<object width="480" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/hBORkZC-CQI&hl ... ram><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/hBORkZC-CQI&hl=it_IT&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object>[/youtube]Gooner ha scritto:Se posso, vorrei presentarvi un bidone della Premier League.
Alì Dia
Souness si ritrovò praticamente senza punte al Southampton una giornata e pescò dal mercato libero questo giocatore.
Gli dissero di fidarsi, il suo finto procuratore chiamò il mister simulando la voce di Weah, convincendolo che fosse un cugino, bravo quasi quanto lui.
Fu mandato in campo senza essere stato visionato, fu uno spettacolo.
Scherzone riuscitissimo
I Bidoni del calcio italiano
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"l'eternità è il lasso di tempo che intercorre tra l'assegnazione dei minuti di recupero e il fischio finale quando la tua squadra sta vincendo 1 a 0."
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Re: I Bidoni del calcio italiano
parlando di fratelli.... Eddy BaggioFuarceUdin ha scritto:Perchè i fratelli Vieri?Mascarinho ha scritto:Anche Hugo Maradona, nell'87/88 all'Ascoli... scandalosoFuarceUdin ha scritto:allora se mi parlate di fratelli:Luis Helguera(fratello di Ivan),Mads Jorgensen(fratello di Martin)
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Re: I Bidoni del calcio italiano
Fino alla C1 non era male. 17 gol fece qua a Catania.tarantocalcio ha scritto: parlando di fratelli.... Eddy Baggio
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Re: I Bidoni del calcio italiano
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Moacir Bastos "Tuta"
Luogo di Nascita:
San Paolo (Brasile)
Data di Nascita:
20/06/1974
Ruolo:
Attaccante
Posizione:
Centravanti
Squadra:
Venezia
La storia di questo centravanti brasiliano è emblematica. Già il suo nome a Venezia diede adito a grossi equivoci: la sua assonanza con quello del più famoso Batistuta è a dir poco incredibile. A sentire la notizia di sfuggita pareva che il Venezia avesse fatto il colpo del secolo: l’ingaggio del cannoniere argentino della Fiorentina, ancora nella fase migliore della sua carriera, che sarebbe passato così dalla rincorsa allo Scudetto alla lotta per non retrocedere. Sembrava impossibile. Ed infatti non si trattava di lui, il goleador della Nazionale argentina, bensì del semi-sconosciuto Bastos Tuta. Se poi notiamo che somiglia in un maniera impressionante – sembrano due gocce d’acqua – all’attore che interpretò il centravanti Aristoteles – il talento brasiliano scoperto da Oronzo Canà, alias Lino Banfi, nel film cult “L’Allenatore nel Pallone” – ecco che il quadro non potrebbe essere più completo. Arrivò nella laguna veneziana il 26 Ottobre 1998, accompagnato da un alone di mistero e da una sua foto diffusa su Internet che lo ritrae mentre esce dal campo con la gamba fratturata: come biglietto da visita non c’è male! Con la maglia dei lagunari si destreggia tra qualche comparsata al posto degli attaccanti titolari Recoba e Maniero – all’epoca micidiali – e qualche notte di divertimento a ritmo di samba assieme al compagno di squadra Fabio Bilica. Iniziò bene, segnando nel match casalingo alla Lazio e realizzando anche una rete a “San Siro” al Milan futuro Campione d’Italia, poi racimolò qualche altra prestazione discreta, infine successe il patatrack. Nel Gennaio 1999, durante lo scontro salvezza con il Bari, sul risultato di 1-1, Novellino buttò nella mischia il nostro che al minuto 90 indovinò la zampata vincente per gol del sorpasso. Fatto sta che esultò come un indemoniato, ma fu l’unico. Sia i giocatori del Bari che i compagni lo guardano storto, quasi nessuno lo festeggia, e a fine partita si accende una piccola rissa: lui viene accusato di non capire una parola di italiano, si sente indifeso come un pulcino di fronte a quell’inspiegabile episodio. Corse a destra e a manca cercando qualcuno da abbracciare, senza capire perché tutti lo ignorassero. E come se non bastasse, le prese pure di santa ragione negli spogliatoi. Da quel giorno di Tuta non se ne sentirà parlare quasi più. Quell’infausto episodio lo ha moralmente e psicologicamente distrutto: pertanto lasciò impaurito l’Italia, con la ripromessa di non tornarci mai più, nonostante il suo procuratore abbia cercato di difenderlo a spada tratta: «Qui abbiamo di fronte un ragazzo che è entrato in campo a dodici minuti dal termine, ha fatto gol, ne ha fatti tre in questo campionato e ha dato 6 punti al Venezia. Ebbene questo giocatore, un professionista, viene additato al pubblico ludibrio. Mi aspettavo che qualcuno lo difendesse in altra maniera perché Tuta è un signor professionista: ha tanta fiducia nel calcio italiano dove vorrebbe continuare a giocare. Io capisco le ragioni di stato e di club. Ma non si può continuare a trattare il giocatore come fosse un pazzo. E non so se è il caso di continuare con questo clima». Ed infatti a fine stagione, dimenticato da tutti, con l’inchiesta archiviata in pochi giorni, tornò in Patria. Ha poi giocato anche in Ucraina e in Corea, poi è nuovamente tornato in Brasile, ma non sarà più in grado di combinare qualcosa di buono: quell’esperienza di Venezia lo aveva ormai traumatizzato. Fu così che la sua affermazione nel calcio italiano da improbabile divenne impossibile.
N.B.:Gioca nel Nàutico,squadra brasiliana.
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Re: I Bidoni del calcio italiano
Ed ecco a voi...
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Darko Pancev
Luogo di Nascita:
Skopje (Macedonia)
Data di Nascita:
07/09/1965
Ruolo:
Attaccante
Posizione:
Centravanti
Squadra:
Inter
Il 7 Settembre 1965, nella ridente Skopje (Capitale della Macedonia) nacque Darko Pancev, meglio conosciuto come “Cobra” (per la cronaca, divenne poi “Ramarro” in Italia). Pancev, attaccante puro, esordì nella locale squadra del Vardar nella stagione 1982/83, e lì restò fino al 1988, anno in cui fu acquistato dalla Stella Rossa di Belgrado. In quella squadra giocò quattro anni, arrivando a vincere nel 1991 la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale, oltre a segnare qualcosa come 84 gol. Un dato impressionante. L’Inter, in crisi nel reparto offensivo, optò per l’acquisto del centravanti slavo, che arrivò così a Milano per 14 miliardi di Lire allo scopo di rinforzare un organico così composto (la seguente è una formazione-tipo del 1992): Zenga, Bianchi, Bergomi, Battistini, Ferri, De Agostini, Shalimov, Sammer, Berti, Schillaci e... Pancev. Osvaldo Bagnoli disse di lui: «Dite che con Pancev bisogna avere pazienza perché è macedone? Sarà... ma io sono della Bovisa e non sono mica un pirla!». Difficile dargli torto: in 12 presenze, Darko segnò la bellezza di un misero gol, ma in compenso furono tanti e clamorosi quelli falliti, alcuni a due metri dalla porta avversaria. I fatti dettero ragione all’allenatore. Ceduto per disperazione al Lipsia, in Germania, nel Gennaio del 1994, tornò in Italia la stagione successiva, in tempo per giocare fino alla fine del campionato (7 presenze, 2 gol). Finì i suoi giorni (sportivi ovviamente) al Sion, nel 1997. Da quando ha appeso le scarpe al chiodo, si è dedicato all’attività di procuratore, poi ha collaborato con il club locale del Vardar Skopje. E’ stato anche tra i candidati per la carica di allenatore della Nazionale macedone. Nel Luglio del 2007 Platini gli ha consegnato la “Scarpa d’Oro” a lui negata nel 1991: all’epoca la Federazione di Cipro segnalò un giocatore sconosciuto che avrebbe segnato ben 40 gol, ma alla lunga si è scoperto che c’era qualcosa che non andava e quindi, anche se dopo tanto tempo, hanno deciso di premiare chi effettivamente aveva meritato di vincere quest’ambito premio. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Anche se, in ogni caso, in Italia sarà per sempre ricordato come una delle “bufale” più clamorose.
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Data di Nascita:
07/09/1965
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Il 7 Settembre 1965, nella ridente Skopje (Capitale della Macedonia) nacque Darko Pancev, meglio conosciuto come “Cobra” (per la cronaca, divenne poi “Ramarro” in Italia). Pancev, attaccante puro, esordì nella locale squadra del Vardar nella stagione 1982/83, e lì restò fino al 1988, anno in cui fu acquistato dalla Stella Rossa di Belgrado. In quella squadra giocò quattro anni, arrivando a vincere nel 1991 la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale, oltre a segnare qualcosa come 84 gol. Un dato impressionante. L’Inter, in crisi nel reparto offensivo, optò per l’acquisto del centravanti slavo, che arrivò così a Milano per 14 miliardi di Lire allo scopo di rinforzare un organico così composto (la seguente è una formazione-tipo del 1992): Zenga, Bianchi, Bergomi, Battistini, Ferri, De Agostini, Shalimov, Sammer, Berti, Schillaci e... Pancev. Osvaldo Bagnoli disse di lui: «Dite che con Pancev bisogna avere pazienza perché è macedone? Sarà... ma io sono della Bovisa e non sono mica un pirla!». Difficile dargli torto: in 12 presenze, Darko segnò la bellezza di un misero gol, ma in compenso furono tanti e clamorosi quelli falliti, alcuni a due metri dalla porta avversaria. I fatti dettero ragione all’allenatore. Ceduto per disperazione al Lipsia, in Germania, nel Gennaio del 1994, tornò in Italia la stagione successiva, in tempo per giocare fino alla fine del campionato (7 presenze, 2 gol). Finì i suoi giorni (sportivi ovviamente) al Sion, nel 1997. Da quando ha appeso le scarpe al chiodo, si è dedicato all’attività di procuratore, poi ha collaborato con il club locale del Vardar Skopje. E’ stato anche tra i candidati per la carica di allenatore della Nazionale macedone. Nel Luglio del 2007 Platini gli ha consegnato la “Scarpa d’Oro” a lui negata nel 1991: all’epoca la Federazione di Cipro segnalò un giocatore sconosciuto che avrebbe segnato ben 40 gol, ma alla lunga si è scoperto che c’era qualcosa che non andava e quindi, anche se dopo tanto tempo, hanno deciso di premiare chi effettivamente aveva meritato di vincere quest’ambito premio. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Anche se, in ogni caso, in Italia sarà per sempre ricordato come una delle “bufale” più clamorose.
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Re: I Bidoni del calcio italiano
Tuta..
Me lo ricordo ancora quando segnò contro il Bari. Volevano ammazzarlo TUTTI :Lol: :Lol:
Me lo ricordo ancora quando segnò contro il Bari. Volevano ammazzarlo TUTTI :Lol: :Lol:
Re: I Bidoni del calcio italiano
Comunque non era così scarso...
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Re: I Bidoni del calcio italiano
Jocelyn Blanchard: non tutti i francesi riescono col buco
Il 1998 è senza dubbio l'anno della Francia: il Mondiale vinto spinge ulteriormente i talenti (o presunti tali) transalpini verso le piu' ambite mete europee. E mentre tutti si lanciano a capofitto sui vari Pires, Henry, Thuram e persino sul sopravvalutato Guivarc'h, la Juventus (che di francesi, per tradizione, se ne intende) fa una scelta precisa. E decide di puntare sul centrocampista Jocelyn Blanchard. Il quale, peraltro, ai Mondiali non viene neanche convocato, e non è un caso. I bianconeri lo seguono attentamente dall'Ottobre del '97 (si muove addirittura in trasferta Marcello Lippi per osservarlo!) e con un autentico blitz lo strappano al Metz secondo in classifica nel Maggio del 1998, ovvero a Mondiale non ancora iniziato. L'esperienza torinese di Blanchard, centrocampista destro ma utilizzabile anche come centrale, pare iniziare discretamente: va anche a segno, al termine di una grande partita, in amichevole contro il Newcastle ad Agosto. Poi piu' nulla: 12 apparizioni (alcune delle quali davvero molto fugaci) in Campionato, 6 in Coppa Italia, 3 addirittura in Champions League, ma zero gol all'attivo, tante insufficenze in pagella, e una cessione frettolosa alla successiva riapertura del mercato. E l'oblio totale, ora che sono passati sei anni, da parte del tifo bianconero. Ora Blanchard si comporta in maniera molto piu' egregia al Lens, e forse un giorno potrà raccontare ai nipotini di quell'anno in cui vesti' la maglia di uno dei club piu' importanti del mondo.
http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=6772
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Re: I Bidoni del calcio italiano
Il mitico pugile Bogarde!!!
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Re: I Bidoni del calcio italiano
Beh, a questo punto come non citare il suo compare Reiziger?
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Re: I Bidoni del calcio italiano
wow Bogarde che terzino sinistro! uno dei pochi usciti male nell'ajax anni 90.Mascarinho ha scritto:
Giocò anche nel Milan
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Re: I Bidoni del calcio italiano
RUMePERA ha scritto:Beh, a questo punto come non citare il suo compare Reiziger?
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Re: I Bidoni del calcio italiano
UFFICIALE - Jardel vola in Bulgaria
Nuovo capitolo nella vita calcistica di Mario Jardel (36), attaccante brasiliano che ha calcato anche i campi della Serie A (nel 2004, all'Ancona). Jardel, dopo la stagione disputata in Serie D brasiliana con il Flamengo-PI, è tornato in Europa, legandosi ai bulgari del PFC Černo More Varna per un anno.
ancora gioca
Nuovo capitolo nella vita calcistica di Mario Jardel (36), attaccante brasiliano che ha calcato anche i campi della Serie A (nel 2004, all'Ancona). Jardel, dopo la stagione disputata in Serie D brasiliana con il Flamengo-PI, è tornato in Europa, legandosi ai bulgari del PFC Černo More Varna per un anno.
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Re: I Bidoni del calcio italiano
ma di questi due fenomeni ne vogliamo parlare?
Ultima modifica di Dado82 il 30.06.10 - 11:39, modificato 1 volta in totale.
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