VERSO TARANTO LUMEZZANE

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Squalificato Rantier, indisponibile Degasperi, c'è il recupero di Rantier. Mister Dionigi sta pensando di accantonare il 3-4-3. Il modulo potrebbe essere il 3-5-2, tutto a vantaggio di Pippo Pensalfini che diventerebbe titolare. In tal caso Sciaudone potrebbe staccarsi dalla linea mediana per inserirsi alle spalle delle punte.
L'alternativa sarebbe il 3-4-1-2 con Chiaretti alle spalle di Guazzo e Girardi.

PROBABILE FORMAZIONE

3-5-2: Bremec; Sosa, Di Bari (Coly), Prosperi; Antonazzo, Di Deo, Sciaudone e Pensalfini, Rizzi; Guazzo, Chiaretti (Girardi).

3-4-1-2: Bremec; Sosa, Di Bari, Prosperi; Antonazzo, Di Deo, Sciaudone, Rizzi; Chiaretti; Guazzo, Girardi.

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La terna arbitrale

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TARANTO 1 LUMEZZANE 0


Reti: st 26' Guazzo (TA)

TARANTO (3-4-1-2): Bremec; Sosa, Coly, Prosperi; Antonazzo, Di Deo, Sciaudone, Rizzi; Chiaretti (30' st Pensalfini); Guazzo (41' st Giorgino), Girardi (17' st De Gasperi). A disp.: Faraon, Cutrupi, Di Bari, Russo. All.: Davide Dionigi.
LUMEZZANE (4-3-2-1): Brignoli; Diana, Luciani, Giosa, Pini; Dadson, Sevieri (13' st Inglese), Fondi; Antonelli (29' st Ferrari), Baraye (13' st Lo Iacono); Gasparetto. A disp.: Rossi, Guagnetti, Prevacini. All.: Davide Nicola. Arbitro: Federico La Penna di Roma 1 (Christian D’Amato di Battipaglia – Giovanni Pentangelo di Nocera Inferiore)
Ammoniti: Gasparetto (LU), Di Deo (TA); Pensalfini (TA), Sciaudone (TA)
Espulsi: /
Corner: 4-0
Recupero: pt 1', st 4'.
Note: Prima del fischio d’inizio osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Sergio Buso. Spettatori 4104; incasso € 33.589,01.

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La sintesi e i goal

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Le interviste

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Il Taranto risponde 'presente'


Il campo è il miglior amico del Taranto. Il luogo in cui la squadra si impadronisce del proprio destino, liberandosi di ciò che è di troppo. E lì dentro che non esistono difficoltà insuperabili, che non hanno peso le tensioni delle settimane precedenti. Quando comincia la partita, evaporano i pensieri superflui: c'è solo un avversario da battere e la Ternana da tallonare. Così va, anche questa volta: tocca al Lumezzane piegarsi. Sebbene l'avversario provi a frapporsi tra i rossoblù e il successo, nonostante la pausa si faccia sentire sulle gambe e le scelte iniziali non premino il coraggio della novità e nemmeno l'altruismo delle decisioni. Emerge Guazzo, nella ripresa: gira intorno al gol fino a quando non lo trova. Prima costringe il portiere avversario a una prodezza, poi colpisce una traversa, infine segna di corsa e istinto, da attaccante. Guazzo segna quando Girardi esce: è una chiave di lettura fondamentale. Nella fatica che il Taranto mostra nella prima ora di partita non c'è, infatti, solo l'avversario, che pure in campo è ben messo (4-3-2-1) e alzando il pressing riesce spesso a sporcare le linee di passaggio dei rossoblù. E non ci sono solo le gambe appesantite dalla sosta. C'è soprattutto un modulo che Dionigi sceglie per animare l'attacco (non ha Rantier e non sembra fidarsi di Degasperi) e scuotere le sue punte centrali e che invece non rende. Guazzo e Girardi insieme appesantiscono la manovra, non hanno intesa e non invertono i movimenti. Contemporaneamente Chiaretti, nella posizione stabile di trequartista, è spesso schermato da Sevieri e per cercare spazio è costretto ad appiattirsi sulle punte. La conseguenza è che al Taranto conviene aspettare e ripartire per costruire la manovra offensiva: ma anche distendendosi con almeno sei uomini (salgono i due esterni e un centrocampista, anche) qualche movimento, proprio per la confusione delle due punte, fa perdere di efficacia anche alle migliori intenzioni. Nulla, però, mina la solidità del Taranto: non ci fosse la leggerezza di Bremec, cancellata dal lussuoso scatto di reni successivo, non ci sarebbero tracce del Lumezzane in zona tiro. Però non bastano i muscoli e la voglia a far emergere la superiorità latente dei rossoblù. Servono la ripresa e un altro Guazzo: che inizia a dare profondità e diventa pericoloso, resta solo e segna. Il Taranto, di nuovo con il 3-4-3 (fuori Girardi) funziona meglio anche se Degasperi manca tutti gli appoggi possibili. E' una questione di concetti: torna tutto più semplice e poco importa se il Lumezzane provi invece a rendersi più pericoloso aumentando il numero di punte. Nicola prova prima con due attaccanti (inserendo Inglese), infine con tre (aggiungendo Ferrari), ma non trova spazi per rimettere la sua squadra in corsa. Perchè il Taranto non ha amnesie individuali - riceve anche risposte confortanti dal rientro di Coly - ma anche perché Dionigi sa quando è utile badare al sodo. Così passa al centrocampo a cinque, mandando in campo Pensalfini (chiedendo pure agli esterni di stare più bassi) e chiude addirittura con il solo Degasperi di punta. Serve per vincere (quarto successo consecutivo), quindi è giusto. Sul campo non ci sono intoppi che il Taranto non possa superare. di Fulvio Paglialunga

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Il Taranto liquida la pratica Lumezzane


Vittoria nel solco. Il Taranto non si scompone, anche se la sosta, col suo carico di turbolenze, qualcosa gli sottrae: quote di brillantezza, scampoli di lucidità, scorte di efficienza. Resta, però, intatta l'anima della squadra. La consistenza materiale e dinamica di un gruppo che sul campo continua ad avere uno scopo. E questa la notizia vera, oltre il risultato pieno. Oltre il successo rassicurante. La squadra di Dionigi piega il Lumezzane e rimane nella scia della Ternana corsara a Viareggio. La puntualità con la quale onora l'impegno, marcando il cartellino della fatica e dell'applicazione, va sottolineata. È un segnale forte. E va nella direzione sperata. La squadra c'è. Non ha alcuna intenzione di mollare. Si sforza di vincere e ci riesce. Non è leggera (non può esserlo). Ma ha cuore. E orgoglio, disciplina, costanza. Valori decisivi. Risolve Guazzo, da pochi minuti liberato dalla scomoda (tatticamente) e ingombrante (tecnicamente) compagnia di Girardi. Non è un caso. Appena Guazzo torna in sè, ovvero nei panni del centravanti d'area, colpisce. Taglio sul primo palo e girata col destro. È un gol d'astuzia e di destrezza quello che realizza al 26' della ripresa. Il gol che dà un senso a tutto: alla sua prova, dopo i malintesi iniziali, e ai tentativi del Taranto, dopo le dispersioni della prima frazione. Il gol che salva la squadra rossoblù da un pareggio incombente. Pareggio al quale forse ambiva il Lumezzane, capace soltanto di fare densità in mezzo al campo. E di concedersi qualche spunto lussuoso sulla trequarti dove Baraye e Antonelli portano un po' di qualità nello sviluppo di una trama priva di attimi taglienti. Primo tempo inutile. Non lo usa il Taranto (3-4-1-2). Non lo sfrutta il Lumezzane (4-3-2-1). L'imbarazzo è reciproco. Non riesce a darsi un ritmo la squadra di Dionigi. La manovra s'incaglia sistematicamente in zona alta, dove lo schema col doppio centravanti crea qualche equivoco. Girardi e Guazzo fanno spesso lo stesso movimento, vanificando il lavoro in rifinitura di Chiaretti e impedendo gli inserimenti degli interni di centrocampo. Questione, insomma, di spazi negati. O, comunque, sottratti alla fisiologica gestazione di un gioco che non sgorga, favorendo il possesso innocuo del Lumezzane. La cronaca, ovviamente, ne risente. Il Taranto non è mai pericoloso. Si affaccia in area soltanto in una circostanza (doppia conclusione di Di Deo). Più succosa l'occasione che capita al Lumezzane sull'errore in disimpegno di Bremec. E Baraye ad intercettare il rinvio del portiere rossoblù. Ad eluderlo con un dribbling secco e a cercare la porta col sinistro. Ma Bremec, con uno scatto prodigioso, respinge il tiro ravvicinato del senegalese (42'). Nella ripresa il Taranto, pur non uscendo subito dalla propria ambiguità tattica, sembra avere un altro piglio. La pressione si fa più i insistente. Aumenta la spinta sulle fasce. E fioccano le opportunità. Guazzo di testa mette in cantiere il gol. Prima chiama Brignoli alla parata d'istinto (8'), poi scheggia la traversa (11'). Il Lumezzane perde qualche riferimento. E rischia di farsi schiacciare. Nicola lo soccorre con un doppio cambio (fuori Sevieri e Baraye, dentro Inglese e Loiacono). Oscilla il modulo: ora è 4-3-1-2. Il Taranto accelera. Dionigi ripristina il 3-4-3. Entra Degasperi, esce Girardi. Si allarga il tridente. E nasce il gol che spacca la partita. L'azione si sviluppa sulla destra. Cross basso di Sciaudone e tocco delicato in area di Guazzo. È fioca la reazione del Lumezzane, malgrado Nicola si giochi anche l'ultimo attaccante (Ferrari), chiudendo la contesa col 4-3-3. Dionigi si cautela, infoltendo progressivamente la mediana. Con Pensalfini (fuori Chiaretti) rilancia il 3-5-2. Con Giorgino (fuori Guazzo) ordina il 3-4-1-1, sigillando la significativa vittoria. di Lorenzo D'Alò

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Grande vittoria