che una patologia violenta e subdola come la depressione compaia, all’improvviso, senza avvisaglie, in un atleta sano, che mai aveva avuto segnali premonitori di disagio psichico? E’ possibile, certo. Può capitare a chiunque. Ma a lui perché è successo? Nessuno parla di questo. Ufficialmente l’intenzione è di quelle importanti: non violare la privacy del terzino juventino. «Le motivazioni sono affari suoi, noi vogliamo solo stargli vicino», con queste dichiarazioni si stronca sul nascere qualunque riflessione sul fatto. Giusto, giustissimo. Le motivazioni sono affari suoi perché si preferisce, subito, pensare a motivazioni personali. La fine della carriera, dissapori familiari, eccetera. E se ci fosse qualcosa d’altro? Qualcuno potrebbe provare a interrogarsi, fuor di pettegolezzo, e con discrezione ma nessuno lo fa. Si potrebbe lanciare un occhio su un dramma che è sì personale ma che potrebbe riguardare il sistema sportivo, potrebbe riguardare tutti. Oltre i cori, oltre gli incoraggiamenti, sul gesto di Pessotto, come su quello di Marco Pantani, ucciso da una overdose di farmaci e cocaina, come su quello di Agostino Di Bartolomei, centrocampista della Roma, suicida qualche anno fa con un colpo di pistola alla tempia, ci si potrebbe fare, con equilibrio ma in maniera approfondita, tralasciando le risposte pruriginose e andando a guardare in fondo al pozzo, una domanda che nessuno si fa. Perché?

Magari, domandando domandando, si incontra il Samyr. Il principio è quello della S-adenosil-L-metionina, indicata in breve come ademetionina. Appartiene al gruppo dei principi attivi neurologici. Il brevetto è di tre imprese farmaceutiche: la Bioresearch con sede a Milano, la Knoll di Muggiò (Milano) e la multinazionale Abbott con sede a Latina. Si trova in commercio sotto forma di compresse e di flebo. Il nome commerciale è Samyr. E’ ufficialmente un antidepressivo, in realtà è un farmaco controverso. Le indicazioni terapeutiche approvate dal ministero della Sanità hanno subìto delle variazioni negli anni. La motivazione ufficiale è che, a seguito di nuove conoscenze scientifiche e nuove sperimentazioni, c’è stata una evoluzione rispetto alla tipologia di quel principio attivo e quindi si è dovuta modificare la sua destinazione clinica. In realtà, in una prima fase, risultava più utile offrire al mercato un farmaco tuttofare: per il fegato e per la mente, per gli arti e per i dolori, per l’umore e per l’artrite. Più malattie, più diffusione. Negli anni Ottanta, infatti, le indicazioni terapeutiche del Samyr erano abbastanza ampie e riguardavano innanzitutto le sindromi depressive ma anche gli stati epatici (malattie del fegato), le artrosi primarie e le lombosciatalgie. Un ventaglio così ampio che non poteva reggere a lungo. Sono partite ispezioni e richieste dal ministero della Salute; in seguito a queste le tre imprese titolari del brevetto hanno provveduto ad effettuare un aggiornamento della documentazione sperimentale e clinica. Così dal 1993 il Samyr diventa esclusivamente un farmaco contro la depressione clinica. Un antidepressivo, dunque. Acquistabile solo con ricetta medica. 25 euro per una confezione di 20 compresse da 400 milligrammi. Non mutuabile. Il Samyr è stato utilizzato massicciamente da 23 calciatori della Juventus per almeno quattro anni. Il dato risulta sia dalle dichiarazioni che i calciatori hanno fatto quando sono stati sorteggiati per il controllo antidoping (è capitato 43 volte in quattro anni) sia dagli accertamenti compiuti dagli inquirenti a Torino nel corso delle indagini a carico della Juventus e del suo medico sportivo Riccardo Agricola. Tra il 1994 e il 1998 risultano acquistate dalla Juventus 290 confezioni di Samyr 200 in fiale e 98 confezioni di Samyr 200 in compresse. Tra i farmaci in giacenza nel laboratorio juventino, durante un blitz della Finanza, sono state rinvenute 20 confezioni di Samyr compresse. La domanda ritorna legittima: che cosa ci faceva un antidepressivo nello spogliatoio della Juventus? Perché un medicinale che si vende solo su prescrizione veniva somministrato a ventitrè giocatori in buona salute? Pochi, timidi, tentativi di risposta a questa domanda sono arrivati nel corso del processo che il procuratore di Torino Raffaele Guariniello ha aperto il 31 gennaio del 2002 contro lo stato maggiore della società juventina, in particolare il medico Agricola, il dirigente Antonio Giraudo e il farmacista Michele Rossano. Un processo che si è concluso in primo grado con una condanna e in appello con un’assoluzione (l' uso di farmaci è «un fenomeno certamente deprecabile sotto il profilo sportivo», ma in ogni caso non costituisce reato, nemmeno dal punto di vista della somministrazione pericolosa: questa la motivazione della sentenza di assoluzione). Un processo che, al di là del dato giudiziario, ha consegnato una verità incontrovertibile: gli spogliatoi della Juventus, negli anni Novanta, erano pieni di farmaci: 281 specialità («una dotazione pari a quella di un piccolo ospedale», venne sottolineato in aula). Medicinali per il cuore come il Neoton, per la circolazione come l’Esafosfina, corticosteroidi come il Bentelan, farmaci per la depressione come il Samyr. Farmaci importanti somministrati a calciatori sani.

Gli atti del processo di Torino consegnano uno scenario sconcertante. L'8 gennaio 1995 Ciro Ferrara rivela all'antidoping di aver assunto Epargriseovit, Neoton e Voltaren. Il 15 gennaio '95 dichiara Epargriseovit ed Esafosfina, più Voltaren e Samyr. Il 26 febbraio Esafosfina e Voltaren. Il 12 marzo '95 Neoton e Voltaren. Fra l'8 marzo e il 9 aprile 1995 Fabrizio Ravanelli viene sorteggiato quattro volte, e sempre dichiara di aver preso il Neoton, una volta anche il Samyr. L’antidepressivo è stato somministrato sistematicamente a calciatori come Birindelli, Conte, Del Piero, Ferrara, Peruzzi, Ravanelli, Tacchinardi. E Pessotto, naturalmente. Calciatori che, sfilando davanti al giudice Casalbore di Torino, hanno candidamente ammesso di prendere di tutto. Birindelli: «Facevo delle flebo con un prodotto di cui non ricordo il nome...». Tacchinardi: «Prendevamo delle pastiglie in un sacchetto. A volte mi capitava di mandarle giù tutte insieme. Erano pastiglie di colore e dimensioni diverse...». Pessotto: «Io mi sentivo un po’ stanco e chiedevo, parlando col dottore, che mi facesse queste flebo...». Conte: «Quando giocavamo tre partite alla settimana prendevo il Samyr, facevamo una flebo...”. Vialli: «Mi capitava prima della partita di ricevere una puntura di Voltaren... Facevo iniezioni di Samyr...». Torricelli: «Facevo iniezioni per via intramuscolare, o per via venosa, di Samyr. Assumevo anche creatina...». Ravanelli: «Qualche volta ho fatto anche uso di Samyr... Mi veniva somministrato nei momenti di stanchezza, tramite punture o nella flebo...». Peruzzi: «Facevamo le punture di Samyr nello spogliatoio prima della partita...». Amoruso: «C’erano delle bustine che contenevano la creatina, e chi voleva la richiedeva e veniva preparata... Vedevo le scatole di Samyr nello spogliatoio». Il medico sociale della Juve si è difeso dicendo che il Samyr veniva usato perché svolgeva funzione antiossidante. Il Samyr inoltre, secondo i medici bianconeri, potrebbe essere stato utilizzato contro l’affaticamento. In realtà tutte e due le versioni vengono smontate dai due periti nominati dal giudice Casalbore, l'ematologo Giuseppe D'Onofrio e il professor Eugenio Mueller. «Dalle documentazioni processuali - si legge nella perizia del professor Mueller, direttore del dipartimento tossicologia dell’Università di Milano - appare evidente che a un numero considerevole di calciatori è stato somministrato per via sistemica del Samyr sebbene in nessuno di essi fossero riscontrabili manifestazioni depressive». «Dagli atti processuali - continua l’esperto - si rileva che il Samyr è stato anche somministrato sia per fleboclisi nei tempi immediatamente precedenti la partita sia nei periodi antecedenti la stessa in assenza di partecipazione ad incontri calcistici infrasettimanali. Nel corso del dibattimento, lo staff medico della Juventus ha presentato il ruolo terapeutico del Samyr in maniera contraddittoria, anche dagli studiosi periti di parte. Il Samyr è stato dapprima descritto come uno di quei farmaci dotati di scarsa ed incerta attività farmacologica perché costituiti da sostanze naturali endogene. Poi è stato descritto come un medicamento atto alla terapia di affezioni epatiche». «Quindi - conclude Mueller - anche nel caso di un supposto uso in campo epatologico del Samyr, le prescrizioni sono da considerarsi off-label».

La perizia del professor Mueller continua impietosa: «Durante il dibattimento, da alcuni studiosi, è stato affermato che il Samyr non può essere attivo sul neurochimismo dei calciatori della Juventus in quanto essi, come individui sani, non hanno un ridotto turnover dei neuromediatori. In realtà, va considerato che gli atleti sani, allenati a specifiche prestazioni, hanno un adattamento biofisiologico non solo muscolare ma, anche, cerebrale, per cui l’azione del Samyr si deve confrontare con un neurochimismo profondamente modificato». Il risultato è che il sistema psichico «risulta profondamente attivato dall’adattamento alla prestazione, per cui nei soggetti sani atleti è postulabile che l’allenamento e le prestazioni e la contemporanea somministrazione del Samyr possa indurre una attivazione delle reazioni neurofisiologiche». D’altra parte, «gli studi più recenti, attuati con valutazioni di mappatura elettroencefalografica, hanno dimostrato che il trattamento con Samyr induce delle significative modificazioni dell’attività elettrica cerebrale sia nei giovani adulti sani, sia negli anziani sani, indicando che l’attivazione dei processi transmetilativi produce effetti neurofisiologici anche in condizioni di normalità». La somministrazione di un antidepressivo in un paziente sano, peraltro in ottime condizioni atletiche, insomma, è ben lontana dall’essere innocua: al contrario, può attivare processi cerebrali negativi. Eppure è una pratica diffusissima nello sport e in particolare nel calcio. E non solo in casa Juve. Alcuni esperti sostengono che gli antidepressivi vengono utilizzati come “coprenti”: hanno cioè la capacità di non far emergere dagli esami antidoping l’uso di sostanze proibite come gli steroidi. Per questo se ne farebbe un uso abbondante in tutti gli sport che ricorrono a farmaci proibiti, in particolare per gli sport di grande fatica muscolare. In primis, calcio, ciclismo e alcune discipline dell’atletica leggera. Voci di dentro degli ambienti sportivi parlano di uso massiccio di antidepressivi cosiddetti serotoninergici negli spogliatoi. Farmaci come il Prozac, il Sereupin, il Seroxat vengono somministrati, a compresse, in maniera squilibrata, poco prima delle gare. Sia perché inducono all’iperattività e placano gli stati ansiosi, sia perché appunto avrebbero la “capacità” di coprire agli esami del sangue e dell’urina l’uso di altre sostanze proibite.

«Ogni sport ha la sua personale “farmacia” - osserva Fabio Grieco, medico sportivo - ma, nel caso degli anabolizzanti facciamo riferimento a sostanze che, per le loro caratteristiche, attraversano quasi tutti i settori. Si tratta di farmaci che incrementano la massa muscolare e, di conseguenza, la forza motoria. Il danno che provoca questo tipo di doping è notevole, perché viene utilizzato per ottenere prestazioni di lunga durata; l’equilibrio fisiologico dell’atleta viene così messo a rischio in profondità, spesso al limite stesso della propria vita». Gli anabolizzanti vengono individuati dai controlli antidoping, quindi ci vogliono sostanze coprenti. Farmaci consentiti che hanno la capacità di schermare l’organismo e di dare l’idea a chi controlla che eventuali alterazioni dipendono da queste assunzioni e non dalle sostanze proibite. Il risultato è devastante: dipendenza farmacologica, crisi cardiovascolari, tumori. «In prospettiva - conclude Grieco - viene stravolto qualsiasi tipo di programmazione naturale dell’organismo». Nel caso degli antidepressivi, poi, esiste un danno in più. «Quelli di nuova generazione - spiega Fausto Tiraboschi, psichiatra - non danno dipendenza e hanno bassi effetti collaterali. Bisogna però fare attenzione alla somministrazione. Vanno assunti con giudizio. E’ fondamentale scalare l’assunzione e il distacco. Un’altalena nella somministrazione degli antidepressivi, con brusche impennate sia nell’assunzione che nel distacco, può dare un solo grande, devastante, effetto: far cadere in depressioni ancora maggiori di quelle che vorrebbero curare». Gianluca Pessotto è stato uno dei calciatori della Juventus che assumeva dosi massicce di Samyr. Prima e dopo le partite. Per anni. Un farmaco per la mente usato sul corpo sano degli atleti, assunto e sospeso bruscamente. Da quanto tempo Pessotto non usava più il Samyr? Quanto può aver pesato nella sua improvvisa depressione l’assunzione di questo farmaco durante l’attività agonistica? E quanto può aver indotto la sua depressione, l’improvvisa sospensione del farmaco in concomitanza con la fine della vita agonistica? Interrogativi che restano sospesi perché di queste cose nessuno vuole parlare. Perché il tentativo di suicidio del terzino juventino è un fatto personale. Perché la depressione è un fatto personale. Perché tutti chiedono rispetto per la privacy. Perché non si deve dire nulla. Perché il silenzio paga. Anche se a volte può uccidere.

Antonio Menna

.....

direi che può fare riflettere...
-
Sulle critiche al titolo del topic......forse non mi sono spiegato bene:

a) di base non avrei scelto la società juventus fc (per i motivi già esposti);

b) visto che si è scelto la società juventus fc quantomeno non avrei scelto del piero come testimonial.
visto il documentario su moggiopoli la signora Mariuccia dell'omonima pensione di Marinella di Cervia ha dichiarato: "bè allora,a questo punto..la terza stella la chiedo pure io!"

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Re: juve e pubblicità contro la droga

Messaggio da Daniste » 20.11.09 - 23:02

Mah...fosse una pubblicità con solo la Juve...capirei anche sti ragionamenti...
Ma è chiaro che l'intento non è fare della Juve l'immagine della lotta alla droga...l'intento è prendere della gente che abbia impatto sui giovani...in Italia questo vuol dire prendere i calciatori delle squadre più famose...lasci fuori la Juve? Trasformi l'iniziativa solo in una fonte di polemica, e l'iniziativa in sè va persa...
Poi, onestamente...fatevi un giro la domenica sera in Corso Como a Milano, nei vari locali...fatelo tutte le domeniche sera durante la stagione calcistica...anche quando ci sono altre squadre in trasferta a Milano...dopo averlo fatto venite a fare l'elenco di quali squadre possono fornire giocatori che possono essere considerati puliti per una campagna di questo tipo...e non parlo di doping, ma della materia su cui la campagna è incentrata...oppure sull'alcol...
Se vogliamo fare discorsi così moralistici allora mettiamola così: facciamo fare la pubblicità a ragazzi sconosciuti, che studiano, lavorano, e fanno vite normali...e lasciamo stare sportivi, di qualsiasi squadra, e personaggi famosi in generale...meglio...
Però che senso avrebbe? Che impatto avrebbe? E' giusto che campagne di questo tipo vengano fatte da volti di questo tipo...poi se davvero si pensa che ci siano società del tutto pulite sotto questi punti di vista (che non hanno mai avuto problemi di doping o che non includono diversi giocatori dai comportamente dubbi) allora io mi metto a scrivere la lettera a Babbo Natale...
:;):
Equamente disallineato, e assolutamente relativo.

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Re: juve e pubblicità contro la droga

Messaggio da crash83 » 22.11.09 - 11:59

Un punto di vista che condivido pienamente :up:
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso

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Re: juve e pubblicità contro la droga

Messaggio da sololinter » 23.11.09 - 00:03

Daniste ha scritto:Mah...fosse una pubblicità con solo la Juve...capirei anche sti ragionamenti...
Ma è chiaro che l'intento non è fare della Juve l'immagine della lotta alla droga...l'intento è prendere della gente che abbia impatto sui giovani...in Italia questo vuol dire prendere i calciatori delle squadre più famose...lasci fuori la Juve? Trasformi l'iniziativa solo in una fonte di polemica, e l'iniziativa in sè va persa...
Poi, onestamente...fatevi un giro la domenica sera in Corso Como a Milano, nei vari locali...fatelo tutte le domeniche sera durante la stagione calcistica...anche quando ci sono altre squadre in trasferta a Milano...dopo averlo fatto venite a fare l'elenco di quali squadre possono fornire giocatori che possono essere considerati puliti per una campagna di questo tipo...e non parlo di doping, ma della materia su cui la campagna è incentrata...oppure sull'alcol...
Se vogliamo fare discorsi così moralistici allora mettiamola così: facciamo fare la pubblicità a ragazzi sconosciuti, che studiano, lavorano, e fanno vite normali...e lasciamo stare sportivi, di qualsiasi squadra, e personaggi famosi in generale...meglio...
Però che senso avrebbe? Che impatto avrebbe? E' giusto che campagne di questo tipo vengano fatte da volti di questo tipo...poi se davvero si pensa che ci siano società del tutto pulite sotto questi punti di vista (che non hanno mai avuto problemi di doping o che non includono diversi giocatori dai comportamente dubbi) allora io mi metto a scrivere la lettera a Babbo Natale...
:;):
se trasliamo il discorso su questi binari posso anche concordare.
visto il documentario su moggiopoli la signora Mariuccia dell'omonima pensione di Marinella di Cervia ha dichiarato: "bè allora,a questo punto..la terza stella la chiedo pure io!"

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