Se giochiamo a Bologna come le altre volte....kolao95 ha scritto:dai, Ciccio.. più che mai bisogna crederci adesso.

Moderatore:Meridiano
Se giochiamo a Bologna come le altre volte....kolao95 ha scritto:dai, Ciccio.. più che mai bisogna crederci adesso.
In soli dodici mesi il Catania passa dall'esaltazione per il record di punti alla delusione per il ritorno tra i cadetti. I rossazzurri passano da un estremo all'altro e salutano la Serie A dopo otto stagioni. Incredibile solo a pensarlo l'estate scorsa dopo un campionato importante, concluso con il record di punti (56) ed eguagliando il miglior piazzamento di sempre (ottavo posto). Tardivo e inutile il risveglio nelle ultime due partite giocate, vinte in casa con la Roma e in trasferta con il Bologna, con i 'felsinei' trascinati in Serie B.
Il Catania ha perso 22 gare in 37 giornate, ben sei al Massimino. Numeri deficitari che si aggiungono al disastroso rendimento esterno (una sola vittoria in 19 trasferte, appena cinque punti) e alle croniche (e mai risolte) difficoltà realizzative (32 gol all'attivo, secondo peggior attacco del torneo) testimoniando i problemi di un gruppo per il quale l'ottavo posto dello scorso anno è diventato, paradossalmente, non la base per migliorarsi ancora, ma un limite tale da far perdere di vista il vero obiettivo dei rossazzurri, quella salvezza persa oggi a Bologna.
L'avvicendamento tra Maran e De Canio non è servito, come non è servito richiamare Maran e rimpiazzarlo poi con Pellegrino. Tanti errori nella gestione tecnica e societaria sono andati a sommarsi ad un mercato di gennaio non adeguato. Tra acquisti sbagliati, fragilità caratteriali, evidenti carenze atletiche e giocatori chiave (da Lodi a Leto) rimasti sempre al di sotto del rendimento atteso, il Catania non ha mai dato l'impressione di essere la squadra dello scorso anno e alla fine ha perso il sostegno dei tifosi che per tanto tempo hanno supportato la squadra.
Per il Catania è la fine di un ciclo che ha prodotto la serie di presenze in Serie A più lungo della storia del club, per il presidente Pulvirenti è la prima, cocente delusione della sua gestione. La società non vuole mollare ed anzi sta già pensando al futuro, ma questo non mitiga l'amarezza per quanto sprecato in questa stagione.
E' IO PIANGO!!!!Ieri la squadra di calcio del Catania è retrocessa in serie B. Non è bastata la vittoria di questa domenica a Bologna. Tifosi e un’intera città si stanno strappando i capelli. Lacrime e nervosismi che forse neanche un lutto in famiglia. Ma il calcio è esasperazione.
Tutti a disperarsi, ma qualcuno starà sorridendo all’interno della società catanese. La Lega calcio nel 2012 approvò l’accordo sulla ripartizione delle risorse provenienti da diritti tv per il triennio 2012/2015. I piccoli club, all’epoca ottennero un paracadute di 30 milioni di euro all’anno per le squadre che sarebbero retrocesse in Serie B.
“Le società che retrocedono in Serie B riceveranno 15 milioni di euro in caso di avvenuta permanenza in Serie A per tre o più anni, 10 milioni in caso di due anni e 5 milioni in caso di un anno solo”
Il 28 maggio 2006 il Catania torna dopo un’assenza di 22 anni in Serie A e l’11 maggio 2014 torna in Serie B, ma vista anche la retrocessione del Bologna si dovrà accontentare di 12,5 milioni di euro.
Meridiano ha scritto:E' IO PIANGO!!!!Ieri la squadra di calcio del Catania è retrocessa in serie B. Non è bastata la vittoria di questa domenica a Bologna. Tifosi e un’intera città si stanno strappando i capelli. Lacrime e nervosismi che forse neanche un lutto in famiglia. Ma il calcio è esasperazione.
Tutti a disperarsi, ma qualcuno starà sorridendo all’interno della società catanese. La Lega calcio nel 2012 approvò l’accordo sulla ripartizione delle risorse provenienti da diritti tv per il triennio 2012/2015. I piccoli club, all’epoca ottennero un paracadute di 30 milioni di euro all’anno per le squadre che sarebbero retrocesse in Serie B.
“Le società che retrocedono in Serie B riceveranno 15 milioni di euro in caso di avvenuta permanenza in Serie A per tre o più anni, 10 milioni in caso di due anni e 5 milioni in caso di un anno solo”
Il 28 maggio 2006 il Catania torna dopo un’assenza di 22 anni in Serie A e l’11 maggio 2014 torna in Serie B, ma vista anche la retrocessione del Bologna si dovrà accontentare di 12,5 milioni di euro.
PULVIRENTI PEZZENTE A NARDO DOVE ERI QUANDO IO FACEVO LA STORIA DEL CATANIA... AH SE TOLGO QUESTA CAVOLO DI TESSERA... torneremo anche con i capelli bianchi..,,
CHI LA FA L'ASPETTI PRESIDENTE
Il 28 maggio 2006, dopo un’astinenza lunga 22 anni, il Catania tornò in Serie A, rimanendoci con pieno merito sino alla sciagurata quanto inutile vittoria esterna di domenica scorsa sul campo del Bologna; risultato che ha condannato, complici gli avvenimenti sugli altri campi, sia gli etnei, sia i felsinei al mesto ritorno nella serie cadetta.
La retrocessione è arrivata nella stagione successiva a quella 2012/2013, annata splendida nella quale il Catania, sotto l’illuminata guida di Rolando Maran, aveva conquistato il record di punti nella storia della società (58). E sono state proprio queste inattese “montagne russe”, con le quali i rossazzurri sono stati catapultati in B, ad aver lasciato di stucco molti appassionati.
Per otto stagioni abbiamo ammirato una squadra capace di conquistare la salvezza, di offrire a più riprese un gioco spettacolare e di mettere in mostra grandi talenti, rigenerati o da poco noti ai grandi palcoscenici (su tutti, in ordine sparso: Baiocco, Stovini, Legrottaglie, Spinesi, Jorge Martinez, Mascara, “El Papu” Gómez, Barrientos, Bergessio, Spolli, Silvestre, Izco,Lodi, Maxi López - nella sua prima apparizione -), e allenatori emergenti (Marino, Zenga, Montella, Mihajlović, Simeone, Maran).
Per molti di loro, calciatori e tecnici, la squadra rossazzurra ha rappresentato un vero e proprio trampolino: per alcuni di lancio, per altri di “tuffo”, considerato che in tanti a Catania hanno saputo rendere molto meglio in confronto alle loro successive esperienze.
Impossibile dimenticare il “dodicesimo uomo in campo”: un pubblico tra i più calorosi della penisola, legato indissolubilmente alla propria maglia, senza che la categoria abbia mai rappresentato una variabile rilevante, nonostante nell’ultimo periodo il tifo “novello” (quello di chi si è avvicinato alla squadra solo da quando è approdata in serie A), abbia mostrato segnali di appagamento.
Tra le peculiarità che hanno contraddistinto il Catania nelle sue stagioni in Serie A c’è stata, sino ad aprile del 2012, la presenza nei quadri societari di Pietro Lo Monaco, “Il Direttore”: personaggio accentratore e capace di attirare su di sé numerose critiche per i modi a volte troppo diretti con i quali amministrava la società e si rapportava verso l’esterno, ma che, indubbiamente, ha saputo portare la squadra a risultati di eccellenza, contribuendo, peraltro, alla costruzione del centro sportivo di Torre del Grifo Village, tra i più moderni d’Italia.
Nonostante “Il Direttore” avesse lasciato la società, nella stagione seguente al suo addio il Catania ha saputo rinnovarsi conquistando, come detto, il record storico di 58 punti e piazzandosi all’ottavo posto in classifica. Ed è proprio dopo questa meravigliosa cavalcata che il sogno dei rossazzurri si è sbriciolato, culminando nell’amara retrocessione di questi giorni.
Le cause appaiono molteplici: come suggerito nel titolo certamente il mercato ha inciso negativamente, con le illustri cessioni, su tutte, di Gómez e del capitano Lodi (poi tornato all’ovile nel mercato di gennaio, quando ormai molto era compromesso) e l’incapacità di rinnovare il collaudatissimo gioco della stagione precedente, gioco che passava in gran parte dal morbido sinistro del regista napoletano.
Nulla, però, lasciava presagire un tonfo così sonoro, perché sono arrivati calciatori esperti come Plašil, è stato confermato Maran in panchina e l’ossatura della squadra è rimasta la stessa. Può aver inciso, probabilmente, l’appagamento dopo una stagione esaltante, ma la causa che molti tifosi indicano come principale freno alla conquista di una salvezza alla portata della rosa del Catania è il così detto “paracadute” economico per le squadre retrocesse in B.
Il “paracadute” è un indennizzo in denaro riconosciuto alle società retrocesse dalla A alla B, tanto più sostanzioso quanto più lungo sia stato il periodo di permanenza nella massima serie della società beneficiaria. Di questo bonus si avvalse, tra gli altri, il Palermo nella stagione precedente e, per il Catania, dovrebbe ammontare a circa 12,5 milioni di euro.
Se da un lato un freno del genere, laddove fosse stato veramente “tirato”, possa stridere con gli aspetti strettamente sportivi, cui sono ovviamente legati i tifosi, dall’altro potrebbe aver rappresentato una lucida o inconscia, ma necessaria strategia per risanare i conti della società e riportare, con rinnovata linfa, i rossazzurri nella serie che compete a una piazza come Catania.
L’augurio è che i rossazzurri tornino in Serie A già dalla stagione 2015/2016 e possano restituirci il calore che hanno portato in questi lunghi otto anni di militanza nella massima serie, il quasi inespugnabile fortino dell’Angelo Massimino e tante gioie per gli amanti dello spettacolo e, perché no, del Fantacalcio, perché il Catania è stato senza dubbio uno dei migliori serbatoi per i fantallenatori negli ultimi anni.
Scritto da Paolo Guaragna
Il 28 maggio 2006, dopo un’astinenza lunga 22 anni, il Catania tornò in Serie A, rimanendoci con pieno merito sino alla sciagurata quanto inutile vittoria esterna di domenica scorsa sul campo del Bologna; risultato che ha condannato, complici gli avvenimenti sugli altri campi, sia gli etnei, sia i felsinei al mesto ritorno nella serie cadetta.
La retrocessione è arrivata nella stagione successiva a quella 2012/2013, annata splendida nella quale il Catania, sotto l’illuminata guida di Rolando Maran, aveva conquistato il record di punti nella storia della società (58). E sono state proprio queste inattese “montagne russe”, con le quali i rossazzurri sono stati catapultati in B, ad aver lasciato di stucco molti appassionati.
Per otto stagioni abbiamo ammirato una squadra capace di conquistare la salvezza, di offrire a più riprese un gioco spettacolare e di mettere in mostra grandi talenti, rigenerati o da poco noti ai grandi palcoscenici (su tutti, in ordine sparso: Baiocco, Stovini, Legrottaglie, Spinesi, Jorge Martinez, Mascara, “El Papu” Gómez, Barrientos, Bergessio, Spolli, Silvestre, Izco,Lodi, Maxi López - nella sua prima apparizione -), e allenatori emergenti (Marino, Zenga, Montella, Mihajlović, Simeone, Maran).
Per molti di loro, calciatori e tecnici, la squadra rossazzurra ha rappresentato un vero e proprio trampolino: per alcuni di lancio, per altri di “tuffo”, considerato che in tanti a Catania hanno saputo rendere molto meglio in confronto alle loro successive esperienze.
Impossibile dimenticare il “dodicesimo uomo in campo”: un pubblico tra i più calorosi della penisola, legato indissolubilmente alla propria maglia, senza che la categoria abbia mai rappresentato una variabile rilevante, nonostante nell’ultimo periodo il tifo “novello” (quello di chi si è avvicinato alla squadra solo da quando è approdata in serie A), abbia mostrato segnali di appagamento.
Tra le peculiarità che hanno contraddistinto il Catania nelle sue stagioni in Serie A c’è stata, sino ad aprile del 2012, la presenza nei quadri societari di Pietro Lo Monaco, “Il Direttore”: personaggio accentratore e capace di attirare su di sé numerose critiche per i modi a volte troppo diretti con i quali amministrava la società e si rapportava verso l’esterno, ma che, indubbiamente, ha saputo portare la squadra a risultati di eccellenza, contribuendo, peraltro, alla costruzione del centro sportivo di Torre del Grifo Village, tra i più moderni d’Italia.
Nonostante “Il Direttore” avesse lasciato la società, nella stagione seguente al suo addio il Catania ha saputo rinnovarsi conquistando, come detto, il record storico di 58 punti e piazzandosi all’ottavo posto in classifica. Ed è proprio dopo questa meravigliosa cavalcata che il sogno dei rossazzurri si è sbriciolato, culminando nell’amara retrocessione di questi giorni.
Le cause appaiono molteplici: come suggerito nel titolo certamente il mercato ha inciso negativamente, con le illustri cessioni, su tutte, di Gómez e del capitano Lodi (poi tornato all’ovile nel mercato di gennaio, quando ormai molto era compromesso) e l’incapacità di rinnovare il collaudatissimo gioco della stagione precedente, gioco che passava in gran parte dal morbido sinistro del regista napoletano.
Nulla, però, lasciava presagire un tonfo così sonoro, perché sono arrivati calciatori esperti come Plašil, è stato confermato Maran in panchina e l’ossatura della squadra è rimasta la stessa. Può aver inciso, probabilmente, l’appagamento dopo una stagione esaltante, ma la causa che molti tifosi indicano come principale freno alla conquista di una salvezza alla portata della rosa del Catania è il così detto “paracadute” economico per le squadre retrocesse in B.
Il “paracadute” è un indennizzo in denaro riconosciuto alle società retrocesse dalla A alla B, tanto più sostanzioso quanto più lungo sia stato il periodo di permanenza nella massima serie della società beneficiaria. Di questo bonus si avvalse, tra gli altri, il Palermo nella stagione precedente e, per il Catania, dovrebbe ammontare a circa 12,5 milioni di euro.
Se da un lato un freno del genere, laddove fosse stato veramente “tirato”, possa stridere con gli aspetti strettamente sportivi, cui sono ovviamente legati i tifosi, dall’altro potrebbe aver rappresentato una lucida o inconscia, ma necessaria strategia per risanare i conti della società e riportare, con rinnovata linfa, i rossazzurri nella serie che compete a una piazza come Catania.
L’augurio è che i rossazzurri tornino in Serie A già dalla stagione 2015/2016 e possano restituirci il calore che hanno portato in questi lunghi otto anni di militanza nella massima serie, il quasi inespugnabile fortino dell’Angelo Massimino e tante gioie per gli amanti dello spettacolo e, perché no, del Fantacalcio, perché il Catania è stato senza dubbio uno dei migliori serbatoi per i fantallenatori negli ultimi anni.
Scritto da Paolo Guaragna by mondopallone.it