Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
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Zeman tatticamente se lo mangia a colazione
"l'eternità è il lasso di tempo che intercorre tra l'assegnazione dei minuti di recupero e il fischio finale quando la tua squadra sta vincendo 1 a 0."
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
stasera si è vista proprio questa somiglianza con scelte "strane" su modulo e interpreti da schierare + difesa che rischia di prendere gol quasi in ogni situazione. la differenza sono chiaramente gli interpreti.alexein11 ha scritto:io non rimprovererei niente al barcellona e a guardiola (anche se ci sono state scelte alla luis enrique).adrian28scbr ha scritto:Alex secondo te LE da chi ha preso?
per luis enrique e forse anche per la roma la soluzione ideale sarebbe succedere a guardiola nel barcellona.
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
Che schifo...
Se rimane l'anno prossimo la Roma non la guardo
In 10 mesi la squadra è migliorata dello 0,1%,non è palusibile ciò
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
Luis Enrique, allenatore della Roma,ai microfoni di Sky Sport: "E' sempre difficile sapere se ci siano meriti o demeriti. Nel primo tempo siamo stati brillanti, mentre nella ripresa sapevamo che il Napoli sarebbe cresciuto nel pressing e ci avrebbe messo in difficoltà. Credo che sia stato sopratutto merito degli avversari, anche se poi siamo riusciti a sistemarci e a fare una buona gara. È difficile giocare in queste condizioni perché abbiamo fatto partite non all'altezza di questa squadra, non per mancanza di volontà, ma perché nel calcio succede. Oggi c'è stato un po' di blocco dovuto anche alla mancanza di serenità che si respira nell'ambiente. Oggi però si è vista la mentalità di una squadra vera che vuole fare tutte e due le fasi assieme da vera squadra. Il pari è stato il risultato più giusto, ma avrei preferito una vittoria per il morale dei miei giocatori".
Quale sarà il suo futuro?
"Il futuro? Non c'è una posizione definitiva, il futuro della Roma è la prossima gara a Verona. Fino a fine stagione sarò l'allenatore della Roma, poi parlerò con la società, faremo il punto della situazione e cercheremo di capire cosa fare. Aspetterò tranquillamente la fine della stagione".
Cosa pensa di Villanova sulla panchina del Barcellona?
"Mi fa piacre che Tito sia il nuovo allenatore del Barça perché è un uomo della casa e merita tutto il meglio".
Quale sarà il suo futuro?
"Il futuro? Non c'è una posizione definitiva, il futuro della Roma è la prossima gara a Verona. Fino a fine stagione sarò l'allenatore della Roma, poi parlerò con la società, faremo il punto della situazione e cercheremo di capire cosa fare. Aspetterò tranquillamente la fine della stagione".
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
Stavolta che gli vogliamo dire? Ha azzecca pure i cambi...
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Sabatini: ‘Penso che L. Enrique mediti l’addio, proveremo a convincerlo a restare’
“Questo è un pensiero mio, non è riconducibile a nessuna sua dichiarazione, ma penso che stia pensando all’ipotesi dell’addio: non sentendo il sostegno per se stesso non sente di poterlo trasferire alla squadra e quindi non vuole mettere la Roma, squadra e societa’, in una situazione di squilibrio“. Così il ds giallorosso Sabatini in un’intervista di ieri diffusa oggi da Mediaset. ‘Il prossimo passo della socieà è quello di confrontarci con Luis Enrique, cercare di capire quali siano le sue reali motivazioni e cercare di convincerlo. Luis Enrique è un ragazzo esageratamente onesto, è stato molto orgoglioso di allenare la Roma e lo è anche oggi: deve decidere serenamente, non vogliamo pressarlo oltre misura, perchè lui sa quello che è meglio per se stesso e per la sua famiglia. Noi vogliamo che lui rimanga, ma se cosi’ non sarà faremo altre scelte: 5 minuti dopo l’ultima partita di campionato cominceremo a progettare il futuro‘.
“Questo è un pensiero mio, non è riconducibile a nessuna sua dichiarazione, ma penso che stia pensando all’ipotesi dell’addio: non sentendo il sostegno per se stesso non sente di poterlo trasferire alla squadra e quindi non vuole mettere la Roma, squadra e societa’, in una situazione di squilibrio“. Così il ds giallorosso Sabatini in un’intervista di ieri diffusa oggi da Mediaset. ‘Il prossimo passo della socieà è quello di confrontarci con Luis Enrique, cercare di capire quali siano le sue reali motivazioni e cercare di convincerlo. Luis Enrique è un ragazzo esageratamente onesto, è stato molto orgoglioso di allenare la Roma e lo è anche oggi: deve decidere serenamente, non vogliamo pressarlo oltre misura, perchè lui sa quello che è meglio per se stesso e per la sua famiglia. Noi vogliamo che lui rimanga, ma se cosi’ non sarà faremo altre scelte: 5 minuti dopo l’ultima partita di campionato cominceremo a progettare il futuro‘.
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
Corriere dello Sport – Roma, Luis Enrique dice basta: è addio
Adios. Luis Enrique ha deciso, senza se e senza ma: va via. Quella di Cesena, a meno di ripensamenti che sarebbero grotteschi, sarà la sua ultima partita sulla panchina della Roma. Anche i dirigenti hanno capito che è impossibile cambiare una storia già scritta. Il problema non è tecnico, non soltanto almeno. E’ soprattutto umano. Luis Enrique non l’ha nascosto: non ce la faccio, non potrei reggere un altro anno così stressante. «Devo valutare con la mia famiglia, io sono un allenatore diverso dagli altri. Magari il più scarso di tutti, ma diverso» . Al di là delle contestazioni dei tifosi, che hanno inciso ma non sono state determinanti, lo ha battuto la pressione del calcio italiano. Se avesse centrato un posto in Europa, forse sarebbe rimasto: il conforto di un obiettivo raggiunto, sia pure minimo, gli avrebbe dato la forza per procedere, per sfidare lo scetticismo e il ricordo di una stagione di rodaggio. (…) Luis Enrique si è arreso davanti all’impossibilità di trasmettere alla squadra il suo calcio, che anche i giocatori hanno involontariamente rigettato. La presunzione ostentata tante volte in sala stampa era il mezzo che utilizzava per nascondere le insicurezze, la fragilità del suo disagio.
L’ANNUNCIO – Sarà una separazione amichevole, che anche la proprietà americana avalla. Probabilmente non costerà neanche un euro alla Roma, nonostante il contratto firmato fino al 2013. Baldini rispetterà la scelta dell’allenatore che aveva portato come simbolo di un nuovo modo di intendere il gioco. Apprezzandone lo stile e comprendendone le motivazioni, non ha nemmeno tentato di convincerlo rendendosi conto che è inutile trattenere un uomo scarico, stanco, deluso. Luis Enrique tornerà in Spagna, contento di aver provato la Roma e altrettanto contento di lasciarla. L’annuncio potrebbe arrivare domenica sera a Cesena, al termine dell’ultima partita di campionato, o lunedì attraverso un comunicato dopo la famosa riunione tra dirigenti e allenatore. Che verosimilmente è stata organizzata solo per mettere a punto la risoluzione del contratto e per consentire a Luis Enrique di salutare il personale di Trigoria.
IMMAGINE – In questa maniera, tutti ne usciranno con la faccia pulita. Baldini, non cacciandolo, dimostrerà di essere coerente fino in fondo (Anche ieri pubblicamente ha detto: «Spero che Luis resti» ). E Luis Enrique incasserà gli applausi del popolo per il comportamento signorile, prendendo atto di un’operazione non riuscita.
QUI TRIGORIA – Ieri l’allenatore è stato festeggiato dalla squadra per il compleanno numero 42. C’è stato anche un brindisi, a margine dell’allenamento. In serata, attraverso Twitter ha abbracciato idealmente chi gli è stato vicino: «Grazie di tutto. E sempre forza Roma!» . (…) Ai giocatori non ha detto niente. Eppure molti si sono resi conto che qualcosa è finito. E non si tratta soltanto del campionato. Luis Enrique e Moreno hanno già disdetto l’affitto delle rispettive case. Ma è stato l’atteggiamento generale dello staff spagnolo, più pacato e meno grintoso del solito, il segnale definitivo dell’addio.
LE MOSSE – Perché allora ritardare l’ufficializzazione della notizia? Perché i dirigenti continuano a dire che Luis Enrique non ha ancora deciso? I motivi potrebbero essere due insieme: 1) la Roma, trattandosi formalmente di dimissioni, vuole che sia l’allenatore a scegliere tempi e modalità del commiato; 2) Baldini e Sabatini, tra tanti colloqui, non hanno scelto il successore e preferiscono non pubblicizzare la fine del rapporto con Luis Enrique senza avere subito un’alternativa sicura. L’esempio della comunicazione del Barcellona, con Vilanova nominato allenatore nella stessa conferenza stampa in cui è stato salutato Guardiola, anche da questo punto di vista può ispirare la Roma.
Adios. Luis Enrique ha deciso, senza se e senza ma: va via. Quella di Cesena, a meno di ripensamenti che sarebbero grotteschi, sarà la sua ultima partita sulla panchina della Roma. Anche i dirigenti hanno capito che è impossibile cambiare una storia già scritta. Il problema non è tecnico, non soltanto almeno. E’ soprattutto umano. Luis Enrique non l’ha nascosto: non ce la faccio, non potrei reggere un altro anno così stressante. «Devo valutare con la mia famiglia, io sono un allenatore diverso dagli altri. Magari il più scarso di tutti, ma diverso» . Al di là delle contestazioni dei tifosi, che hanno inciso ma non sono state determinanti, lo ha battuto la pressione del calcio italiano. Se avesse centrato un posto in Europa, forse sarebbe rimasto: il conforto di un obiettivo raggiunto, sia pure minimo, gli avrebbe dato la forza per procedere, per sfidare lo scetticismo e il ricordo di una stagione di rodaggio. (…) Luis Enrique si è arreso davanti all’impossibilità di trasmettere alla squadra il suo calcio, che anche i giocatori hanno involontariamente rigettato. La presunzione ostentata tante volte in sala stampa era il mezzo che utilizzava per nascondere le insicurezze, la fragilità del suo disagio.
L’ANNUNCIO – Sarà una separazione amichevole, che anche la proprietà americana avalla. Probabilmente non costerà neanche un euro alla Roma, nonostante il contratto firmato fino al 2013. Baldini rispetterà la scelta dell’allenatore che aveva portato come simbolo di un nuovo modo di intendere il gioco. Apprezzandone lo stile e comprendendone le motivazioni, non ha nemmeno tentato di convincerlo rendendosi conto che è inutile trattenere un uomo scarico, stanco, deluso. Luis Enrique tornerà in Spagna, contento di aver provato la Roma e altrettanto contento di lasciarla. L’annuncio potrebbe arrivare domenica sera a Cesena, al termine dell’ultima partita di campionato, o lunedì attraverso un comunicato dopo la famosa riunione tra dirigenti e allenatore. Che verosimilmente è stata organizzata solo per mettere a punto la risoluzione del contratto e per consentire a Luis Enrique di salutare il personale di Trigoria.
IMMAGINE – In questa maniera, tutti ne usciranno con la faccia pulita. Baldini, non cacciandolo, dimostrerà di essere coerente fino in fondo (Anche ieri pubblicamente ha detto: «Spero che Luis resti» ). E Luis Enrique incasserà gli applausi del popolo per il comportamento signorile, prendendo atto di un’operazione non riuscita.
QUI TRIGORIA – Ieri l’allenatore è stato festeggiato dalla squadra per il compleanno numero 42. C’è stato anche un brindisi, a margine dell’allenamento. In serata, attraverso Twitter ha abbracciato idealmente chi gli è stato vicino: «Grazie di tutto. E sempre forza Roma!» . (…) Ai giocatori non ha detto niente. Eppure molti si sono resi conto che qualcosa è finito. E non si tratta soltanto del campionato. Luis Enrique e Moreno hanno già disdetto l’affitto delle rispettive case. Ma è stato l’atteggiamento generale dello staff spagnolo, più pacato e meno grintoso del solito, il segnale definitivo dell’addio.
LE MOSSE – Perché allora ritardare l’ufficializzazione della notizia? Perché i dirigenti continuano a dire che Luis Enrique non ha ancora deciso? I motivi potrebbero essere due insieme: 1) la Roma, trattandosi formalmente di dimissioni, vuole che sia l’allenatore a scegliere tempi e modalità del commiato; 2) Baldini e Sabatini, tra tanti colloqui, non hanno scelto il successore e preferiscono non pubblicizzare la fine del rapporto con Luis Enrique senza avere subito un’alternativa sicura. L’esempio della comunicazione del Barcellona, con Vilanova nominato allenatore nella stessa conferenza stampa in cui è stato salutato Guardiola, anche da questo punto di vista può ispirare la Roma.
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
Il Messaggero – Bloccato Montella
Come un anno fa, con gli stessi protagonisti. Che si scambiano nuovamente il testimone. L’addio di Luis Enrique e il ritorno di Vincenzo Montella: non sono solo rumors, anche se non c’è ancora niente di ufficiale o di scritto. Ma essendo ormai (quasi) scontata l’uscita di scena dell’asturiano, la Roma sembra aver deciso: a Trigoria può davvero atterrare l’Aeroplanino.
Le riunioni degli ultimi giorni, con il coinvolgimento anche dei manager di Pallotta, hanno portato i dirigenti giallorossi a convergere sull’ex attaccante della Roma del terzo scudetto che nella stagione scorsa, per 4 mesi, è stato anche allenatore, prima di lasciare la panchina proprio a Lucho che ieri con spumante e pasticcini ha festeggiato i suoi 42 insieme con idirigenti e giocatori, senza accennare al futuro. La scelta di Montella non è in contrasto con il progetto Usa: giovane e preparato, Vincenzo è capace di garantire un gioco propositivo e offensivo.
Alla fine della stagione scorsa l’Aeroplanino fu lasciato libero di decollare verso la Sicilia, per planare a Catania, dove si è fatto apprezzare per il carisma e per la determinazione. E per il metodo di lavoro che aveva già affascinato i tecnici del settore giovanile della Roma quando addestrava i Giovanissimi Nazionali. Baldini decise di non confermarlo: troppo legato alla vecchia gestione, societaria e tecnica. «Continuare insieme sarebbe stato un errore per tutt’e due» ha sospirato Vincenzo, sabato sera dopo Roma-Catania, davanti alle telecamere.
L’intenzione è di ripartire da un allenatore italiano. Soluzione suggerita da Walter Sabatini che, già un anno fa, avrebbe preferito un tecnico abituato alle trappole e agli ostacoli del calcio di casa nostra, e appoggiata da Claudio Fenucci che, forte della lunga esperienza a Lecce, sa bene quanto l’esperienza in provincia possa aver fatto crescere Montella. Per il quale, cosa non di poco conto, c’è il gradimento anche di UniCredit: i dirigenti della Banca stimano il tecnico e la persona, avendo conosciuto Vincenzo, l’anno scorso a Trigoria, in un periodo molto delicato. Il ds e l’ad hanno convinto (mettiamola così per non calcare troppo la mano sulla spaccatura ideologica nella dirigenza) Franco Baldini che avrebbe puntato su Villas Boas, esonerato in questa stagione dal Chelsea, per la personalità mostrata anche nei pochi mesi passati a Londra in uno spogliatoio complicato e per l’esperienza fatta nel nostro campionato all’Inter da vice di Mourinho. Il dg avrebbe voluto continuare con Luis Enrique. Ma si è dovuto arrendere per due motivi: 1) l’indecisione dell’asturiano di restare fino alla scadenza del contratto; 2) l’input dei bostoniani di tenere ben separato il progetto da Lucho dopo un’annata tormentata e deludente. Sabatini all’estero prenderebbe Bielsa.
«Io spero che resti anche il prossimo anno» ha insistito ieri mattina Baldini. Ma lunedì Luis Enrique ufficializzerà il divorzio a dirigenti e giocatori. Il dg sa da due settimane che l’asturiano lascerà la capitale. Ma fino alla partita di Verona con il Chievo ha sperato che ci potesse ripensare. Quella sera è stato Sabatini a decretare la fine del rapporto: «Penso che andrà via». E ha subito contattato, attraverso un intermediario, Montella, nome che aveva in testa almeno da metà aprile. Ottenendo la disponibilità dall’Aeroplanino, proprio mentre Lucho e il suo vice Moreno hanno disdetto i rispettivi contratti d’affitto delle loro abitazioni all’Olgiata e all’Eur.
Montella, seguito nei mesi scorsi dalla Fiorentina, dall’Inter e dal Napoli, la scorsa settimana è stato avvicinato da un manager che gli ha proposto la Lazio. Ma era stato già bloccato dalla Roma. L’Aeroplanino ha ancora un anno di contratto con Pulvirenti che, lunedì, ha provato ufficialmente a confermarlo: a Catania, però, andrà Di Carlo del Chievo. Sabatini, incassato il no di Allegri che rimane al Milan, ha avuto un contatto anche con l’entourage di Guidolin che non è convinto di restare a Udine. Prandelli, invece, ha fatto sapere a Baldini di voler continuare con l’Italia.
Come un anno fa, con gli stessi protagonisti. Che si scambiano nuovamente il testimone. L’addio di Luis Enrique e il ritorno di Vincenzo Montella: non sono solo rumors, anche se non c’è ancora niente di ufficiale o di scritto. Ma essendo ormai (quasi) scontata l’uscita di scena dell’asturiano, la Roma sembra aver deciso: a Trigoria può davvero atterrare l’Aeroplanino.
Le riunioni degli ultimi giorni, con il coinvolgimento anche dei manager di Pallotta, hanno portato i dirigenti giallorossi a convergere sull’ex attaccante della Roma del terzo scudetto che nella stagione scorsa, per 4 mesi, è stato anche allenatore, prima di lasciare la panchina proprio a Lucho che ieri con spumante e pasticcini ha festeggiato i suoi 42 insieme con idirigenti e giocatori, senza accennare al futuro. La scelta di Montella non è in contrasto con il progetto Usa: giovane e preparato, Vincenzo è capace di garantire un gioco propositivo e offensivo.
Alla fine della stagione scorsa l’Aeroplanino fu lasciato libero di decollare verso la Sicilia, per planare a Catania, dove si è fatto apprezzare per il carisma e per la determinazione. E per il metodo di lavoro che aveva già affascinato i tecnici del settore giovanile della Roma quando addestrava i Giovanissimi Nazionali. Baldini decise di non confermarlo: troppo legato alla vecchia gestione, societaria e tecnica. «Continuare insieme sarebbe stato un errore per tutt’e due» ha sospirato Vincenzo, sabato sera dopo Roma-Catania, davanti alle telecamere.
L’intenzione è di ripartire da un allenatore italiano. Soluzione suggerita da Walter Sabatini che, già un anno fa, avrebbe preferito un tecnico abituato alle trappole e agli ostacoli del calcio di casa nostra, e appoggiata da Claudio Fenucci che, forte della lunga esperienza a Lecce, sa bene quanto l’esperienza in provincia possa aver fatto crescere Montella. Per il quale, cosa non di poco conto, c’è il gradimento anche di UniCredit: i dirigenti della Banca stimano il tecnico e la persona, avendo conosciuto Vincenzo, l’anno scorso a Trigoria, in un periodo molto delicato. Il ds e l’ad hanno convinto (mettiamola così per non calcare troppo la mano sulla spaccatura ideologica nella dirigenza) Franco Baldini che avrebbe puntato su Villas Boas, esonerato in questa stagione dal Chelsea, per la personalità mostrata anche nei pochi mesi passati a Londra in uno spogliatoio complicato e per l’esperienza fatta nel nostro campionato all’Inter da vice di Mourinho. Il dg avrebbe voluto continuare con Luis Enrique. Ma si è dovuto arrendere per due motivi: 1) l’indecisione dell’asturiano di restare fino alla scadenza del contratto; 2) l’input dei bostoniani di tenere ben separato il progetto da Lucho dopo un’annata tormentata e deludente. Sabatini all’estero prenderebbe Bielsa.
«Io spero che resti anche il prossimo anno» ha insistito ieri mattina Baldini. Ma lunedì Luis Enrique ufficializzerà il divorzio a dirigenti e giocatori. Il dg sa da due settimane che l’asturiano lascerà la capitale. Ma fino alla partita di Verona con il Chievo ha sperato che ci potesse ripensare. Quella sera è stato Sabatini a decretare la fine del rapporto: «Penso che andrà via». E ha subito contattato, attraverso un intermediario, Montella, nome che aveva in testa almeno da metà aprile. Ottenendo la disponibilità dall’Aeroplanino, proprio mentre Lucho e il suo vice Moreno hanno disdetto i rispettivi contratti d’affitto delle loro abitazioni all’Olgiata e all’Eur.
Montella, seguito nei mesi scorsi dalla Fiorentina, dall’Inter e dal Napoli, la scorsa settimana è stato avvicinato da un manager che gli ha proposto la Lazio. Ma era stato già bloccato dalla Roma. L’Aeroplanino ha ancora un anno di contratto con Pulvirenti che, lunedì, ha provato ufficialmente a confermarlo: a Catania, però, andrà Di Carlo del Chievo. Sabatini, incassato il no di Allegri che rimane al Milan, ha avuto un contatto anche con l’entourage di Guidolin che non è convinto di restare a Udine. Prandelli, invece, ha fatto sapere a Baldini di voler continuare con l’Italia.
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Questa operazione sarebbe da un lato degna di prese in giro e pernacchie, visto che solo un anno fa è stato mandato via ed era già della Roma, ma dall'altra sarebbe da apprezzare, in quanto rappresenterebbe il riconoscimento di un errore, e non è semplice vedere certe cose.
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
RUMePERA ha scritto:Questa operazione sarebbe da un lato degna di prese in giro e pernacchie, visto che solo un anno fa è stato mandato via ed era già della Roma, ma dall'altra sarebbe da apprezzare, in quanto rappresenterebbe il riconoscimento di un errore, e non è semplice vedere certe cose.
L'unica cosa che mi "spaventa" è come gia detto altrove,l'amicizia di Montella con alcuni giocatori(Totti in primis) ma per il resto preferisco di gran lunga lui ai vari stranieri(Bielsa,VB ecc) in quanto conosce ambiente e calcio italiano.
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C'è anche da dire che un eventuale ritorno dopo la grandiosa esperienza a Catania lo farebbe lo porrebbe agli occhi dello spogliatoio con maggiore autorevolezza rispetto a quando è andato via.adrian28scbr ha scritto:RUMePERA ha scritto:Questa operazione sarebbe da un lato degna di prese in giro e pernacchie, visto che solo un anno fa è stato mandato via ed era già della Roma, ma dall'altra sarebbe da apprezzare, in quanto rappresenterebbe il riconoscimento di un errore, e non è semplice vedere certe cose.
L'unica cosa che mi "spaventa" è come gia detto altrove,l'amicizia di Montella con alcuni giocatori(Totti in primis) ma per il resto preferisco di gran lunga lui ai vari stranieri(Bielsa,VB ecc) in quanto conosce ambiente e calcio italiano.
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anche secondo me e' cosiRUMePERA ha scritto:
C'è anche da dire che un eventuale ritorno dopo la grandiosa esperienza a Catania lo farebbe lo porrebbe agli occhi dello spogliatoio con maggiore autorevolezza rispetto a quando è andato via.
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Circola voce che Baldini sia stato a Catania a Parlare con Vincenzo
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Il ritorno di Vincenzo Montella sulla panchina della Roma non è soltanto una suggestione. Secondo quanto rivelato da Sky, il tecnico del Catania sarebbe al momento l'alternativa numero uno in caso di addio di Luis Enrique e sarebbe stato già bloccato per i prossimi 15 giorni.
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Stagione 2011/2012 allenatore della Roma:
Leggo – Montella: “Alla Roma non si dice di no”. Sabatini già gli costruisce la squadra
«Come si fa a dire di no alla Roma?». Dai dubbi di Luis Enrique alla convinzione di Montella espressa in un sms semplice, ma significativo. Il futuro della guida tecnica della Roma col passare delle ore sembra sempre più chiaro. L’addio di Lucho, comunicato il 25 aprile ai dirigenti, non sembra revocabile e con molta probabilità verrà ufficializzato domenica a Cesena. Anche Baldini ha ormai perso le speranze. I due si sono incontrati ieri a Trigoria, dove Luis Enrique ha portato porchetta e mortadella (festa d’addio?) mentre la smorfia di Sabatini all’ingresso del centro sportivo sembrava non lasciare speranze.
Archiviato Luis Enrique, quindi, si comincia a progettare il futuro che avrà il volto di Montella. L’Aeroplanino attende solo una telefonata per raggiungere Trigoria (Prandelli ha fatto sapere di non volere lasciare la nazionale), ma il ds giallorosso sarebbe già a lavoro per consegnare a Vincenzino i giocatori adatti al suo 4-3-3. Per la fascia destra c’è un discorso avviato con l’Ajax per Van Der Wiel mentre Rosi resterà come riserva. Sulla fascia sinistra, oltre a Dodò, si cerca un giocatore di spinta ma attento anche alla fase difensiva: il nome di Cissokho sembra perfetto.«Costa 8 milioni e alla Roma interessa», ha dichiarato il suo agente. Non è escluso però che Montella chieda a Sabatini di ingaggiare Marchese,rivelazione del Catania capace di ricoprire i 3 ruoli della difesa. Altro pallino di Montella è Spolli. L’argentino costa meno di Rolando e Silvestre e sembra il partner perfetto di Burdisso. Il Bandito per ora è l’unico centrale sicuro di conferma: Heinze e Juan torneranno infatti in Sud Americamentre ancora non si è sciolto il nodo-Kjaer: la Roma ha chiesto al Wolfsburg un ulteriore anno di prestito. Se non venisse concesso sono pronti Musacchio o Boulharouz.
A centrocampo De Rossi ricoprirebbe il ruolo di regista con Pizarro alternativa di lusso. Si tratta per Paulinho, Tomic e Bradley mentre si complica il riscatto di Gago (il Real chiede 7 milioni). Le novità più interessanti però riguardano l’attacco: Totti e Bojan ricopriranno infatti il ruolo di punta centrale di manovra (alla Bergessio) a discapito di Osvaldo che potrebbe essere messo sul mercato mentre Lamela, Borini e Palacio (o Gomez) formerebbero il tris d’ali a disposizione del tecnico napoletano.
«Come si fa a dire di no alla Roma?». Dai dubbi di Luis Enrique alla convinzione di Montella espressa in un sms semplice, ma significativo. Il futuro della guida tecnica della Roma col passare delle ore sembra sempre più chiaro. L’addio di Lucho, comunicato il 25 aprile ai dirigenti, non sembra revocabile e con molta probabilità verrà ufficializzato domenica a Cesena. Anche Baldini ha ormai perso le speranze. I due si sono incontrati ieri a Trigoria, dove Luis Enrique ha portato porchetta e mortadella (festa d’addio?) mentre la smorfia di Sabatini all’ingresso del centro sportivo sembrava non lasciare speranze.
Archiviato Luis Enrique, quindi, si comincia a progettare il futuro che avrà il volto di Montella. L’Aeroplanino attende solo una telefonata per raggiungere Trigoria (Prandelli ha fatto sapere di non volere lasciare la nazionale), ma il ds giallorosso sarebbe già a lavoro per consegnare a Vincenzino i giocatori adatti al suo 4-3-3. Per la fascia destra c’è un discorso avviato con l’Ajax per Van Der Wiel mentre Rosi resterà come riserva. Sulla fascia sinistra, oltre a Dodò, si cerca un giocatore di spinta ma attento anche alla fase difensiva: il nome di Cissokho sembra perfetto.«Costa 8 milioni e alla Roma interessa», ha dichiarato il suo agente. Non è escluso però che Montella chieda a Sabatini di ingaggiare Marchese,rivelazione del Catania capace di ricoprire i 3 ruoli della difesa. Altro pallino di Montella è Spolli. L’argentino costa meno di Rolando e Silvestre e sembra il partner perfetto di Burdisso. Il Bandito per ora è l’unico centrale sicuro di conferma: Heinze e Juan torneranno infatti in Sud Americamentre ancora non si è sciolto il nodo-Kjaer: la Roma ha chiesto al Wolfsburg un ulteriore anno di prestito. Se non venisse concesso sono pronti Musacchio o Boulharouz.
A centrocampo De Rossi ricoprirebbe il ruolo di regista con Pizarro alternativa di lusso. Si tratta per Paulinho, Tomic e Bradley mentre si complica il riscatto di Gago (il Real chiede 7 milioni). Le novità più interessanti però riguardano l’attacco: Totti e Bojan ricopriranno infatti il ruolo di punta centrale di manovra (alla Bergessio) a discapito di Osvaldo che potrebbe essere messo sul mercato mentre Lamela, Borini e Palacio (o Gomez) formerebbero il tris d’ali a disposizione del tecnico napoletano.