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Il Silenzio del Milan
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La calma è la virtù dei morti.. al forte prima o poi girano e te mena. 
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Re: Il Silenzio del Milan
a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio... (Oscar Wilde)

- ogeid36
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- Nome:Giuseppe [phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1275: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
Re: Il Silenzio del Milan
bellissima frase che dimostra lo stile che ha una squadra come il milanDado82 ha scritto:a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio... (Oscar Wilde)
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Re: Il Silenzio del Milan
INDIGNAZIONE MILANISTA: «IN TRIBUNA D’ONORE UN ACCANIMENTO DA METTERE PAURA»
Milan e Inter ,il grande silenzio
I rossoneri tagliano i ponti con i nerazzurri dopo il derby. «I rapporti non saranno più gli stessi»
Quando girò «Il grande silenzio» Philip Groning non avrebbe mai immaginato che, soltanto cinque anni più tardi, il suo affresco sulla vita monastica ambientato tra le nevi e le atmosfere dell’Alta Savoia avrebbe conosciuto una trasposizione calcistica. E neppure Lawrence Kasdan, regista de «Il grande freddo», avrebbe potuto ipotizzare una cosa simile. Invece, a dimostrazione di come il clima attorno al nostro calcio si stia inquinando, il derby milanese numero 274 proprio questo ha lasciato in eredità: il gelo tra Inter e Milan, due club che, al di là della forte rivalità cittadina, avevano costantemente mantenuto intese di buon vicinato se non addirittura di fattiva collaborazione.
La decisione di congelare i rapporti con i dirimpettai è stata presa dall’establishment rossonero, ancora indignato dopo i veleni e i sospetti rovesciati dai nerazzurri in coda a un derby dominato in maniera totale a dispetto dell’inferiorità numerica. Un’atmosfera giudicata intollerabile, purtroppo fotografata da quel mix di sovraeccitazione, intolleranza e intimidazioni che ha caratterizzato la sedicente tribuna d’onore di domenica sera a San Siro. «Mai vista una cosa simile in tanti anni: c’era un accanimento nei nostri confronti da mettere paura» confida un esponente dello staff milanista, chiedendo peraltro la garanzia dell’anonimato.
Certo, ieri la Procura della Federcalcio ha deferito José Mourinho e l’a.d. Ernesto Paolillo senza che Massimo Moratti si scomponesse più di tanto («Mi sembra conseguente a quello che è accaduto, adesso non è il caso di ricominciare un’altra volta con la polemica»). Queste, per inciso, le motivazioni: «Per avere espresso entrambi mediante dichiarazioni pubbliche... giudizi e rilievi lesivi di persone e di organismi operanti nell’ambito federale idonei a ledere... il prestigio e la credibilità delle Istituzioni Federali, adombrando altresì dubbi sulla regolarità del campionato ». Al Milan però faticano a comprendere l’improvvisa esplosione di livore, ricordando invece come, dopo il 4-0 interista nel derby d’andata, Silvio Berlusconi si fosse recato nello spogliatoio avversario per complimentarsi personalmente con Mou e i suoi giocatori. E all’accusa di avere imposto il mutamento dei calendari con un colpo di mano, nell’ambiente rossonero si sottolinea come, ottenuta la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, «sia stata segnalata alla Lega la sperequazione di impegni tra Milan e Inter prima del derby». In sostanza i berlusconiani non avrebbero mai preteso «lo spostamento di Fiorentina-Milan, imposto in maniera autonoma dalla Lega per tutelare la Coppa Italia».
A quanto è dato capire l’ira funesta di via Turati si è abbattuta soprattutto su Paolillo ma è scontato che, nella sala comandi rossonera, pure il presidente Moratti sia ritenuto corresponsabile di una situazione in effetti irrituale: la delega di tutta la politica societaria a Mourinho che, per quanto lautamente stipendiato, resta pur sempre un dipendente. Va da sé che, un giorno o l’altro, il portoghese se ne andrà ad allenare altrove — altra aria, altro campionato — ma, salvo colpi di scena al momento non prevedibili, le tossine e le scorie di questi giorni si sedimenteranno per chissà quanto tempo ancora sui rapporti tra i due club che, comunque, «non potranno più essere quelli di prima».
Nella pratica l’allentamento dei rapporti diplomatici porterà a una inversione di rotta a livello di relazioni personali tra le società mentre la condivisione di interessi comuni e una visione del calcio sostanzialmente identica imporrà comunque una frequentazione di facciata nei luoghi pubblici del calcio. «Il tempo aggiusterà le cose ma nessuno di noi dimenticherà mai l’arroganza di queste ore e la scomposta eccitazione della panchina interista ». Qui Milan: il grande freddo e il grande silenzio hanno cambiato il derby. Fino a quando?
Speriamo per sempre.
Lo stile non si compra al calciomercato.. e meno male.
Milan e Inter ,il grande silenzio
I rossoneri tagliano i ponti con i nerazzurri dopo il derby. «I rapporti non saranno più gli stessi»
Quando girò «Il grande silenzio» Philip Groning non avrebbe mai immaginato che, soltanto cinque anni più tardi, il suo affresco sulla vita monastica ambientato tra le nevi e le atmosfere dell’Alta Savoia avrebbe conosciuto una trasposizione calcistica. E neppure Lawrence Kasdan, regista de «Il grande freddo», avrebbe potuto ipotizzare una cosa simile. Invece, a dimostrazione di come il clima attorno al nostro calcio si stia inquinando, il derby milanese numero 274 proprio questo ha lasciato in eredità: il gelo tra Inter e Milan, due club che, al di là della forte rivalità cittadina, avevano costantemente mantenuto intese di buon vicinato se non addirittura di fattiva collaborazione.
La decisione di congelare i rapporti con i dirimpettai è stata presa dall’establishment rossonero, ancora indignato dopo i veleni e i sospetti rovesciati dai nerazzurri in coda a un derby dominato in maniera totale a dispetto dell’inferiorità numerica. Un’atmosfera giudicata intollerabile, purtroppo fotografata da quel mix di sovraeccitazione, intolleranza e intimidazioni che ha caratterizzato la sedicente tribuna d’onore di domenica sera a San Siro. «Mai vista una cosa simile in tanti anni: c’era un accanimento nei nostri confronti da mettere paura» confida un esponente dello staff milanista, chiedendo peraltro la garanzia dell’anonimato.
Certo, ieri la Procura della Federcalcio ha deferito José Mourinho e l’a.d. Ernesto Paolillo senza che Massimo Moratti si scomponesse più di tanto («Mi sembra conseguente a quello che è accaduto, adesso non è il caso di ricominciare un’altra volta con la polemica»). Queste, per inciso, le motivazioni: «Per avere espresso entrambi mediante dichiarazioni pubbliche... giudizi e rilievi lesivi di persone e di organismi operanti nell’ambito federale idonei a ledere... il prestigio e la credibilità delle Istituzioni Federali, adombrando altresì dubbi sulla regolarità del campionato ». Al Milan però faticano a comprendere l’improvvisa esplosione di livore, ricordando invece come, dopo il 4-0 interista nel derby d’andata, Silvio Berlusconi si fosse recato nello spogliatoio avversario per complimentarsi personalmente con Mou e i suoi giocatori. E all’accusa di avere imposto il mutamento dei calendari con un colpo di mano, nell’ambiente rossonero si sottolinea come, ottenuta la qualificazione ai quarti di Coppa Italia, «sia stata segnalata alla Lega la sperequazione di impegni tra Milan e Inter prima del derby». In sostanza i berlusconiani non avrebbero mai preteso «lo spostamento di Fiorentina-Milan, imposto in maniera autonoma dalla Lega per tutelare la Coppa Italia».
A quanto è dato capire l’ira funesta di via Turati si è abbattuta soprattutto su Paolillo ma è scontato che, nella sala comandi rossonera, pure il presidente Moratti sia ritenuto corresponsabile di una situazione in effetti irrituale: la delega di tutta la politica societaria a Mourinho che, per quanto lautamente stipendiato, resta pur sempre un dipendente. Va da sé che, un giorno o l’altro, il portoghese se ne andrà ad allenare altrove — altra aria, altro campionato — ma, salvo colpi di scena al momento non prevedibili, le tossine e le scorie di questi giorni si sedimenteranno per chissà quanto tempo ancora sui rapporti tra i due club che, comunque, «non potranno più essere quelli di prima».
Nella pratica l’allentamento dei rapporti diplomatici porterà a una inversione di rotta a livello di relazioni personali tra le società mentre la condivisione di interessi comuni e una visione del calcio sostanzialmente identica imporrà comunque una frequentazione di facciata nei luoghi pubblici del calcio. «Il tempo aggiusterà le cose ma nessuno di noi dimenticherà mai l’arroganza di queste ore e la scomposta eccitazione della panchina interista ». Qui Milan: il grande freddo e il grande silenzio hanno cambiato il derby. Fino a quando?
Speriamo per sempre.
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La calma è la virtù dei morti.. al forte prima o poi girano e te mena. 