Statistica: il caso del Chesterfield
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Prima di votare nel sondaggio è consigliabile leggere l'intera discussione.
Chi è indeciso è pregato di NON votare.
Lega 2 inglese.
Il Chesterfield ha collezionato 17 dispari consecutivi.
Si tratta del record mondiale con ampio distacco.
Pari o dispari, come sapete, equivale a dire testa o croce.
Dopo ogni partita, dunque, restano sempre del 50% le probabilità che esca il pari o il dispari.
La domanda da ignorante in materia è: siamo sicuri che nn vale la pena puntare x un po' sul pari?
Sapete come io sa contro a puntare ad es. i ritardatari del lotto...ma mi chiedo se in questo caso, essendoci solo due opzioni, si può parlare di probabilità che si ripeta nel tempo (partita dopo partita) una probabilità del 50%, senza mai essere intervallata dall'altra...
Dade so che tu puoi aiutarmi
Anche gli altri volendo eh
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Pari o dispari, come sapete, equivale a dire testa o croce.
Dopo ogni partita, dunque, restano sempre del 50% le probabilità che esca il pari o il dispari.
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Ultima modifica di mogol83 il 07.01.10 - 20:19, modificato 2 volte in totale.
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Dipende quanto vuoi mettere in gioco..
O ne metti pochi e vinci poco di conseguenza o inizi ad investire già grosse cifre ma poi speri che esca in 2-3 colpi al massimo o diventa dura.. certo, 17 dispari consecutivi è un dato assurdo..
Il gioco dovrebbe funzionare e chiudere a breve..
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Quindi confermi che, pur trattandosi teoricamente sempre del 50% di probabilità, più passa il tempo e le partite senza pari, il pari stesso diventa...come dire...più probabile???Dade85 ha scritto:Dipende quanto vuoi mettere in gioco..
O ne metti pochi e vinci poco di conseguenza o inizi ad investire già grosse cifre ma poi speri che esca in 2-3 colpi al massimo o diventa dura.. certo, 17 dispari consecutivi è un dato assurdo..
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Che confusione
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
a livello matematico no.
Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Siamo sicuri che sia 50 e 50? Secondo me il pari è più probabile, visto che la situazione di partenza è 0-0
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
questo è vero. infatti il pari è quotato piu' basso.RUMePERA ha scritto:Siamo sicuri che sia 50 e 50? Secondo me il pari è più probabile, visto che la situazione di partenza è 0-0
ma non influenza la successione.
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Dunque, qui (Dade come tutti gli altri che come noi hanno una formazione matematica potranno confermare) entrano in gioco due teoremi sulla teoria della probabilità che sotto un certo punto di vista sono in contrasto tra loro.
Cercherò, senza addentrarmi in difficili argomentazioni matematiche (anche perchè non le ricordo ) di spiegarle prendendo come esempio un gioco in cui ci sono due possibili risultati equiprobabili (testa\croce, rosso\nero della roulette e ipotizziamo anche pari\dispari del calcio).
Il primo è conosciuto come la legge dei grandi numeri.
Secondo questa legge aumentando il numero di volte la ripetizione del gioco in questione,la frequenza con cui ogni singolo risultato si presenta si avvicina alla sua probabilità di uscita.
In pratica: se io lancio la monetina due volte è difficile che escano una volta testa e una volta croce (per la precisione il 50% di probabilità); se lancio dieci volte potremmo puntare con una buona sicurezza che ognuno dei due segni esca un numero di volte compreso tra 3 e 7 (e molto difficilmente avremmo 10 volte lo stesso esito: per la precisione la probabilità è dello 0,09%); se io lancio la monetina 100 volte più o meno ognuno dei due segni dovrebbe uscire tra le 40 e le 60 volte; se lancio 1000 volte ognuno dei dei due segni dovrebbe uscire, basandosi su calcoli di probabilità, tra le 450 e le 650 volte.
Come vedete, quindi, più si aumenta il numero di lanci più la frequenza con cui ognuno dei due esce si avvicina al 50% esattamente come la probabilità di uscita dello stesso.
Si dimostra che ripetento infinite volte l'esperimento un singolo segno esce esattamente il 50% di volte.
E, come conseguenza diretta e facilmente intuibile, possiamo anche dire che aumentando il numero di giochi la probabilità che esca sempre il solito risultato diminuisce drasticamente.
La seconda legge (non ricordo esattamente il nome) è di più facile intuizione e sostiene che "la probabilità non ha memoria": nel momento in cui facciamo un singolo gioco ciò che è successo in passato non conta assolutamente niente. In quel preciso istante la probabilità di uscita di ogni segno è del 50% indipendentemente da ciò che è successo nel passato.
Questo teorema, quindi, non esclude la possibilità che esca SEMPRE il solito segno da qui all'infinito... in contrasto con il teorema precedente.
Entrambi i teoremi sono validi e dimostrabili matematicamente. A voi stabilire a quale affidarsi. Il primo può piacere ai sostenitori del "prima o poi esce". Il secondo sembra dire l'opposto.
Personalmente ritengo molto più forte il secondo. Anche perchè il primo se analizzato bene non dice propriamente "prima o poi esce" ma dice una cosa leggermente differente: dice che "su una grossa mole di gioco la frequenza con cui un risultato esce si avvicina alla probabilità". Il teorema dipende dunque da un campione di dati e da come lo si prende. Voi guardate alle ultime 17 partite, io potrei estendere l'analisi alle ultime 500 partite del Chesterfild e magari scoprire che il pari fino ad ora era uscito 450 volte e quindi adesso devono uscire (seguendio la legge dei grandi numeri) un discreto numero di dispari.
Quindi come vedete il primo teorema è soggetto a come si interpretano i dati che abbiamo.
Il secondo è oggettivo. 50 e 50.
Questo non toglie che un minimo è giusto guardarci. Una serie così lunga è destinata ad interrompersi... ma consideratelo in maniera molto tranquilla, senza impuntarsi. Giochi di questo tipo sono quelli che portano le persone alla rovina perchè sei obbligato ogni volta ad aumentare la cifra da scommettere per recuperare i soldi spesi fino a quel momento. Una parabola pericolossisima...!!!!
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Il primo è conosciuto come la legge dei grandi numeri.
Secondo questa legge aumentando il numero di volte la ripetizione del gioco in questione,la frequenza con cui ogni singolo risultato si presenta si avvicina alla sua probabilità di uscita.
In pratica: se io lancio la monetina due volte è difficile che escano una volta testa e una volta croce (per la precisione il 50% di probabilità); se lancio dieci volte potremmo puntare con una buona sicurezza che ognuno dei due segni esca un numero di volte compreso tra 3 e 7 (e molto difficilmente avremmo 10 volte lo stesso esito: per la precisione la probabilità è dello 0,09%); se io lancio la monetina 100 volte più o meno ognuno dei due segni dovrebbe uscire tra le 40 e le 60 volte; se lancio 1000 volte ognuno dei dei due segni dovrebbe uscire, basandosi su calcoli di probabilità, tra le 450 e le 650 volte.
Come vedete, quindi, più si aumenta il numero di lanci più la frequenza con cui ognuno dei due esce si avvicina al 50% esattamente come la probabilità di uscita dello stesso.
Si dimostra che ripetento infinite volte l'esperimento un singolo segno esce esattamente il 50% di volte.
E, come conseguenza diretta e facilmente intuibile, possiamo anche dire che aumentando il numero di giochi la probabilità che esca sempre il solito risultato diminuisce drasticamente.
La seconda legge (non ricordo esattamente il nome) è di più facile intuizione e sostiene che "la probabilità non ha memoria": nel momento in cui facciamo un singolo gioco ciò che è successo in passato non conta assolutamente niente. In quel preciso istante la probabilità di uscita di ogni segno è del 50% indipendentemente da ciò che è successo nel passato.
Questo teorema, quindi, non esclude la possibilità che esca SEMPRE il solito segno da qui all'infinito... in contrasto con il teorema precedente.
Entrambi i teoremi sono validi e dimostrabili matematicamente. A voi stabilire a quale affidarsi. Il primo può piacere ai sostenitori del "prima o poi esce". Il secondo sembra dire l'opposto.
Personalmente ritengo molto più forte il secondo. Anche perchè il primo se analizzato bene non dice propriamente "prima o poi esce" ma dice una cosa leggermente differente: dice che "su una grossa mole di gioco la frequenza con cui un risultato esce si avvicina alla probabilità". Il teorema dipende dunque da un campione di dati e da come lo si prende. Voi guardate alle ultime 17 partite, io potrei estendere l'analisi alle ultime 500 partite del Chesterfild e magari scoprire che il pari fino ad ora era uscito 450 volte e quindi adesso devono uscire (seguendio la legge dei grandi numeri) un discreto numero di dispari.
Quindi come vedete il primo teorema è soggetto a come si interpretano i dati che abbiamo.
Il secondo è oggettivo. 50 e 50.
Questo non toglie che un minimo è giusto guardarci. Una serie così lunga è destinata ad interrompersi... ma consideratelo in maniera molto tranquilla, senza impuntarsi. Giochi di questo tipo sono quelli che portano le persone alla rovina perchè sei obbligato ogni volta ad aumentare la cifra da scommettere per recuperare i soldi spesi fino a quel momento. Una parabola pericolossisima...!!!!
Ultima modifica di Nicchio il 07.01.10 - 10:37, modificato 3 volte in totale.
Re: Statistica: il caso del Chesterfield
RuiCosta ha scritto:Qua sforiamo nel mondo (di meridiano) del lotti
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Se uno mi desse una stringa con tutti valori 1 (equivalenti a testa, mettiamo) o 0 (croce), sarei costretto a concludere statisticamente che la moneta è truccata o ha due teste/croci.
E' un fatto praticamente impossibile in statistica, una roba simile.
Allora, consideriamo che sono uscite 17 teste. L'ideale, secondo me, è impostare un masaniello sulle croci a media vagamente più bassa della metà..
Vedo da Hull-Chelsea, pari 1,90 dispari 1,95
Tengo buono 1,90, ok?
Impostando un masaniello 11 su 20 ora sui pari raddoppieresti la cassa.
Non è impossibile perchè se ci trasciniamo dietro 17 dispari verrebbe fuori 11 pari su 37 partite, comunque sottomedia ma più simile alla statistica "reale".
Oltretutto dovessi integrare una funzione di probabilità con stimatore circa 0,5 e vero valore del parametro ALMENO 0,3 (11/37) credo esca quasi 100% di probabilità.. [1- integrale da 0 a 0,3 della funzione di probabilità]*
* Quell'integrale non si discosta troppo da 0.
E' un fatto praticamente impossibile in statistica, una roba simile.
Allora, consideriamo che sono uscite 17 teste. L'ideale, secondo me, è impostare un masaniello sulle croci a media vagamente più bassa della metà..
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Tengo buono 1,90, ok?
Impostando un masaniello 11 su 20 ora sui pari raddoppieresti la cassa.
Non è impossibile perchè se ci trasciniamo dietro 17 dispari verrebbe fuori 11 pari su 37 partite, comunque sottomedia ma più simile alla statistica "reale".
Oltretutto dovessi integrare una funzione di probabilità con stimatore circa 0,5 e vero valore del parametro ALMENO 0,3 (11/37) credo esca quasi 100% di probabilità.. [1- integrale da 0 a 0,3 della funzione di probabilità]*
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
nella roulette si arriva spesso a 30-40 lanci di fila tutti rossi o tutti neri.
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Bene...la discussione prende la piega che speravo...ottima x chi, come e, sa meno di matematica e statistica.Dade85 ha scritto:Se uno mi desse una stringa con tutti valori 1 (equivalenti a testa, mettiamo) o 0 (croce), sarei costretto a concludere statisticamente che la moneta è truccata o ha due teste/croci.
E' un fatto praticamente impossibile in statistica, una roba simile.
Allora, consideriamo che sono uscite 17 teste. L'ideale, secondo me, è impostare un masaniello sulle croci a media vagamente più bassa della metà..
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Non è impossibile perchè se ci trasciniamo dietro 17 dispari verrebbe fuori 11 pari su 37 partite, comunque sottomedia ma più simile alla statistica "reale".
Oltretutto dovessi integrare una funzione di probabilità con stimatore circa 0,5 e vero valore del parametro ALMENO 0,3 (11/37) credo esca quasi 100% di probabilità.. [1- integrale da 0 a 0,3 della funzione di probabilità]*
* Quell'integrale non si discosta troppo da 0.
Interessante l'intervento di Nicchio
Per Davide: in pratica con l'idea di cui sopra nn fai altro che unire le due teorie spiegate da Nicchio, giusto? Mi sembra una cosa da considerare..
Quello che ho sottolineato nn mi è proprio chiaro
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Live, online o in generale?gianplecce ha scritto:nella roulette si arriva spesso a 30-40 lanci di fila tutti rossi o tutti neri.
In ogni caso ripeto, staticamente è praticamente impossibile.. (il che non vuol dire che non accade mai)
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
in generale. chiaramente roulette non truccate.Dade85 ha scritto:Live, online o in generale?gianplecce ha scritto:nella roulette si arriva spesso a 30-40 lanci di fila tutti rossi o tutti neri.
In ogni caso ripeto, staticamente è praticamente impossibile.. (il che non vuol dire che non accade mai)
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Re: Statistica: il caso del Chesterfield
Mi accodo all'intervento di Nicchio che è davvero centrato e corretto.
Il punto nodale del discorso è proprio quello: più aumenta il numero delle osservazioni di un evento e più la frequenza delle volte che si verifichi uno dei possibili risultati si avvicina alla probabilità intrinseca e non condizionata dell'evento. In questo caso, 17 volte testa significa tutto o niente: dipende sempre dal numero di osservazioni che vengono fatte. Il teorema afferma esplicitamente "per un grande numero di osservazioni", ovvero "per un numero di osservazioni che tendono a infinito". 18 sono un numero sufficiente per essere ritenuto grande? E' evidente che la legge dei grandi numeri (in realtà questa è la legge forte dei grandi numeri per distinguerla da una debole) non può essere utilizzata per le scommesse: 1- perchè non si può ritenere quando un numero di osservazioni può essere ritenuto grande (grande rispetto a cosa? da quando parte il conteggio?) per poter stabilire che la frequenza si attesti sulla probabilità (infatti il teorema parla di convergenza in probabilità, non di uguaglianza delle probabilità); 2- perchè anche se si ritenesse il numero abbastanza grande da poter dire che è più probabile che alla prossima osservazione uscirà l'altro evento possibile, non si può dire che essa sia la situazione più probabile intrinsecamente: rimangono sempre validi i teoremi di Bayes e quello delle probabilità totali, ovvero la probabilità di due eventi indipendenti è pari al prodotto delle singole probabilità, il che è uguale a dire che la probabilità del verificarsi di un evento è pari al rapporto della probabilità congiunta dei due eventi e della probabilità condizionata: come si può ritenere che i due eventi siano esattamente indipendenti, ovvero l'indice di correlazione esattamente uguale a 0 ? Impossibile da stabilire.
E' evidente che i dati sono fuorvianti, ci sono troppe variabili in gioco: l'evento "Uscita del Pari o del Dispari" non può essere considerato un evento ripetuto, perchè le partite sono sempre diverse, ovvero non è la ripetizione dello stesso evento quella che viene osservata. Non si può neanche paragonare all'evento "Uscita della testa o della croce in un lancio di monetina" perchè le ipotesi in questo ultimo caso sono più forti: la monetina è sempre la stessa (o comunque si assume che non cambia nel giro di pochi minuti), così come è la stessa (circa) la forza del lancio, così come è la stessa la situazione atmosferica, il luogo su cui viene lanciata, ecc... La stessa cosa ovviamente non si può dire sulle partite del Chesterfield. Quindi su questa argomentazione mi discosto leggermente da quanto detto da Nicchio, perchè in realtà non è corretto dire che gli eventi "Le partite del Chesterfield" siano statisticamente indipendenti: primo perchè si tratta di eventi diversi e non osservazioni di uno stesso evento, secondo perchè anche se fosse non è detto che l'indice di correlazione sia proprio 0 (c'è il fattore psicologico, la differenza del campo, i giocatori diversi, la stanchezza, ecc...).
La matematica non ci dice se è più probabile che alla prossima partita esca Pari o Dispari, o meglio: ce lo direbbe se conoscessimo le esatte situazioni dell'evento, il grado di correlazione con gli eventi passati (le altre partite), e tante altre cose che non si possono sapere matematicamente. Però il prossimo passo è la meccanica quantistica e del concetto di probabilità applicato alle situazioni fisiche e non matematiche... direi che è meglio lasciar stare. L'unica cosa che conta è che la matematica ci dice che inevitabilmente la probabilità dell'evento "Uscita del Pari o del Dispari nella prossima partita del Chesterfield" possa essere in parte modificata dalle osservazioni di eventi analoghi (non uguali): in che misura? Magari un uno per milione, o uno per mille, o un uno per cento... poi andando avanti un 2%... poi di più, chissà. Non si cono strumenti matematici per fare un simile calcolo. E soprattutto, la somma di denaro che uno scommettitore potrebbe mettere non giustifica di certo il surplus di probabilità che si potrebbe verificare.
Il punto nodale del discorso è proprio quello: più aumenta il numero delle osservazioni di un evento e più la frequenza delle volte che si verifichi uno dei possibili risultati si avvicina alla probabilità intrinseca e non condizionata dell'evento. In questo caso, 17 volte testa significa tutto o niente: dipende sempre dal numero di osservazioni che vengono fatte. Il teorema afferma esplicitamente "per un grande numero di osservazioni", ovvero "per un numero di osservazioni che tendono a infinito". 18 sono un numero sufficiente per essere ritenuto grande? E' evidente che la legge dei grandi numeri (in realtà questa è la legge forte dei grandi numeri per distinguerla da una debole) non può essere utilizzata per le scommesse: 1- perchè non si può ritenere quando un numero di osservazioni può essere ritenuto grande (grande rispetto a cosa? da quando parte il conteggio?) per poter stabilire che la frequenza si attesti sulla probabilità (infatti il teorema parla di convergenza in probabilità, non di uguaglianza delle probabilità); 2- perchè anche se si ritenesse il numero abbastanza grande da poter dire che è più probabile che alla prossima osservazione uscirà l'altro evento possibile, non si può dire che essa sia la situazione più probabile intrinsecamente: rimangono sempre validi i teoremi di Bayes e quello delle probabilità totali, ovvero la probabilità di due eventi indipendenti è pari al prodotto delle singole probabilità, il che è uguale a dire che la probabilità del verificarsi di un evento è pari al rapporto della probabilità congiunta dei due eventi e della probabilità condizionata: come si può ritenere che i due eventi siano esattamente indipendenti, ovvero l'indice di correlazione esattamente uguale a 0 ? Impossibile da stabilire.
E' evidente che i dati sono fuorvianti, ci sono troppe variabili in gioco: l'evento "Uscita del Pari o del Dispari" non può essere considerato un evento ripetuto, perchè le partite sono sempre diverse, ovvero non è la ripetizione dello stesso evento quella che viene osservata. Non si può neanche paragonare all'evento "Uscita della testa o della croce in un lancio di monetina" perchè le ipotesi in questo ultimo caso sono più forti: la monetina è sempre la stessa (o comunque si assume che non cambia nel giro di pochi minuti), così come è la stessa (circa) la forza del lancio, così come è la stessa la situazione atmosferica, il luogo su cui viene lanciata, ecc... La stessa cosa ovviamente non si può dire sulle partite del Chesterfield. Quindi su questa argomentazione mi discosto leggermente da quanto detto da Nicchio, perchè in realtà non è corretto dire che gli eventi "Le partite del Chesterfield" siano statisticamente indipendenti: primo perchè si tratta di eventi diversi e non osservazioni di uno stesso evento, secondo perchè anche se fosse non è detto che l'indice di correlazione sia proprio 0 (c'è il fattore psicologico, la differenza del campo, i giocatori diversi, la stanchezza, ecc...).
La matematica non ci dice se è più probabile che alla prossima partita esca Pari o Dispari, o meglio: ce lo direbbe se conoscessimo le esatte situazioni dell'evento, il grado di correlazione con gli eventi passati (le altre partite), e tante altre cose che non si possono sapere matematicamente. Però il prossimo passo è la meccanica quantistica e del concetto di probabilità applicato alle situazioni fisiche e non matematiche... direi che è meglio lasciar stare. L'unica cosa che conta è che la matematica ci dice che inevitabilmente la probabilità dell'evento "Uscita del Pari o del Dispari nella prossima partita del Chesterfield" possa essere in parte modificata dalle osservazioni di eventi analoghi (non uguali): in che misura? Magari un uno per milione, o uno per mille, o un uno per cento... poi andando avanti un 2%... poi di più, chissà. Non si cono strumenti matematici per fare un simile calcolo. E soprattutto, la somma di denaro che uno scommettitore potrebbe mettere non giustifica di certo il surplus di probabilità che si potrebbe verificare.
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