LE AREE DI INTERVENTO - Come previsto, il nuovo governo si preoccuperà di mettere mano al sistema pensionistico, penalizzato, secondo Monti, «da ampie disparità di trattamento tra generazioni, categorie e aree di privilegi».
L'esecutivo valuterà poi l'opportunità di ulteriori correttivi delle misure economiche varate questa estate e da completare con i provvedimenti contenuti nella lettera inviata in Europa. Una delle priorità del nuovo esecutivo sarà poi la lotta all'evasione fiscale e all'illegalità: non servirà solo «per aumentare il gettito ma anche per abbattere le aliquote. Una lotta vera servirà per ridurre in maniera incisiva il peso per i contribuenti». Solo nel tempo, è la promessa di Monti, «sarà possibile programmare una riduzione graduale della pressione fiscale».
Una attenzione particolare il presidente del Consiglio l'ha riservata alle donne: è «indifferibile - ha detto il premier - l'inserimento e la permanenza al lavoro delle donne. Bisogna conciliare le esigenze del lavoro e della famiglia oltre che di sostegno alla natalità». Per questo il governo studierà tra le altre cose «una tassazione preferenziale per le donne». Quanto all'Ici, Monti ha sottolineato che «l'esenzione delle abitazioni principali è una peculiarità se non un' anomalia del nostro ordinamento». Sarà necessario, dunque, «riesaminare il peso del prelievo sulla ricchezza immobiliare». Altre aree di intervento saranno lo spostamento della tassazione da lavoro e imprese a consumi e proprietà, la riforma degli ammortizzatori sociali, una revisione della disciplina degli ordini professionali e il riordino delle province con legge ordinaria».
Fonte:corriere.it
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Storie dalla Grecia:
E' l'incertezza a fare particolarmente male sulle sponde dell'Egeo. Ogni volta che la Troika (il trio composto da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) si prepara a rilasciare una parte della liquidità di cui la Grecia ha disperato bisogno, i cittadini entrano in panico. Il governo è costretto ad approvare in fretta e furia nuove tasse, nuovi tagli, nuovi sacrifici. "Ci tengono per la gola, non abbiamo scelta", spiega un funzionario vicino alla stanza dei bottoni.
Prima l'Irpef straordinaria e il taglio di salari pubblici e pensioni. Poi la tassa per il fondo di disoccupazione. Quindi il contributo di solidarietà. E la tassa sugli immobili. E 30 mila licenziamenti pubblici. E l'aumento dell'Iva. E quella sulla benzina (prezzo attuale: 1,8 euro al litro). Perfino il prezzo del biglietto della metropolitana è salito a 1,4 euro. Almeno per i viaggiatori di buona volontà, visto che gli ingressi non hanno barriere.
La metropolitana è un po' l'allegoria della vita ateniese di questi giorni. Chi vuole e ce la fa paga. Gli altri sperano di non incontrare il controllore. "Devo versare 330 euro per il contributo di disoccupazione ma sono troppi", spiega Ioanna, una giornalista del quotidiano Kathemerini: "Così sono andata all'ufficio delle imposte a vedere come sistemare la questione e ho scoperto che gli impiegati permettono ad ognuno di pagare quello che può. C'è chi ha versato solo venti euro".
Insomma, imposte fai da te. "Sto evadendo più tasse quest'anno dell'anno scorso", ammette senza problemi George, un avvocato di 41 anni (che ovviamente non vuole dare il suo cognome) mentre sorseggia un caffè freddo in un affollato bistrot di Kolonnaki, il quartiere abbiente preferito da avvocati, commercialisti e chirurghi estetici: "Il governo non avrebbe dovuto imporre l'Iva sulle nostre parcelle. Adesso sono gli stessi clienti a chiederci di non emettere la fattura pur di non pagare un'ulteriore tassa". La crisi si fa sentire anche nel suo campo: la maggior parte dei clienti sono commercianti che non sono stati pagati e che rischiano il fallimento. Lo conferma il fratello Kostas, proprietario di due negozi di abbigliamento e di una lavanderia: "Ormai i fornitori chiedono il pagamento anticipato in contanti, nessuno più si fida degli assegni". Poco distante dal caffè, un negozio della Timberland sta applicando sconti del 70 per cento sui prodotti. Il distributore, come quello di The Squared e della Burberry del resto, è andato fallito.
In tutta la capitale i negozi che applicano sconti superiori al 50 per cento sono gli unici ad attrarre clienti. "E' una situazione drammatica", commenta Konstantino Michalos, il presidente della Camera di commercio e dell'industria ellenica: "Oltre 250 mila negozi hanno chiuso: non si può continuare così. Con queste riforme , fatte tutte insieme, rischiamo la rottura del tessuto sociale". Ogni negozio lungo la via Ermou, la mecca dello shopping ateniese, ha almeno una promozione in corso, e se in vetrina manca l'apposito cartello allora basta entrare e chiedere se ci sono delle offerte sottobanco. "Tutto è diventato trattabile", spiega Ioanna mentre tira fuori dalla borsa una cartellina piena di buoni per servizi a prezzi bassissimi ottenuti tramite l'acquisto su una ventina di siti online di cui il più famoso è Groupon. Vanno dal parrucchiere alla manicure, dalla revisione dell'automobile agli utensili da cucina. "Non compro più nulla senza un tagliando di sconto. La vita è cambiata, bisogna adattarsi". Con la riforma della legge sul lavoro varata l'anno scorso, i licenziamenti sono molto più facili e i datori di lavoro non li lesinano. In una macelleria del mercato centrale è stato chiesto ad Adriano di accettare una riduzione del salario del 20 per cento, o di andare a casa: "Licenziano la gente che guadagna 1.300 euro per rimpiazzarla con chi è disposto ad accettarne 600".
Il risultato di questi tagli è davanti agli occhi di tutti. In molti quartieri della città ogni tre negozi uno è vuoto. E tornare a casa la sera fa anche un po' paura, spiega Ioanna. La sensazione, non ancora avvalorata da dati, è che i furti siano in aumento. Insieme alla povertà. "Fino all'anno scorso qui venivano solo gli extracomunitari", spiega Nikitas Konakis, un dentista quarantenne che, nel cuore di Omonia, il quartiere multietnico di Atene, dirige Openpoliclinic, una clinica gratuita animata da dottori volontari: "Quest'anno abbiamo centinaia di greci che con il lavoro hanno perso l'assicurazione sanitaria. Cominciano ad arrivare pure i primi casi di bambini malnutriti".
A crescere è poi il numero dei greci con disturbi mentali creati dalla perdita del lavoro e da gravi problemi finanziari. Secondo il ministero della Sanità, il totale dei suicidi a maggio di quest'anno è salito del 40 per cento rispetto all'anno precedente e, per la prima volta, a commetterli sono più gli uomini che le donne. Il governo, anziché aiutare, peggiora le cose. A braccetto con un tasso di disoccupazione in salita (veleggia oltre il 15 per cento) è il numero dei tagli ai servizi sanitari. Tra questi ci sono proprio i centri di cura mentale e di riabilitazione per tossicodipendenti. Incluso quello che aveva salvato il figlio di Stella e Tanasis dalla droga. "Lo Stato ha ormai perso ogni interesse nei suoi cittadini", commenta amareggiato Tanasis. Poi posa gli occhi sul blocchetto dei miei appunti e dice: "Auguro all'Italia di non dovere mai trovarsi in casa il Fondo monetario. E agli italiani di non perdere la loro dignità".

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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Governo Monti: fiducia anche alla
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Dico la mia sul titolo del topic. Ovviamente non mi addentro in considerazioni economiche perché non ci capisco una mazza. Non ci vuole una scienza per dire che per fortuna li hanno tolti dal governo, purtroppo però non se ne sono andati: son tutti lì i parlamentari, sempre gli stessi che in 3 anni e mezzo (per non dire in 20 anni) non hanno fatto lo straccio di una riforma seria. Secondo voi le faranno in un anno e mezzo in un periodo prelettorale e con lo scopo di difendere la propria poltrona? Ovviamente no. E' stato solo un giochetto per cercare di portare a termine la legislatura e ottenere i vitalizi, spartirsi le poltrone in alcuni ruoli di controllo strategici e arrivare a tutta una serie di compromessi precampagna elettorale.
Cosa si doveva fare? Elezioni subito. PD, IDV, SEL, UDC e tutti gli altri partiti non berlusconiani avrebbero potuto e dovuto fare un patto elettorale basato su un programma molto snello, basato sul cambiamento della legge elettorale, su alcuni punti di riforme socio-economiche condivise per rilanciare l'economia e su poche altre cose (non eleggibilità di pregiudicati, abolizione dei privilegi parlamentari, legge sul conflitto di interessi) magari portando come candidato premier Monti: un governo a tempo, due o tre anni, votato dagli italiani per fare tutto quello che si doveva fare, per poi presentarsi a regolari elezioni ognuno per cavoli propri o eventualmente in coalizioni, ma con una situazione socio-economica migliore e regole ripristinate.
Morale della favola: la riforma elettorale non sarà fatta finché non sarà stato fatto il referendum (e anche dopo, ne dubito), le riforme socio-economiche subiranno sempre il veto dei giochini politici dei partiti e il conflitto di interesi diventerà la chiave per ricattarsi a vicenda nei prossimi mesi. E' stato fatto un pastrocchio e i ministri che ci sono adesso prenderanno uno schiaffone immane a vantaggio di nuovo dei soli noti (Lega, Berlusca e compagnia bella). Ci ritroveremo tutti più poveri e, sostanzialmente, non sarà cambiato niente, continueremo ad essere un paese magari con meno debito, ma con niente potere di spesa, meno servizi e crescita zero.
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Ultima modifica di crash83 il 21.11.11 - 15:00, modificato 1 volta in totale.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Sinceramente non so fino a che punto i giochini politici influenzeranno le riforme socio-economiche.crash83 ha scritto:Dico la mia sul titolo del topic. Ovviamente non mi addentro in considerazioni economiche perché non ci capisco una mazza. Non ci vuole una scienza per dire che per fortuna li hanno tolti dal governo, purtroppo però non se ne sono andati: son tutti lì i parlamentari, sempre gli stessi che in 3 anni e mezzo (per non dire in 20 anni) non hanno fatto lo straccio di una riforma seria. Secondo voi le faranno in un anno e mezzo in un periodo prelettorale e con lo scopo di difendere la propria poltrona? Ovviamente no. E' stato solo un giochetto per cercare di portare a termine la legislatura e ottenere i vitalizi, spartirsi le poltrone in alcuni ruoli di controllo strategici e arrivare a tutta una serie di compromessi precampagna elettorale.
Cosa si doveva fare? Elezioni subito. PD, IDV, SEL, UDC e tutti gli altri partiti non berlusconiani avrebbero potuto e dovuto fare un patto elettorale basato su un programma molto snello, basato sul cambiamento della legge elettorale, su alcuni punti di riforme socio-economiche condivise per rilanciare l'economia e su poche altre cose (non eleggibilità di pregiudicati, abolizione dei privilegi parlamentari, legge sul conflitto di interessi) magari portando come candidato premier Monti: un governo a tempo, due o tre anni, votato dagli italiani per fare tutto quello che si doveva fare, per poi presentarsi a regolari elezioni ognuno per cavoli propri o eventualmente in coalizioni, ma con una situazione socio-economica migliore e regole ripristinate.
Morale della favola: la riforma elettorale non sarà fatta finché non sarà stato fatto il referendum (e anche dopo, ne dubito), le riforme socio-economiche subiranno sempre il veto dei giochini politici dei partiti e il conflitto di interesi diventerà la chiave per ricattarsi a vicenda nei prossimi mesi. E' stato fatto un pastrocchio e i ministri che ci sono adesso prenderanno uno schiaffone immane a vantaggio di nuovo dei soli noti (Lega, Berlusca e compagnia bella). Ci ritroveremo tutti più poveri e, sostanzialmente, non sarà cambiato niente, continueremo ad essere un paese magari con meno debito, ma con niente potere di spesa, meno servizi e crescita zero.
A livello governativo la presenza politica è 0. Nella lista dei 30 sottosegretari pare ce ne saranno solo 3 (un Pd, un PDL e un centrista) più forse uno dei due nominati da Fli (tra cui c'è Italo Cucci per il sottosegretariato allo Sport).
Vedremo, ma la mia paura è invece che questo governo Monti, da molti visto come qualcosa di solenne e ineluttabile, se da un lato avrà l'effetto positivo di accantonare temporaneamente alcuni screzi partitici, dall'altro annullerà del tutto il significato politico dell'organo parlamentare. Ho paura che le proposte da parte della squadra di governo avranno spesso l'avallo del Parlamento, seguendo un tacito patto di sostenere l'attuale governo per venire fuori dall'attuale situazione economica e poi presentarsi in condizioni migliori (a livello dell'intero Paese) alle prossime elezioni.
E questo non è un bene. Senza troppi fronzoli, se si configurasse un quadro del genere, saremmo di fronte a una vera e propria oligarchia. E dobbiamo sperare che l'operato dei ministri sia eccelso a tal punto da tirarci fuori da una condizione disastrose, nonostante la netta sensazione di aver ingaggiato una squadra di sicari piuttosto che una squadra di ministri..
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Mi sa che a mangiarci vivi saranno i francesi non i cinesi o i tedeschi.
Non bastasse Lactalis (Parmalat), Groupama che apre filiali e fa il tira e molla sull'acquisto di Fondiaria Sai, adesso arrivano quelli di EDF (Edison) che iniziano a fare spot in tv con il loro marchio.
Poi ce le spacciano per aziende italiane.
"L'italianità" di sto càzzo se l'84% di Parmalat è francese e Bulgari è in mano a Louis Vuitton dopo che ha fallito l'assalto a Gucci.
Poi ci sono Bnl-BP Paribas che lancia un opa su tutto il pacchetto, Cariparma (Credit Agricole).. ecc.
Adesso spuntano le mazzette di Finmeccanica quando è da secoli che esiste il malaffare lì dentro.
Quando sento la parola PRIVATIZZARE so già a chi spareranno.. e chi sarà portarsi via la pelliccia dell'orso morto. Un altro nel mirino sarà l'ENI? l'ENEL?
Le FS sicuramente. Montezemolo-Della Valle hanno interesse (NTV).
I magnabaguette da anni hanno lanciato un opa su tutta l'Italia.
Non bastasse Lactalis (Parmalat), Groupama che apre filiali e fa il tira e molla sull'acquisto di Fondiaria Sai, adesso arrivano quelli di EDF (Edison) che iniziano a fare spot in tv con il loro marchio.
Poi ce le spacciano per aziende italiane.
"L'italianità" di sto càzzo se l'84% di Parmalat è francese e Bulgari è in mano a Louis Vuitton dopo che ha fallito l'assalto a Gucci.
Poi ci sono Bnl-BP Paribas che lancia un opa su tutto il pacchetto, Cariparma (Credit Agricole).. ecc.
Adesso spuntano le mazzette di Finmeccanica quando è da secoli che esiste il malaffare lì dentro.
Quando sento la parola PRIVATIZZARE so già a chi spareranno.. e chi sarà portarsi via la pelliccia dell'orso morto. Un altro nel mirino sarà l'ENI? l'ENEL?
Le FS sicuramente. Montezemolo-Della Valle hanno interesse (NTV).
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Vis ci aggiorna sugli avvoltoi francesi, io su quelli teutonici.
Corre voce che la Merkel abbia dato indicazioni di iniziare a stampare, in gran segreto, il Marco in Svizzera. Dove è legale, perchè i trattati economici impedirebbero di stampare moneta sovrana su suolo di paesi che hanno aderito all'Euro, e la Svizzera non vi ha aderito.
Ho la sensazione che la Germania, seppur forte della convinzione di essere l'economia più forte del vecchio continente, stia meditando di costruire la sua scialuppa di salvataggio per abbandonare la nave alla deriva.
E su quella nave ci siamo anche noi
Corre voce che la Merkel abbia dato indicazioni di iniziare a stampare, in gran segreto, il Marco in Svizzera. Dove è legale, perchè i trattati economici impedirebbero di stampare moneta sovrana su suolo di paesi che hanno aderito all'Euro, e la Svizzera non vi ha aderito.
Ho la sensazione che la Germania, seppur forte della convinzione di essere l'economia più forte del vecchio continente, stia meditando di costruire la sua scialuppa di salvataggio per abbandonare la nave alla deriva.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Dell'ipotetica uscita della Germania dall'Euro se ne parlava diffusamente qualche giorno fa in un articolo (credo) su La Repubblica: venivano indicati degli step che progressivamente avrebbero portato a quella soluzione.
Diciamo che gli esperti l'hanno derubricata come fantapolitica, mentre qualcuno ritiene che si possa trattare di un piano B da tenere in caldo e da attuare in casi estremi.
Diciamo che gli esperti l'hanno derubricata come fantapolitica, mentre qualcuno ritiene che si possa trattare di un piano B da tenere in caldo e da attuare in casi estremi.
Ultima modifica di HappySall1 il 01.12.11 - 19:22, modificato 1 volta in totale.
Re: Post-Berlusconi: parliamone
Germania fuori dall'Euro =
Loro sono quelli che hanno i maggiori vantaggi dalla presenza dell'Euro, senza contare che la BCE si fonda su quello che era il modello della Bundesbank
Loro sono quelli che hanno i maggiori vantaggi dalla presenza dell'Euro, senza contare che la BCE si fonda su quello che era il modello della Bundesbank
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Non può durare per nessuno, un Euro debole inficia anche la floridità tedesca prima o poi.. persino Sarkozy oggi l'ha messo, "così non può durare".thor01 ha scritto:Germania fuori dall'Euro =![]()
Loro sono quelli che hanno i maggiori vantaggi dalla presenza dell'Euro, senza contare che la BCE si fonda su quello che era il modello della Bundesbank
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Gli scenari di dismissione dell'Euro sono secondo me piuttosto inverosimili. Credo di aver letto una delle analisi più lucide su questo, pensante un po', sulla Gazzetta dello Sport questo lunedi.
Il punto è questo, non avere l'Euro significherebbe per la Germania perdere il suo mercato più rilevante, ossia quello del Sud Europa. La Germania ha interesse ad avere una moneta non troppo forte per poter esportare, senza l'Euro si troverebbe con una moneta fortissima e con i paesi del Sud che oltre a non acquistare più prodotti tedeschi potranno fargli concorrenza grazie a monete svalutate.
Questi scenari di caduta dell'Euro sono un vizio degli istituti di ricerca Statunitensi, che già da parecchi anni hanno negli archivi studi del genere. Tra l'altro non si può certo dire che una caduta dell'Euro sarebbe un grande vantaggio per gli USA, ma fatto sta che loro sembrano divertirsi a specularci sopra (anche se credo che le società di rating abbiano una certa influenza in questo)
Il punto è questo, non avere l'Euro significherebbe per la Germania perdere il suo mercato più rilevante, ossia quello del Sud Europa. La Germania ha interesse ad avere una moneta non troppo forte per poter esportare, senza l'Euro si troverebbe con una moneta fortissima e con i paesi del Sud che oltre a non acquistare più prodotti tedeschi potranno fargli concorrenza grazie a monete svalutate.
Questi scenari di caduta dell'Euro sono un vizio degli istituti di ricerca Statunitensi, che già da parecchi anni hanno negli archivi studi del genere. Tra l'altro non si può certo dire che una caduta dell'Euro sarebbe un grande vantaggio per gli USA, ma fatto sta che loro sembrano divertirsi a specularci sopra (anche se credo che le società di rating abbiano una certa influenza in questo)
Ultima modifica di thor01 il 01.12.11 - 21:37, modificato 1 volta in totale.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Sono d'accordo con la linea del tuo ultimo intervento, infatti le prospettive della Germania non sono esattamente quelle di uscire dall'Eurozona senza colpo ferire: l'intenzione tedesca è quella di dividere il sistema in due macroaree, la prima comprendente Francia, Germania e gli altri paesi del Nord con una moneta propria, la seconda con i paesi del Sud e una loro moneta.
Quale enorme vantaggio trarrebbe la Germania da questo sistema? Mantenendosi a capo del sistema finanziario europeo, manterrebbe la gestione di entrambi i sistemi monetari impedendo così ai paesi del Sud di effettuare svalutazioni competitive e nello stesso tempo creando un sistema economico più forte e meno soggetto alle altalene provocate dalle crisi economiche dei paesi meno virtuosi.
In ogni caso, per noi, questo non sarebbe neanche lo scenario peggiore. Il peggio che può capitarci è finire come la Grecia, la cui giurisdizione del debito pubblico è ora in mano alla Gran Bretagna. Gli ellenici non solo sono indebitati fino al collo, ma non posseggono neanche più la sovranità necessaria per rinegoziare il proprio debito. Economicamente, una disfatta senza precedenti..
Quale enorme vantaggio trarrebbe la Germania da questo sistema? Mantenendosi a capo del sistema finanziario europeo, manterrebbe la gestione di entrambi i sistemi monetari impedendo così ai paesi del Sud di effettuare svalutazioni competitive e nello stesso tempo creando un sistema economico più forte e meno soggetto alle altalene provocate dalle crisi economiche dei paesi meno virtuosi.
In ogni caso, per noi, questo non sarebbe neanche lo scenario peggiore. Il peggio che può capitarci è finire come la Grecia, la cui giurisdizione del debito pubblico è ora in mano alla Gran Bretagna. Gli ellenici non solo sono indebitati fino al collo, ma non posseggono neanche più la sovranità necessaria per rinegoziare il proprio debito. Economicamente, una disfatta senza precedenti..
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
E' però anche in questo caso ci si troverebbe con una moneta del sub debolissima e con una moneta del nord molto forte. Per l'Italia, in linea puramente teorica, potrebbero anche esserci dei vantaggi, ma per i paesi forti ci sarebbero le stelle limitazioni dette sopra.Alexito90 ha scritto: l'intenzione tedesca è quella di dividere il sistema in due macroaree, la prima comprendente Francia, Germania e gli altri paesi del Nord con una moneta propria, la seconda con i paesi del Sud e una loro moneta.
Quale enorme vantaggio trarrebbe la Germania da questo sistema? Mantenendosi a capo del sistema finanziario europeo, manterrebbe la gestione di entrambi i sistemi monetari impedendo così ai paesi del Sud di effettuare svalutazioni competitive e nello stesso tempo creando un sistema economico più forte e meno soggetto alle altalene provocate dalle crisi economiche dei paesi meno virtuosi.
Secondo me si andrà verso una maggiore influenza dell'UE anche in "ambito fiscale" e non più solo monetario.
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Re: Post-Berlusconi: parliamone
Credo piuttosto che un sistema del genere, che rimarrebbe comunque in mano all'asse franco-tedesco, non permetterebbe agli stati del Sud di svalutare allo scopo di indebolire i mercati del Nord.thor01 ha scritto:E' però anche in questo caso ci si troverebbe con una moneta del sub debolissima e con una moneta del nord molto forte. Per l'Italia, in linea puramente teorica, potrebbero anche esserci dei vantaggi, ma per i paesi forti ci sarebbero le stelle limitazioni dette sopra.Alexito90 ha scritto: l'intenzione tedesca è quella di dividere il sistema in due macroaree, la prima comprendente Francia, Germania e gli altri paesi del Nord con una moneta propria, la seconda con i paesi del Sud e una loro moneta.
Quale enorme vantaggio trarrebbe la Germania da questo sistema? Mantenendosi a capo del sistema finanziario europeo, manterrebbe la gestione di entrambi i sistemi monetari impedendo così ai paesi del Sud di effettuare svalutazioni competitive e nello stesso tempo creando un sistema economico più forte e meno soggetto alle altalene provocate dalle crisi economiche dei paesi meno virtuosi.
Secondo me si andrà verso una maggiore influenza dell'UE anche in "ambito fiscale" e non più solo monetario.
In ogni caso che l'UE permanga o meno, ho paura che dai nuovi scenari sarà impossibile escludere una legislazione ad hoc per limitare il potere d'azioni dei governi nazionali.
Qualche anno fa avrei preferito che si andasse verso un'organizzazione federale in stile USA, per mantenere la competitività a livello mondiale almeno come entità-Europa (importante dato citato ieri da Letta: quando fu stilata la prima lista dei paesi del G7 c'erano ben tre paesi europei, se gli stessi criteri fossero riutilizzati oggi non ve ne sarebbe neanche uno, neanche la super-Germania), ma purtroppo se la gestione tedesca dev'essere questa, per noi è un massacro.
A questo punto, rischio per rischio, riprendiamoci la Lira. Tutto sommato nonostante problemi più o meno piccoli, passando per l'epoca della "Liretta", con l'Euro siamo stati sempre, tendenzialmente, peggio. Principalmente perchè oltre all'incapacità dei nostri governi con il tempo abbiamo avuto sempre più le mani legate in ambito economico. Ora ci è rimasta soltanto la sovranità del nostro debito, e fra un po' ci verrà tolta anche quella..
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