GONZALEZ, CACIA, CIRIGLIANO: NON SPARATE SUI PIANISTI
Il giochetto di trovare il capro espiatorio é facile. Soprattutto oggi. Ma é quanto di piú sbagliato si possa fare in questo momento. Dire che é colpa di Gonzalez, di Cacia o di Cirigliano non giova a nessuno. É facile incolpare il povero Alejandro, inappuntabile per 89 minuti, come é facilissimo dire che Cacia non é da serie A e che Cirigliano non sará mai come Jorginho. Potrei scrivere un libro su ognuno per dimostrare che ci sono mille attenuanti. Mi basta aver visto un ottimo e inaspettato Verona giocare con la solita grande identitá anche a Milano, dove ha coltivato persino l’idea di vincere, piú vicina, ve lo assicuro di quanto possa sembrare.
Questo a prescindere dalla dolorosa cessione di Jorginho e dalle destabilizzanti voci su un addio di Sogliano. Per ora Mandorlini ha tenuto la squadra fuori da tutto. E sparare sui pianisti, credetemi, é come sparare su noi stessi…
Gianluca Vighini
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CHE PECCATO!
Quanto vale il Verona senza Jorginho e Toni? Beh la sfida con il Milan era sufficientemente stimolante per mostrare che la squadra c'è comunque e che i cambi sono altrettanto validi. Ebbene, rigorino a parte (...) l'Hellas rimane una gran bella squadra. Non ci dimentichiamo che razza di centrocampo avevamo contro, oltre all'enfasi mediatica dell'arrivo di Seedorf, San Siro, il posticipo e tutto il resto. Mandorlini ha preparato molto bene la partita esaltando le qualità di Iturbe, Romulo, Hallfredsson e Moras, praticamente perfetti. Ma anche Gonzalez sulla destra ha chiuso bene, se non fosse per l'ingenuità che ha macchiato anche stavolta la prestazione (è un fatto di concentrazione o di scarsa conoscenza del campionato?), il fatto è che, contro squadre di rango, errori del genere si pagano sempre; Cirigliano ha retto bene davanti alla difesa, perdendo qualche pallone ma recuperandone una quantità impressionante e tenendo corta la squadra; Martinho è stato una costante spina nel fianco. Però abbiamo perso e questo dipende anche dal fatto che ci è mancato qualcosa davanti. Non ci dimentichiamo che nella ripresa siamo stati bravi ad alzare il baricentro, impegnando più volte la retroguardia milanista e costringendo Abbiati ad intervenire tanto quanto aveva fatto Rafael nel primo tempo. Ma siamo stati poco efficaci in area di rigore e abbiamo fatto poco movimento offensivo senza palla.
L'assenza di Toni, in definitiva, è quella che si è fatta sentire di più perché Cacia (inconcludente, molle, sprecone anche sta volta) non è proprio in grado di sostituirlo. Forse considera già chiusa la sua esperienza a Verona, forse soffre troppo la serie A per la quale si sente inadeguato. È chiaramente un fatto psicologico il suo perché vale molto di più di quello visto quest'anno. Fatto sta che l'uscita dopo 60 minuti è stata una bocciatura anche da parte del mister che ha preferito affidarsi a Gomez, che non è certo una prima punta. Cacia è la vera delusione della stagione nella misura in cui non è mai riuscito a ricavarsi uno spazio tutte le volte che è stato impiegato al posto di Toni e anche perché non si è proposto come alternativa tattica offensiva nei momenti di bisogno. Temo che presto (ora o a giugno) le strade si divideranno.
Per il resto sono sereno. Sia contro il Napoli che contro il Milan il Verona ha giocato a viso aperto, forte di una classifica rassicurante e deciso a non snaturare la propria personalità. Ma non ha ricavato un solo punto perché in entrambe le occasioni è stato punito alla minima distrazione. Ci sta, perché il gap di esperienza è al momento eccessivo. Da parte nostra dobbiamo continuare su questa strada, imparando dai nostri errori. Scopriremo presto che il divario si può colmare con il coraggio e la concentrazione.
Ora ci rimangono da affrontare in successione Roma e Juventus al Bentegodi e, in mezzo, il disperato Sassuolo. Un tour de force micidiale. Mandorlini aveva chiesto 4 punti contro le big. Vorrà dire che fermeremo la corsa delle prime in classifica. Lo spirito c'è, testa e gambe sono a posto, è questione di un niente. Da questi ragazzi c'è da aspettarsi, da un momento all'altro, la grande impresa.
Massimo
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IL PAGELLONE DI MILAN-VERONA
Come si rovina un’ottima prestazione, personale e della squadra. Dispiace, ma è ancora una volta un errore di GONZALEZ (voto 5) a decidere risultato e sconfitta. Messo in campo per fare quasi il terzo centrale, il difensore uruguagio è stato uno dei più precisi e attenti nella retroguardia del Verona. Spesso in anticipo, puntuale nei recuperi, Gonzalez è stato uno dei migliori fino a quell’unica quanto incredibile e imperdonabile sbavatura sul rigore, assolutamente regalato a Kakà. L’ennesimo errore pesante della sua, sin qui indecifrabile stagione.
Aveva tutti gli occhi addosso e CIRIGLIANO (voto 6-) alla fine se l’è cavata, nonostante una partita un po’ timida. In difficoltà (grossa) all’inizio, è venuto fuori nella ripresa svolgendo (pur con tutte le attenuanti del caso) il compitino con qualche intuizione e qualche errore di troppo. Impossibile, adesso, il paragone con Jorginho. Può e deve comunque dare molto di più.
Attenuanti del caso anche per CACIA (voto 5,5) che non giocava una partita dall’inizio da mesi. Purtroppo l’influenza di Toni e la partenza di Longo lo hanno fatto diventare l’unica punta a disposizione nella partita meno adatta per esaltare le sue qualità, però era lecito aspettarsi qualcosa in più di un paio di fuorigioco. Fa infuriare Mandorlini quando sbaglia tempi e modi su una ripartenza alla fine del primo tempo, andando dalla parte apposta a quella in cui Maietta con un’idea geniale gli aveva messo il pallone.
Della difesa abbiamo anticipato, bene a parte quel quarto d’ora iniziale dove è mancata un po’ di aggressività e si è lasciato troppo spazio al Milan. RAFAEL (voto 6,5) ha fatto una sola grande paratasu Balotelli, poi è stato attento su ogni conclusione da lontano. Ha rischiato solo sul palo, ma il tiro di Robinho era stato deviato nettamente da Agostini. Proprio AGOSTINI (voto 7-) è stato uno dei migliori. Ha sbagliato il primo pallone (un controllo, niente di più) al 32′ della ripresa. Preciso nelle uscite, ha sempre cercato l’anticipo, non è si è fatto mai saltare. Ottima partita anche dei due centrali, con MAIETTA (voto 6,5) leggermente sopra MORAS (voto 6+), entrambi attenti, aggressivi al punto giusto, forse qualche volta in ritardo nelle uscite ma contro un attacco che puntava e cercava sempre di entrare con le combinazioni.
In mezzo HALLFREDSSON (voto 6,5) è sembrato quasi voler surrogare la mancanza (che si è sentita, eccome se si è sentita…) di Jorginho. Ha fatto di tutto: è stato aggressivo nel recuperar palla, ha ribaltato l’azione, è ripartito, è andato alla conclusione. E ROMULO (voto 7-) è esploso nella ripresa, quando con Iturbe ha avuto due o tre accellerazioni impressionanti che potevano (e dovevano) fare molto più male al Milan.
Positivi anche i due attaccanti esterni, veri e propri difensori aggiunti nel primo tempo un po’ in sofferenza del Verona. La buona prova in fase difensiva di Gonzalez (errore sul rigore a parte) e Agostini è stata anche aiutata dal grande lavoro svolto in fase difensiva da GOMEZ (voto 6,5) e ITURBE (voto 7-). Senza Toni (storicamente quello a cui fischiano meno punizioni) Juanito è stato il prescelto da Bergonzi per non avere mezzo fallo a favore con l’aggiunta di un clamoroso calcio d’angolo. Nell’ultima mezzora ha finito anche per giocare da 9. Iturbe, invece, ha attaccato e difeso con continuità, da grande giocatore. Ha avuto tre, quattro spunti importanti senza però trovare il guizzo giusto nella conclusione. MARTINHO (voto 6+) una volta ha impensierito Abbiati con una puntata da calcetto, un’altra volta invece si è fatto recuperare da Zapata, ma è entrato bene in partita.
Non giudicabili Jankovic e Donadel.
MANDORLINI (voto 6,5) ha preparato la partita nella maniera migliore. Senza Toni e Jorginho ha sofferto il Milan all’inizio poi è uscito fuori il Verona. Peccato per l’errore di Gonzalez, arrivato nel momento in cui si stava solo aspettando la giocata giusta. Apprezzabile e giusto il rischio Cirigliano dall’inizio. Ha girato due o tre situazioni ma alla fine non ha inciso sul risultato. Voto 5,5 per l’arbitro BERGONZI che nel primo tempo ha anche ignorato tre, quattro situazioni evidenti da cartellino giallo in casa Milan (in particolare per un paio di entrate di Montolivo e per un braccio di De Jong a fermare una ripartenza del Verona).
Stefano Rasulo
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La gran delusione di Milano va subito smaltita. Ora non lasciamo solo Gonzalez
Dispiace per il risultato finale ed il punto buttato alle ortiche. Dispiace ancor di più per come è maturato questo risultato. Per colpa di un intervento inutile commesso nel finale da un disattento quanto irruente Gonzalez. Questo stop non deve però cancellare del tutto la buona prova offerta dai gialloblù per gran parte del match contro una squadra come il Milan, ancora dietro in classifica e partita con ben altri obiettivi. La sconfitta brucia, ma non dimentichiamo quanta strada ha già percorso questo sorprendente Verona. Mandorlini ed il suo affiatato staff avranno il compito, a freddo, di analizzare nel dettaglio le fasi della sfida del Meazza per ripartire proprio da quegli errori che ne hanno compromesso l'esito finale. Un gruppo unito riparte proprio dagli errori, anche da quelli gravi, come quello commesso dallo sbadato Gonzalez. Sogliano ed il Verona ad inizio stagione hanno puntato fortemente sull'uruguaiano per rinforzare il reparto arretrato e, nonostante le sue prestazioni siano state a dir poco opache, dovranno continuare a credere in lui. Proprio attorno a Gonzalez il gruppo dovrà fare scudo per permettergli di trovare quella fiducia e quelle capacità smarrite, per ritrovare la serenità che servirà a dimostrare alla società, che l'ha fortemente voluto e ne ha profumatamente pagato il cartellino, il reale valore. Il club gialloblù ha il dovere - e siamo sicuri lo farà - di credere nel giocatore nonostante le "bravate" commesse più volte sul terreno di gioco. Nessuno vuole difendere l'indifendibile, ma nemmeno crocifiggere un patrimonio societario. Ancora vive nella mente dei tifosi gialloblù le pazzie commesse in Lega Pro da un certo Rafael, ora divenuto punto fermo di questo collettivo. O le prestazioni sportive di Nicola Ferrari, fischiatissimo al suo arrivo, dienuto poi eroe di Verona. Ripartire dagli errori dunque per continuare un cammino iniziato e proseguito alla grande, tutti assieme. Ripartire dagli errori per migliorare ancora e dimostrare che questa squadra può fare ancora tanta strada. Ora arriva al Bentegodi la Roma. Una sfida difficile, quasi proibitiva, che porterà in casa Hellas un sacco di motivazioni, da trasformare sul campo in rabbia agonistica e determinazione. Ma di questo se ne occuperà da domani mister Mandorlini...
tuttohellasverona.it
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Prisciantelli e i ricordi gialloblù: "Jorginho, Rafael e Gomez i miei talenti"
Ora Riccardo Prisciantelli di calcio non ne vuol più sapere nulla: "Ho volutamente abbandonato il mondo del calcio, adesso sono amministratore delegato di un'azienda spagnola". L'ex dirigente dell'Hellas Verona ai tempi della Lega Pro non dimentica però le sue importanti intuizioni, come quella di portare in Italia un giovane di nome Jorginho, grande artefice dei sorprendenti risultati scaligeri ed ora su tutte le copertine per il passaggio al Napoli: "Il ricordo che mi lega a Jorge è positivissimo - afferma Prisciantelli a TuttoNapoli.net - La società arrancava in Prima Divisione, non riusciva a pagare gli stipendi, e rischiava la retrocessione. Lo ricordo come fosse ieri: un giorno ci fu questo procuratore, De Blasi, che arrivò a Verona per proporre alcuni suoi tesserati. Tra questi c'era Jorginho. Minuto, uno scricciolino, e ricordo che sia io che l'allenatore delle giovanili Frinzi ce ne innamorammo. L'abbiamo tenuto in squadra e non era facile. Quando hai una squadra che deve risalire la china, forse non è il caso di puntare sui giovani e di cercare di acquistare giocatori. Invece puntammo su di lui, su Rafael e su Gomez. Verona non è una piazza facile, però lui seppe farcela".
Così Prisciantelli racconta il giovanissimo Jorginho: "Oltre che un calciatore bravo dotato di ottima tecnica, è una persona intelligente. Ha piedi buoni, e una matura visione di gioco. Poi, lo ripeto, è intelligente. L'intelligenza di questo ragazzo sarà premiata. Ricordo che quando gli parlavo gli si brillavano gli occhi, non era uno di quei ragazzini pieno di grilli per la testa che si crede già arrivato. Jorge è stata una bella scommessa vinta dal sottoscritto: il Verona doveva pensare a salvarsi dalla C2 e a ripianare i debiti, puntare su un ragazzino di 14 anni è stata una bella cosa. Sono contento che Riccardo (Bigon, nda) l'abbia preso: è una persona perbene, lo reputo un mio amico. Non mi ha contattato per chiedermi informazioni, non credo ne abbia avuto il bisogno visto che ha validissimi collaboratori, ma son felice che Jorginho l'abbia preso lui".
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Verona, le pagelle: Gonzalez rovina tutto, Romulo e Iturbe alla grande
Rafael 6 Decisivo in più interventi. Fortunato sul palo di Robinho.
Gonzalez 4,5 Errore madornale che regala il match ball ai rossoneri. Irruento e maldestro.
Maietta 6 Il capitano offre una buona prova anche alla scala del calcio italiano. Con lui grinta ed impermeabilità difensiva sono garantite.
Moras 6 Ben si comporta al fianco del capitano. Svetta di testa ed allontana i pericoli con grande determinazione.
Agostini 6 La sua esperienza è manna dal cielo nei momenti più bui del match. Nonostante l'età che avanza "Ago" risulta essere ancora molto affidabile.
Hallfredsson 6 Personalità e freschezza a disposizione della squadra. Altra prova positiva per il vichingo in odore - si spera - di rinnovo.
Cirigliano 6,5 Buona la prima. Con più minuti nelle gambe e maggiore fiducia al seguito potrà dimostrare di essere il sostituto naturale di Jorginho.
Romulo 7 Ancora una volta sugli scudi. Corre, lotta, dribbla, recupera palla e la serve in maniera precisa ai compagni. A fine stagione sarà un altro uomo mercato.
Iturbe 7 Oltre a tecnica ed imprevedibilità nella serata milanese l'argentino sfoggia grande determinazione. Richiama e sprona i compagni. Piccole doti da leader in crescita.
Cacia 5 Fatica a lottare e trovare la sua dimensione nel massimo torneo nazionale. Non si può pretendere che Daniele risolva il match soltanto quando chiamato in causa. Ma certamente può fare meglio.
Martinho 6 Buon impatto per il veloce brasiliano del Verona. Una prova positiva che potrebbe aprirgli maggiore spazio in vista delle prossime gare.
Gomez 6 Tanto lavoro sporco e tanta corsa. Poco appariscente ma davvero importante nel gioco proposto dai gialloblù.
Donadel e Jankovic s.v.
Mandorlini 6 Scelte azzeccate, peccato che Gonzalez rovini tutto sul finire del match. Incolpevole.
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STRANE SENSAZIONI A SAN SIRO
Serata strana quella del Meazza. Curva rossonera in sciopero, senza striscioni, silenziosa nei primi minuti. Spalti semideserti, pioggia e umidità. Uno scenario non da Scala del Calcio. I ragazzi dell’Hellas sono stati sistemati come al solito “in piccionaia” nell’oscurità. Hanno cercato in tutti i modi di farsi sentire e di sostenere i gialloblù di Mandorlini, lasciando perdere Seedorf e Balotelli (solo un paio di ironici “Mario, Mario, Mario!” all’inizio). Eppure qualcuno ha scritto su internet “cori razzisti per il nuovo allenatore del Milan”. Incredibile.
Serata strana anche e soprattutto per l’assenza di Jorginho in mezzo al campo. Una cessione al Napoli che mi è sembrata un po’ troppo frettolosa, come se incassare quei 5 milioni di euro fosse questione di vita o di morte. Non ha rasserenato gli animi il video della partenza del giovane centrocampista dall’aeroporto di Villafranca, anzi… Il giocatore era triste, come se stesse partendo per la guerra. I saluti a sorella e fidanzata, la voce bassa, gli occhi lucidi e poi quelle dichiarazioni veloci, risposte brevi in stile “via il dente, via il dolore”, quasi fosse stato costretto a dire di sì alla proposta del Napoli.
Serata strana a San Siro perché non eravamo abituati ad un Verona senza Toni. Cacia ha fatto il possibile, ma non ha inciso come avrebbe voluto e come speravano tutti i tifosi scaligeri. In panchina non c’erano Longo, Laner, Mihajlov. Il primo è già volato in Spagna, il portiere sta cercandosi una nuova sistemazione, il centrocampista è ormai del Novara. In un colpo solo sono mancati due attaccanti (Toni e Longo) e due centrocampisti (Jorginho e Laner). In difesa Cacciatore è stato escluso dopo le incertezze del match con il Napoli, ma il cambio non ha portato i frutti sperati visto che Gonzalez da terzino è incappato nell’ennesimo gravissimo errore (dopo una buona partita) che è costato molto caro.
Insomma, strane sensazioni che piano piano hanno lasciato il posto al conforto di una squadra con identità, capace di tenere testa a Balotelli e compagnia. Il Verona ha rischiato all’inizio, poi ha giocato con personalità e nel finale sembrava pronto per il blitz decisivo. Invece niente, quel colpaccio mai riuscito a San Siro è stato di nuovo rimandato. Ma il Verona c’è, gioca, è vivo ed è questa, al di là delle strane sensazioni, la certezza più importante.
Luca Fioravanti
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POSSIAMO SOGNARE? SETTI CE LO DICA
C’è qualcosa che non va. Incipit vaschiano, ma qua c’è poco da cantare. Noto una certa depressione di una parte dei tifosi, quasi una sensazione malcelata che il “giocattolo” si sia rotto. Come ha scritto la settimana scorsa Gianluca Vighini è stata una brutta vigilia quella di Milan-Verona. La cessione di Jorginho (per giunta al Napoli), checché se ne dica, ha sorpreso un po’ tutti. Sulla mia pagina facebook molti la considerano prematura (“per quelle cifre potevamo cederlo a giugno” mi hanno scritto in diversi), altri sbagliata (“gli si aumentava l’ingaggio e lo si poteva ancora trattenere”). A me è parsa frettolosa, quasi un colpo a freddo.
Non giriamoci attorno: il tifoso, col Verona in piena lotta per la qualificazione all’Europa League, sta vivendo come un’onta l’indebolimento della rosa (Cirigliano è un talento puro e lo dobbiamo sostenere, ma Jorginho era uno dei quattro campioni già affermati in squadra). Aggiungiamoci che Sogliano (sottovalutato, a torto, ancora da troppi) è sulla porta d’addio ed è ovvio che una sorta di scoramento sia più che comprensibile.
Non faccio il manager e trovo detestabile ragionare col portafoglio degli altri, tuttavia mi piacerebbe che Setti & C. smentissero questo pessimismo strisciante con un finale di mercato degno della nostra posizione di classifica e rispettoso del lavoro di Mandorlini e giocatori e soprattutto della passione di migliaia di tifosi che non chiedono la luna (l’Europa per forza di cose), ma nemmeno vogliono assistere al mesto spettacolo di un Verona che vivacchia per tutto il girone di ritorno. Non si lasciano le cose a metà, il senso del calcio è giocarsela fino in fondo e a questo principio non si può abdicare in nome di un estremo aziendalismo. Tradotto: i cinque milioni incassati per Jorginho vengano reinvestiti sul mercato. E se questo non è possibile, anche per le più legittime e comprensibili ragioni (il club al primo anno in A non è ancora pronto per competere a certi livelli e i diritti tv, come si legge, sono stati liquidati solo in parte) venga pubblicamente spiegato da Setti o dal dg Gardini.
Il Verona, a differenza di altre società, ha dietro di sé un popolo intelligente che sa stare al suo posto (si limita a tifare e non a decidere), ma che proprio per questo non può essere ignorato. L’Hellas è di proprietà di Setti, ma è un patrimonio di tutti.
Francesco Barana
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VERONA, 5 MILIONI DI PERDITA NEL 2012/'13
Il Verona ha perso cinque milioni di euro nel bilancio 2012/2013. Secondo quanto riportato nel bilancio relativo alla scorsa stagione, consultato da Calcioefinanza.it, il club presieduto da Maurizio Setti ha chiuso lo scorso esercizio con un risultato netto negativo di 5,34 milioni, prevalentemente a causa dell’incremento dei costi di gestione legati al maggior valore dei contratti dell’area tecnica (in particolare i calciatori e i tecnici della prima squadra).
Anche se per l’esercizio in corso, nonostante gli sforzi economici del club per rafforzare ulteriormente la rosa, con investimenti netti pari a 6,29 milioni, il bilancio potrebbe offrire qualche sorpresa positiva. Il club ha infatti in programma di cedere, così come già realizzato da altre società di calcio, la titolarità del marchio “Verona” alla società correlata “Hellas Verona Marketing & Communications Srl“, che ne gestirà lo sfruttamento commerciale, nonché le attività di marketing e comunicazione del club gialloblu.
La cessione, secondo quanto indicato dagli amministratori dell’Hellas nel documento di bilancio, “determinerà una plusvalenza significativa importante i cui effetti fiscali porteranno all’utilizzo, con conseguente effetto a conto economico, delle imposte differite iscritte nel bilancio dell’esercizio al 30 giugno 2013.
Tornando ai conti della scorsa stagione, nonostante il valore della produzione sia cresciuto del 26%, passando dagli 11 milioni della stagione 2011/2012 a circa 14 milioni, i costi operativi sono aumentati da 12,5 milioni a 20,9 milioni, anche alla luce dell’incremento della quota di ammortamento dei diritti alle prestazioni pluriennali dei calciatori legata al rafforzamento tecnico della rosa, che è stato comunque uno dei presupposti per la promozione dalla Serie B alla Serie A.
Al termine della stagione 2012/2013, il valore della rosa dell’Hellas Verona, al netto degli ammortamenti spesati nell’esercizio e del settore giovanile, era pari a 5,76 milioni contro i 560 mila euro della stagione 2011/2012, quando la squadra guidata da Andrea Mandorlini, neo-promossa in Serie B sfiorò la promozione in A perdendo ai play-off con il Varese.
“Nonostante la società”, come si legge nel documento di bilancio, “abbia privilegiato operazioni volte al potenziamento tecnico della prima squadra, rinunciando anche al conseguimento di significative plusvalenze e declinando quindi le proposte di cessioni di alcuni elementi di sicuro valore”, la campagna trasferimenti della stagione 2012/2013 si è chiusa comunque con il segno positivo, anche dal punto di vista economico. Le plusvalenze, pari a 746,2 mila euro, sono infatti state superiori alle minusvalenze, che si sono attestate invece a 131,7 milioni.
Sotto il profilo dei ricavi, l’incremento più consistente si è registrato alla voce “proventi pubblicitari”, che nel corso della scorsa stagione sono cresciuti del 132,3%, passando dagli 1,32 milioni del 2011/2012 a 3,08 milioni. In crescita anche i proventi da sponsorizzazioni, aumentati del 38,9% a 1,12 milioni.
Complessivamente i ricavi legati alle attività commerciali, sponsorizzazioni e pubblicità hanno raggiunto un’incidenza sul fatturato del club pari al 21% circa. Le altri principali voci di ricavo sono i ricavi da gare, pari a 3,21 milioni, con un incidenza del 29,9% e i contributi in conto esercizio (le ripartizione economiche effettuiate dalla Lega di Serie B con riferimento alla cosiddetta mutualità), pari a 4,13 milioni, pari al 33,6% del totale. I ricavi da diritti tv, considerata la partecipazione dell’Hellas al campionato cadetto, sono invece stati pari a 784 mila euro, con un incidenza sul totale dei ricavi del 6,3%.
Dal punto di vista patrimoniale, la perdita registrata nell’esercizio 2012/2013 ha contribuito ha ridurre il patrimonio netto, che rimane comunque positivo, da 4.72 milioni a 2,38 milioni. I debiti finanziari sono invece cresciuti di circa 1 milione di euro, arrivando a 1,54 milioni. Nel dettaglio l’Hellas Verona è esposto per circa 900 mila euro con il Monte dei Paschi di Siena (Mps) e per la quota restante nei confronti di Unicredit.
tggialloblu.it
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TRANQUILLI, NON STIAMO SMANTELLANDO
Vi prego: almeno voi, amici del blog… Non facciamoci prendere da sconforti che non hanno ragione d’essere. Il Verona non sta smantellando. Se usiamo appena appena un po’ il ragionamento, vi accorgerete che quello che sta avvenendo non è nient’altro che un normale e giusto assestamento dopo aver visto e verificato che la squadra può starci (e benissimo) in serie A. Chiamiamola “limatura” della rosa. O anche “guerra agli sprechi”. Proprio quello che facciamo noi nelle nostre famiglie negli ultimi anni. Mi sembra una cosa di buon senso, soprattutto a 32 punti e di questi tempi. Le esigenze rispetto all’estate sono diverse. C’era ad agosto il timore di affrontare un campionato tutto nuovo, terribile e difficile. Per questo si è scelta la strada di un’esagerata abbondanza. Cinque difensori centrali, centrocampisti duttili e numerosi, opzioni in ogni ruolo, persino un secondo portiere da nazionale, in attesa di sapere se Rafael reggeva la categoria. Cinque mesi dopo, fatte le giuste verifiche, vista l’inutilità di alcuni giocatori, la società sta cercando di cedere. A parte Jorginho (che è un caso a sé e forse il tempo dirà che è stato un vero affarone: guardate che cosa sta succedendo in giro e lasciate stare chi spara cifre a caso e senza senso. Oggi cinque milioni per la metà sono oro colato…), si parla di cedere Laner che è stato un soprammobile, con tutto il rispetto per il “tagliaboschi” a cui sono molto affezionato, Longo (cinque minuti in campo e una gara in Coppa Italia), Donadel (qualche sporadica apparizione), Marques (anche lui un lusso) e Mihailov (mai impiegato in campionato, con un Rafael così…). Poi c’è Cacia, la cui stagione ha preso ormai una piega difficile da rimettere in corsa. Non credo sia un problema se li cediamo. Ma soprattutto il risparmio sugli ingaggi che credo consistente potrebbe portare a concentrarsi sull’innesto di DUE forti giocatori. Che siano meno soprammobili e innalzino ancora il livello della squadra. Credo che Sogliano stia lavorando a questo. Lui e Setti non hanno nessuna intenzione di mollare l’obiettivo e di dare sbagliati messaggi. Parlano poco ma lavorano molto. Aspettiamo il 31 gennaio e poi vediamo…
Ps: se alla Juve piace Romulo, non è che Romulo parte. Dobbiamo imparare che i nostri giocatori sono “merce” appetita. E che l’affare si conclude solo quando c’è l’ufficialità non quando lo scrivono i siti specializzati… Guardate cos’è successo con Longo…
Ps2: non ne parla nessuno, forse perché tutti ubriachi di calciomercato. Ma ci sono società, anche in A, che tra poco faranno fatica a pagare gli stipendi. E sono tra quelle che leggete ogni giorno tra le più attive sul mercato. Attenzione, perché i “botti” potrebbero esserci davvero….
Gianluca Vighini
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RINGRAZIO GONZALEZ!!!
Quando ho visto Gonzalez partire in scivolata e andare a cercare disperatamente una palla destinata alla linea di fondo, solo perchè la stava conducendo Kaka, uno dei suoi più acerrimi avversari nel corso di quella contesa… Beh… Ho avuto un sussulto.
Qui non ne faccio una questione tecnica. E’ evidente che l’errore del difensore sudamericano è stato grossolano, assurdo quasi. Un qualsiasi allenatore di una squadra di Giovanissimi o Allievi sarebbe rabbrividito se un suo calciatore si fosse comportato allo stesso modo nel corso di una gara giovanile.
Da che mondo è mondo ai difensori si insegna a non essere precipitosi, ad “accompagnare” l’avversario di turno e a non mettere il “c*** a terra”, specie in area. Gonzalez doveva solo continuare la sua corsa, magari puntando alla linea di fondo (strada più breve) e non al calciatore avversario (strada più rischiosa), sperando che la palla uscisse con Kaka oppure intercettando l’eventuale cross disperato dell’avversario. Questo lo sanno tutti.
In quel frangente, però, il mio pensiero è corso all’indietro, almeno ai primi anni 90. Erano più di quindici anni che non vedevo un’entrata del genere in area. Ricordo solo Tarzan Annoni, o Pasquale Bruno permettersi il lusso di andare a cercare palla in quel modo, rischiando e molte volte vincendo i rispettivi duelli.
Fantastico.
In un calcio nel quale ormai non si fa che “temporeggiare”, “indietreggiare”, “coprire spazi”, “intercettare”… eccetera, Gonzalez ha rispolverato un termine che si sentiva ogni tanto nel novantesimo minuto di Valenti; “tackle scivolato”. In area!
Attenziona a chi dice “Gonzalez è scarso, non si possono fare interventi del genere in serie A”. E’ evidente che ha sbagliato e che quest’anno gli è capitato più volte. Ma dire che è scarso è eccessivo. Fino a quel momento a Milano aveva fatto una signora partita.
Possiamo dire che Gonzalez è un difensore “atipico per il calcio italiano”. Ah, questo sicuro. Ma questo non significa scarso! La sua aggressività, la sua ricerca costante del contatto con l’avversario, il suo senso dell’anticipo, sono doti che molti difensori “moderni”si sognano.
Avete presente il goal del Napoli n. 1, quello subito da Cacciatore e Moras messi assieme? Beh, state tranquilli che con Gonzalez non si prendeva. Magari entrava in scivolata e provocava un calcio di rigore (esagero), ma di sicuro non stava a un metro dall’avversario in area mostrandogli il lato forte.
Questo solo per dire che a caratteristiche differenti, corrispondono “errori differenti”.
Ora non so chi Mandorlini proporrà a destra nella prossima gara di campionato. Tutti si aspettano il rientro di Cacciatore (che per il fatto di non aver giocato ha riacquistato punti… ma che ne ha combinate di cotte e di crude per settimane).
Io spero venga riproposto Gonzalez.
Questo sarebbe un segnale, che va oltre all’errore in sè. Un segnale di mentalità, di approccio, di modo di affrontare i “grandi giocatori avversari”.
Di sciabola e non di fioretto!
A questo punto attendo le scelte del mister, ovviamente rispettandole.
Ma intanto dico: grazie Gonzalez! Mi hai fatto tornare bambino…….
Marco Gaburro
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