Ecco come Ghirardi ci ha soffiato Belfodil
Oggi segna, a Bologna faceva le bizze. Diede buca due volte a Zanzi. E spuntò il Parma. Rimpianti rossoblù
PEGGIO di un addio, si dice spesso, è la felicità di chi s'è lasciato partire. E il ghigno imperfetto di Ishak Belfodil, uomo partita del Parma domenica sera, è già una beffa, nel weekend degli ex che ridono (Ekdal e Gillet, dopo Costa alla prima giornata) e irridono così anche il passato che li snobbò.
L'incornata in rete del franco algerino ha fatto male quasi più al Bologna che l'ha guardata rispetto al Chievo che l'ha subìta. A giugno Belfodil aveva detto no a un sondaggio del Tottenham e rifiutato le attenzioni di Palermo e Genoa. Qui, da gennaio a maggio, aveva giocato 9 partite: arrivava in prestito dal Lione, che mai avrebbe voluto riprenderselo, ma che certamente desiderava capitalizzare sulla cessione. I rossoblù s'erano garantiti il diritto di riscatto e Pioli l'aveva scelto come primo rinforzo. Giusta o sbagliata che fosse l'indicazione, il tecnico vedeva in Belfodil la seconda punta di gamba che tanto manca al Bologna di oggi: pochi gol nel
sangue, ma buona capacità di difendere la palla, far salire la squadra, giocare di sponda e aiutare sulle linee esterne. Ovvero molti dei limiti mostrati dal 3-5-1-1 delle prime due uscite.
Certo, è ardito sostenere che un rimpianto equivalga a una certezza: e cioè che con Belfodil i problemi si sarebbero risolti. Ma è anche per l'assenza di un giocatore con le sue caratteristiche (non necessariamente lui, appunto) che il Bologna sta incontrando ora difficoltà nel rendersi pericoloso. E forse si spiega anche così l'ingaggio frettoloso di un altro ex scaricato, quel Kone che a giugno non entrò nemmeno in trattativa per il riscatto dal Brescia e che invece all'ultimo giorno di mercato ha fatto battagliare fino al gong, con tanto di esborso di 900.000 euro per la comproprietà. Kone ha passo, può far salire in fretta la squadra e coprire più reparti, pur senza il proverbiale fiuto per la porta. Ma Belfodil, da domenica, ha spiazzato tutti con un'inzuccata da consumato goleador. In realtàè solo la sua prima rete in campionato, tra Francia e Italia (fin lì aveva segnato 7 gol nel Lione B).
Tre mesi fa il Bologna si vide presentare un conto salatissimo dal Lione: 5 milioni per l'intero cartellino. Dopo giorni di mediazione, si scese a 2, con un bonus di un altro milione in caso di qualificazione in Europa nei quattro anni a seguire e una percentuale del 15% sulla futura vendita. L'affare pareva ormai chiuso, ma a sorpresa s'incagliò sull'ingaggio. Belfodil guadagnava 165.000 euro
annui, il Bologna salì a 220 più premi per quattro stagioni e s'accordò con lui verbalmente a metà maggio. Quando venne il momento delle firme, raccontano in società, lui però non si presentò, facendo sapere di aver ricevuto offerte migliori. A quel punto il Bologna provò a proporre un ulteriore aumento, ma pure il secondo appuntamento, il 30 giugno, saltò, mentre uno dei suoi agenti chiedeva anche una commissione che al club parve un affronto. Il Parma, nel frattempo,
stava già preparando il quadriennale da quasi 2 milioni netti (450 i primi due anni, 500 gli altri due). "Siamo stati noi a lasciarlo andare. L'abbiamo atteso fino a venerdì, poi l'abbiamo liberato perché non più interessati", disse stizzito Guaraldi al "Pallone nel 7", il 2 luglio. Distratti dalla snervante trattativa per Diamanti, Belfodil se ne andò in silenzio. Salvo farsi sentire ora, quando anche agli eventuali rimpianti non si può più porre rimedio.