Pensieri e parole sul lupacchiotto
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- Nome:Adriano [phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1275: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
IL SUICIDIO TATTICO DEI GIALLOROSSI
Raramente nel calcio le gare di vertice hanno durate così brevi, ma quella di ieri sera ha sicuramente il triste primato di durare appena 18 minuti , tanti sono quelli che intercorrono dal fischio d inizio al momento in cui Matri si trova(ennesimo bianconero della serata) in fuga solitaria al cospetto di Stekelenburg per la facile realizzazione. Ai critici censori di Zeman la gara odierna suonerà come una marcia trionfale o comunque a una sorta di suffragio delle proprie convinzioni che reputano i concetti tattici del boemo inattendibili o quantomeno inefficaci. Quando nel calcio si parla di concetti tattici si fa riferimento a dogmi accettati da tutti, ma soprattutto fondati, che posano su basi tattiche che si rifanno all'abc del calcio, un alfabeto calcistico che mette impietosamente a nudo la fase difensiva del credo zemaniano.
GLI ERRORI DELLA GARA - Il precampionato dei giallorossi aveva dato indicazioni su come la lettura delle situazioni difensive di palla scoperta avesse avuto, da parte del boemo, una rivisitazione alle sue idee del passato, rivisitazione molto vicina ai concetti comuni e assodati. Poi le prime gare di campionato avevano regalato qualche piccola perplessità (vedi analisi tattiche precedenti) riguardo ai dettami tattici dati alla linea difensiva in situazione di palla scoperta, laddove erano stati notati alcuni indizi preoccupanti riguardo certi integralismi non pienamente abbandonati. La gara di ieri sera comunica in maniera fragorosa come tra la Roma e il successo dovranno passare quantomeno l'adeguarsi alla normalità dei concetti di base difensivi, cosa alquanto ardua conoscendo la filosofia zemaniana. A tutte le latitudini la linea difensiva su palla scoperta scappa verso la porta togliendo profondità all avversario. A tutte le latitudini i movimenti di taglio su palla scoperta, specie dall'esterno, vanno accompagnati e assorbiti. Quelli più difficili da assorbire sono spesso quelli dei centrocampisti centrali, che la Juve con Marchisio porta in maniera perfetta. Il suicidio perfetto della filosofia difensiva zemaniana si compie su ogni situazione offensiva della Juve che con la preparazione delle azioni basate sulla ricerca del terzo uomo e su passaggi avanti-indietro-avanti mette in condizione ogni giocatore che vada coi tempi giusti ad attaccare la profondità di eludere ogni effetto difensivo giallorosso.
LE SCELTE DI ZEMAN - Al suicidio tattico perfetto dei primi 18 minuti che sanciscono l'esito della gara contribuiscono anche alcune scelte di formazione. In primis la riconferma di Tatchsidis nel ruolo delicato di metodista che, viste le sue difficoltà di dinamismo, non danno al centrocampo giallorosso compattezza e velocità nei confronti del reparto avversario opposto nel quale si fonde dinamismo corsa e qualità elevata. Inoltre se si opta per Lamela, avendo già Totti sulla zona sinistra dell attacco, non si può attaccare in velocità la difesa a tre alle spalle degli esterni, delegando al solo Osvaldo la possibilità di sfruttare tale caratteristica, che però centralmente viene contenuta dalla superiorità numerica dello schieramento bianconero. Così come il taglio del solo Florenzi, che potrebbe attaccare lo spazio centrale qualora la punta esterna allargasse la linea difensiva, finisce per diventare prevedibile. Nel secondo tempo la Juve rallenta in funzione della gara di Champions vicina concedendo ai giallorossi un ritorno pericolosissimo che, di fronte ad un secondo gol, avrebbe regalato un finale (non tanto nel risultato) diverso.
I 90' DEI GIALLOROSSI
STEKELENBURG: Apre la sua serata da incubo nascondendosi dietro alla barriera, senza vedere il pallone di Pirlo partire (poco reattivo) e soprattutto senza preoccuparsi di proteggere il proprio palo. Poi è un susseguirsi di interventi, magari anche positivi, ma l'impressione è che quando deve metterci una pezza (vedi terzo gol di Matri) non riesce mai a immolarsi e sfruttare pienamente la presenza fisica. Inoltre in troppe situazioni non riesce a"schiodarsi" dalla linea di porta confermando la sua non adattabilità alla filosofia calcistica del proprio allenatore.
TADDEI: L'atteggiamento tattico difensivo della linea lo mette più di altri alla mercè degli eventi lui che, comunque, difensore puro non è. Difficile dare un giudizio quando un giocatore è dibattuto sul da farsi, frastornato e confuso dai dettami tattici che contrastano con la realtà. Qualsiasi attaccante avversario sceglie di stazionare dalla sua parte perché la sua attenzione tattica difensiva non è mai sempre puntuale e il taglio dietro a Burdisso è un movimento che paga sempre. In queste situazioni le attenuanti andrebbero sempre concesse.
BALZARETTI: La sua partita dura come quella della Roma, poco più di 18 minuti, dopodiché uno strano stato febbrile lo toglie dal campo risparmiandogli uno strazio gratuito.
BURDISSO: Dibattuto tra il seguire la filosofia imposta dalla guida tecnica e le sue conoscenze(in discordanza) tattiche resta in un limbo che lo mortifica, lui che veloce non è e che può renderlo inefficace in fase difensiva. Tagliare alle sue spalle è, soprattutto con questi dogmi, un movimento che può regalare soddisfazioni.
CASTAN: Qualcuno potrà anche storcere il naso, ma il brasiliano è l'unico che salva la propria squadra da una disfatta memorabile, fa reparto da solo, lotta su ogni pallone contro tutto e tutti, cerca di scuotere i compagni con alcune gestualità e interventi che ne fanno di lui una garanzia nel breve ma soprattutto nel lungo termine. Assolutamente fuori luogo accomunare la sua prestazione a quella dei compagni di reparto. Senza dubbio un acquisto azzeccato.
FLORENZI: Uomo ovunque anche stasera, i primi minuti un po' contratto ma riesce a scuotersi subito per un ascesa di rendimento corsa e personalità che lo consegna prepotentemente alle cronache come il migliore dei suoi e la certezza che il futuro è suo.
TATCHIDIS: Dopo l'esordio maestoso di Milano la sua involuzione nelle gare successive lo relega tra i giocatori da centellinare seguendo un percorso che gli consenta di diventare padrone della maglia e del ruolo in maniera graduale e in contesti a lui appropriati.
DE ROSSI: Una partita che lo mette in contrasto con gli sviluppi di gioco della filosofia zemaniana e che rischia di non farlo esprimere secondo le proprie capacità e caratteristiche. La verticalità non è nelle sue corde, il suo gioco compassato riesce ad essere adeguato alla squadra solo se essa ha una fluidità di manovra efficace (Pizarro era quello che impreziosiva il suo recupero e la sua gestione della palla in fase di impostazione) di palla quando la squadra sarà pronta per sviluppare le trame di gioco congeniali potrà diventare l'equilibratore ideale dell economia di gioco giallorossa, ma solo in quel momento. Al contrario questo momento di stallo potrà solo creare equivoci e, nella peggiore delle ipotesi, un ripensamento su un certo status da lui manifestato qualche mese fa.
LAMELA: Dalla sua parte De Ceglie scorazza con personalità ben sapendo che la sua capacità di corsa e la sua voglia di ripiegamento difensivo non sarà sempre puntuale. Nella prima frazione di gioco va alla conclusione senza convinzione e cattiveria nonostante qualche movimento accettabile,mentre il secodno tempo è una galleria di appoggi e gestione della palla imbarazzanti
OSVALDO: Nonostante il tabellino lo annoveri tra i marcatori e nonostante provi anche a reagire all impasse della squadra, non sempre taglia l'area con i movimenti giusti e non riesce a concretizzare alcune situazioni favorevoli che (per assurdo) avrebbero anche potuto rendere il finale di gara più interessante.
TOTTI: Annichilito dalla prestazione dei compagni non riesce a dare il consueto contributo. La sua sostituzione toglie dal campo unico in grado di innescare la velocità di Osvaldo e Destro
DESTRO: Il suo ingresso è molto positivo, sia come movimenti che come qualità delle giocate. A nostro avviso con Osvaldo è in grado di gestirsi il fronte dell attacco senza problemi e con efficacia ed equilibrio, basta guardare la pericolosità quando sono entrambi in campo.
MARQUINHOS: Quando fa il suo ingresso in campo la squadra si è assestata e la Juve in attesa nella propria metà campo, pertanto la sua spinta è interessante e continua. Non sale colpevolmente sul quarto gol ma ormai i giochi erano fatti.
PERROTTA: Chi ha vestito con piacere e gioia questa maglia non può tradire se chiamato in causa per salvare la faccia e l'onore dei colori che ama. Il suo ingresso gli rende onore, e trova anche il tempo di pescare osvaldo dentro all area per un quasi gol.
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Raramente nel calcio le gare di vertice hanno durate così brevi, ma quella di ieri sera ha sicuramente il triste primato di durare appena 18 minuti , tanti sono quelli che intercorrono dal fischio d inizio al momento in cui Matri si trova(ennesimo bianconero della serata) in fuga solitaria al cospetto di Stekelenburg per la facile realizzazione. Ai critici censori di Zeman la gara odierna suonerà come una marcia trionfale o comunque a una sorta di suffragio delle proprie convinzioni che reputano i concetti tattici del boemo inattendibili o quantomeno inefficaci. Quando nel calcio si parla di concetti tattici si fa riferimento a dogmi accettati da tutti, ma soprattutto fondati, che posano su basi tattiche che si rifanno all'abc del calcio, un alfabeto calcistico che mette impietosamente a nudo la fase difensiva del credo zemaniano.
GLI ERRORI DELLA GARA - Il precampionato dei giallorossi aveva dato indicazioni su come la lettura delle situazioni difensive di palla scoperta avesse avuto, da parte del boemo, una rivisitazione alle sue idee del passato, rivisitazione molto vicina ai concetti comuni e assodati. Poi le prime gare di campionato avevano regalato qualche piccola perplessità (vedi analisi tattiche precedenti) riguardo ai dettami tattici dati alla linea difensiva in situazione di palla scoperta, laddove erano stati notati alcuni indizi preoccupanti riguardo certi integralismi non pienamente abbandonati. La gara di ieri sera comunica in maniera fragorosa come tra la Roma e il successo dovranno passare quantomeno l'adeguarsi alla normalità dei concetti di base difensivi, cosa alquanto ardua conoscendo la filosofia zemaniana. A tutte le latitudini la linea difensiva su palla scoperta scappa verso la porta togliendo profondità all avversario. A tutte le latitudini i movimenti di taglio su palla scoperta, specie dall'esterno, vanno accompagnati e assorbiti. Quelli più difficili da assorbire sono spesso quelli dei centrocampisti centrali, che la Juve con Marchisio porta in maniera perfetta. Il suicidio perfetto della filosofia difensiva zemaniana si compie su ogni situazione offensiva della Juve che con la preparazione delle azioni basate sulla ricerca del terzo uomo e su passaggi avanti-indietro-avanti mette in condizione ogni giocatore che vada coi tempi giusti ad attaccare la profondità di eludere ogni effetto difensivo giallorosso.
LE SCELTE DI ZEMAN - Al suicidio tattico perfetto dei primi 18 minuti che sanciscono l'esito della gara contribuiscono anche alcune scelte di formazione. In primis la riconferma di Tatchsidis nel ruolo delicato di metodista che, viste le sue difficoltà di dinamismo, non danno al centrocampo giallorosso compattezza e velocità nei confronti del reparto avversario opposto nel quale si fonde dinamismo corsa e qualità elevata. Inoltre se si opta per Lamela, avendo già Totti sulla zona sinistra dell attacco, non si può attaccare in velocità la difesa a tre alle spalle degli esterni, delegando al solo Osvaldo la possibilità di sfruttare tale caratteristica, che però centralmente viene contenuta dalla superiorità numerica dello schieramento bianconero. Così come il taglio del solo Florenzi, che potrebbe attaccare lo spazio centrale qualora la punta esterna allargasse la linea difensiva, finisce per diventare prevedibile. Nel secondo tempo la Juve rallenta in funzione della gara di Champions vicina concedendo ai giallorossi un ritorno pericolosissimo che, di fronte ad un secondo gol, avrebbe regalato un finale (non tanto nel risultato) diverso.
I 90' DEI GIALLOROSSI
STEKELENBURG: Apre la sua serata da incubo nascondendosi dietro alla barriera, senza vedere il pallone di Pirlo partire (poco reattivo) e soprattutto senza preoccuparsi di proteggere il proprio palo. Poi è un susseguirsi di interventi, magari anche positivi, ma l'impressione è che quando deve metterci una pezza (vedi terzo gol di Matri) non riesce mai a immolarsi e sfruttare pienamente la presenza fisica. Inoltre in troppe situazioni non riesce a"schiodarsi" dalla linea di porta confermando la sua non adattabilità alla filosofia calcistica del proprio allenatore.
TADDEI: L'atteggiamento tattico difensivo della linea lo mette più di altri alla mercè degli eventi lui che, comunque, difensore puro non è. Difficile dare un giudizio quando un giocatore è dibattuto sul da farsi, frastornato e confuso dai dettami tattici che contrastano con la realtà. Qualsiasi attaccante avversario sceglie di stazionare dalla sua parte perché la sua attenzione tattica difensiva non è mai sempre puntuale e il taglio dietro a Burdisso è un movimento che paga sempre. In queste situazioni le attenuanti andrebbero sempre concesse.
BALZARETTI: La sua partita dura come quella della Roma, poco più di 18 minuti, dopodiché uno strano stato febbrile lo toglie dal campo risparmiandogli uno strazio gratuito.
BURDISSO: Dibattuto tra il seguire la filosofia imposta dalla guida tecnica e le sue conoscenze(in discordanza) tattiche resta in un limbo che lo mortifica, lui che veloce non è e che può renderlo inefficace in fase difensiva. Tagliare alle sue spalle è, soprattutto con questi dogmi, un movimento che può regalare soddisfazioni.
CASTAN: Qualcuno potrà anche storcere il naso, ma il brasiliano è l'unico che salva la propria squadra da una disfatta memorabile, fa reparto da solo, lotta su ogni pallone contro tutto e tutti, cerca di scuotere i compagni con alcune gestualità e interventi che ne fanno di lui una garanzia nel breve ma soprattutto nel lungo termine. Assolutamente fuori luogo accomunare la sua prestazione a quella dei compagni di reparto. Senza dubbio un acquisto azzeccato.
FLORENZI: Uomo ovunque anche stasera, i primi minuti un po' contratto ma riesce a scuotersi subito per un ascesa di rendimento corsa e personalità che lo consegna prepotentemente alle cronache come il migliore dei suoi e la certezza che il futuro è suo.
TATCHIDIS: Dopo l'esordio maestoso di Milano la sua involuzione nelle gare successive lo relega tra i giocatori da centellinare seguendo un percorso che gli consenta di diventare padrone della maglia e del ruolo in maniera graduale e in contesti a lui appropriati.
DE ROSSI: Una partita che lo mette in contrasto con gli sviluppi di gioco della filosofia zemaniana e che rischia di non farlo esprimere secondo le proprie capacità e caratteristiche. La verticalità non è nelle sue corde, il suo gioco compassato riesce ad essere adeguato alla squadra solo se essa ha una fluidità di manovra efficace (Pizarro era quello che impreziosiva il suo recupero e la sua gestione della palla in fase di impostazione) di palla quando la squadra sarà pronta per sviluppare le trame di gioco congeniali potrà diventare l'equilibratore ideale dell economia di gioco giallorossa, ma solo in quel momento. Al contrario questo momento di stallo potrà solo creare equivoci e, nella peggiore delle ipotesi, un ripensamento su un certo status da lui manifestato qualche mese fa.
LAMELA: Dalla sua parte De Ceglie scorazza con personalità ben sapendo che la sua capacità di corsa e la sua voglia di ripiegamento difensivo non sarà sempre puntuale. Nella prima frazione di gioco va alla conclusione senza convinzione e cattiveria nonostante qualche movimento accettabile,mentre il secodno tempo è una galleria di appoggi e gestione della palla imbarazzanti
OSVALDO: Nonostante il tabellino lo annoveri tra i marcatori e nonostante provi anche a reagire all impasse della squadra, non sempre taglia l'area con i movimenti giusti e non riesce a concretizzare alcune situazioni favorevoli che (per assurdo) avrebbero anche potuto rendere il finale di gara più interessante.
TOTTI: Annichilito dalla prestazione dei compagni non riesce a dare il consueto contributo. La sua sostituzione toglie dal campo unico in grado di innescare la velocità di Osvaldo e Destro
DESTRO: Il suo ingresso è molto positivo, sia come movimenti che come qualità delle giocate. A nostro avviso con Osvaldo è in grado di gestirsi il fronte dell attacco senza problemi e con efficacia ed equilibrio, basta guardare la pericolosità quando sono entrambi in campo.
MARQUINHOS: Quando fa il suo ingresso in campo la squadra si è assestata e la Juve in attesa nella propria metà campo, pertanto la sua spinta è interessante e continua. Non sale colpevolmente sul quarto gol ma ormai i giochi erano fatti.
PERROTTA: Chi ha vestito con piacere e gioia questa maglia non può tradire se chiamato in causa per salvare la faccia e l'onore dei colori che ama. Il suo ingresso gli rende onore, e trova anche il tempo di pescare osvaldo dentro all area per un quasi gol.
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Pensieri e parole sul lupacchiotto
SABATINI: "ADESSO BASTA"
La Roma è stata annullata dalla Juve, 4-1 il risultato finale. Lo 'Juventus Stadium' che rimane un campo indigesto per i giallorossi (lo scorso anno con Luis Enrique andò anche peggio: 4-0). Ma la preoccupazione più grande riguarda la prestazione: è sembrata a tutti una squadra priva di identità. Come sottolinea 'Il Romanista', il primo dirigente a metterci la faccia è stato Walter Sabatini: «Prima Luis Enrique e poi Zeman sono allenatori forti, con le loro caratteristiche e una predisposizione al gioco offensivo. Abbiamo fatto scelte chiare e magari dobbiamo interrogarci su altre scelte che non si stanno rivelando felici. Magari abbiamo sopravvalutato alcuni calciatori, non tanto per il loro valore quanto per la capacità di interpretare queste partite. Gli abbiamo dato tempo e ce lo siamo dato, ma ora è il momento di scuoterci e di affrontare queste partite con un'altra mentalità. Tutto questo per diventare una squadra competitiva e dignitosa». La sua è stata una vera autocritica per un mercato che non ha dato i frutti sperati: «Ci serve onestà per migliorare. Questi ragazzi sono sulla carta e teoricamente molto forti, ma devono dimostrarlo tutti i giorni e soprattutto nelle partite importanti. Bisogna affrontare le partite con più veemenza e con più voglia di portare a casa qualcosa. Non se se ho messo a disposizione di Zeman una rosa adatta. Mi ci sto interrogando e continuerò a farlo con Franco, la società e il mister. Dobbiamo isolare gli errori, se ci sono stati, con onestà. Tutte le scelte fatte, più o meno, sono state condivise col tecnico ed eventualmente è un errore collettivo. dal quale però ci si salva lavorando e correggendo la rotta».
Ho letto che a Roma vogliono la sua testa,confermete Rum e Crash?
La Roma è stata annullata dalla Juve, 4-1 il risultato finale. Lo 'Juventus Stadium' che rimane un campo indigesto per i giallorossi (lo scorso anno con Luis Enrique andò anche peggio: 4-0). Ma la preoccupazione più grande riguarda la prestazione: è sembrata a tutti una squadra priva di identità. Come sottolinea 'Il Romanista', il primo dirigente a metterci la faccia è stato Walter Sabatini: «Prima Luis Enrique e poi Zeman sono allenatori forti, con le loro caratteristiche e una predisposizione al gioco offensivo. Abbiamo fatto scelte chiare e magari dobbiamo interrogarci su altre scelte che non si stanno rivelando felici. Magari abbiamo sopravvalutato alcuni calciatori, non tanto per il loro valore quanto per la capacità di interpretare queste partite. Gli abbiamo dato tempo e ce lo siamo dato, ma ora è il momento di scuoterci e di affrontare queste partite con un'altra mentalità. Tutto questo per diventare una squadra competitiva e dignitosa». La sua è stata una vera autocritica per un mercato che non ha dato i frutti sperati: «Ci serve onestà per migliorare. Questi ragazzi sono sulla carta e teoricamente molto forti, ma devono dimostrarlo tutti i giorni e soprattutto nelle partite importanti. Bisogna affrontare le partite con più veemenza e con più voglia di portare a casa qualcosa. Non se se ho messo a disposizione di Zeman una rosa adatta. Mi ci sto interrogando e continuerò a farlo con Franco, la società e il mister. Dobbiamo isolare gli errori, se ci sono stati, con onestà. Tutte le scelte fatte, più o meno, sono state condivise col tecnico ed eventualmente è un errore collettivo. dal quale però ci si salva lavorando e correggendo la rotta».
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Non lo so adri, senza ironia, non seguo le beghe interne della Roma. Forse più crash.
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- Località:Catania [phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1275: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
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Doveva rimanere Montella
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Meridiano ha scritto:Doveva rimanere Montella
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- Iscritto il:22.07.08 - 15:31 [phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1275: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
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Mi trovo perfettamente d'accordo con la disamina sui singoli proposta.
Per quanto riguarda Sabatini, sinceramente non saprei. Il silenzio dei romanisti è assordante da ieri sera, cosa peraltro abbastanza prevedibile. Ci sarà una settimana per parlarne, vediamo cosa esce fuori in questi giorni.
Anticipo quelli che saranno gli argomenti a mio avviso più caldi: Stekelenburg, la fase difensiva di Zeman e De Rossi.
Quelli che pagheranno saranno sicuramente, almeno per la prossima partita, Tachsidis e Lamela, su Stekelenburg iniziano ad aleggiare pesanti ombre.
Per quanto riguarda Sabatini, sinceramente non saprei. Il silenzio dei romanisti è assordante da ieri sera, cosa peraltro abbastanza prevedibile. Ci sarà una settimana per parlarne, vediamo cosa esce fuori in questi giorni.
Anticipo quelli che saranno gli argomenti a mio avviso più caldi: Stekelenburg, la fase difensiva di Zeman e De Rossi.
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Chi è causa del suo mal, pianga se stesso
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- Nome:Adriano [phpBB Debug] PHP Warning: in file [ROOT]/vendor/twig/twig/lib/Twig/Extension/Core.php on line 1275: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable
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Io ritengo che Stekelnburg a parte,il peggiore in campo ieri sia stato per distacco De Rossi
Un giocatore con quella pesronalità e carisma non può andarsi a nascondere dietro gli avversari
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Di Burdisso ne vuoi parlare? Se l'allenatore dice che devi stare con la linea a centrocampo, mi spieghi come fai a tenere in gioco Matri? E Lamela? Una pena. Non sa cos'è la profondità. Male, malissimo tutti.adrian28scbr ha scritto:Io ritengo che Stekelnburg a parte,il peggiore in campo ieri sia stato per distacco De Rossi
Un giocatore con quella pesronalità e carisma non può andarsi a nascondere dietro gli avversari
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Clamoroso a Roma: Fenucci al Milan, Baldini e Sabatini in bilico.... Fonte:il messaggero
Che c'e di vero Adrian?
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Che stiamo alla frutta
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Se Salta quel fetente mafioso di Baldini tornate a starmi un pochetto più simpatici
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Non mi meraviglierei se fra qualche tempo gli americani ci lasciassero al nostro destino.
Il castello sta crollando...
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Domani c'è la conferenza stampa di Baldini
Potrebbe annunciare il suo passaggio al Tottenham
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Come mai sta storia?
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