Passare da Bordeaux a Lille è un esercizio di stile. La borsa di notte, il Gran Teatro, le piazze, Rue Santa Catherine da una parte, la bellezza della Grande Place, in una città vicinissima al Belgio, dall'altra. Non lo è tanto per le giornate più calde, almeno come questa. Perché se a Bordeaux c'erano circa 32 gradi, Lille non ne ha molti meno, soprattutto pensando che è molto a nord rispetto al capoluogo della Garonna. Il clima è però più che accettabile, un leggero sole fa capolino, i tifosi di Irlanda e Italia si trovano pacificamente a fare comunella sia nei pub che in piazza: gli azzurri sono comunque molti meno degli avversari, al di là dell'invito di Antonio Conte a vestire con la maglietta della nazionale.
Di solito noi italiani diamo il meglio di noi sotto pressione. O comunque, dicendolo alla Brera, quando dobbiamo difendere. Che sia o il pareggio non importa. E in effetti, contro il Belgio, è successo proprio questo. Quando abbiamo avuto la mentalità per non lasciare un millimetro abbiamo giocato bene. La sera con l'Irlanda, della mentalità di Antonio Conte, non si è visto proprio niente. Niente divertimento, niente grinta, in una nazionale bis che è francamente inferiore ai titolari. Forse non per qualità, ma per determinazione: Florenzi ancora da rodare a parte, gli altri sono traballanti, spesso incapaci di dare quella sostanza che servirebbe. I tifosi irlandesi fanno festa sulle orme di Coleman e Randolph, nomi da Una Poltrona per Due con Eddie Murpy: per non fare torto a nessuno, nella nazionale di Martin O'Neill, c'è anche lui. L'unico ad accendere quel fuoco è Insigne, andando a prendere il palo.
La vittoria finale è dunque meritata, un po' meno le parole di Conte. Chissà che risposte ha avuto. Forse chi prendeva la pizza, come il centrocampista dell'Irlanda, Hendrick, probabilmente uno dei migliori in campo. Nel dopopartita con una birra l'accoppiata è vincente, mentre i nostri ragazzi non si fermano nemmeno considerato lo scorno. Un motivo per sorridere c'è, perché non verrà attuato un boicottaggio antitaliano che è stato paventato - non senza scherzare - dai tifosi irlandesi qualora non avessero vinto la partita. Così, sul sorriso sulle labbra, la metropolitana di Lille è pienissima, i locali anche ma sono davvero pochi quelli aperti. D'altronde non siamo nel sud della Francia, come a Bordeaux o a Marsiglia.