Casinò
La mano di Nicholas Pileggi è evidente come non mai, parliamo dello stesso sceneggiatore di "Quei bravi ragazzi" quando aveva collaborato ancora con Scorsese. E i punti di contatto non mancano. L'interpretazione di Joe Pesci, che qui interpreta un affiliato (in Godfellas non lo era ma lavorava da tale) amico di infanzia del protagonista De Niro, ricalca i tratti del personaggio che avevamo visto nel film di cui sopra. Un mafiosetto arrogante, irascibile, eccessivo in ogni sua manifestazione di violenza. De Niro stavolta è un ebreo che finisce sotto il controllo di una famiglia di Kansas City per la sua abilità nel gioco d'azzardo: dritte su scommesse, soffiate su arbitri venduti o giocatori drogati, abilità da baro. Inestimabile fonte di ricchezza per la famiglia, gli viene concessa la direzione del più importante casinò di Las Vegas, che lui trasformerà in una miniera d'oro grazie alla sua esperienza nel settore. Se in Godfellas i "bravi ragazzi" erano la diretta espansione dell'arroganza dei bulli di quartieri traslata ai livelli del gangsterismo (sino a sfociare nel traffico di stupefacenti che poi finì per distruggere l'intera organizzazione), stavolta "la famiglia" assalta il mondo del gioco d'azzardo con un sistema estremamente lineare: Sam "Asso" Rothstein (De Niro) a dirigere il casinò, Nicky Santoro (alias Joe Pesci, suo amico d'infanzia) a proteggergli le spalle. Ma il loro rapporto s'incrinerà, e la loro tacita guerra finirà per contribuire alla distruzione dell'intero sistema di lucro sul gioco d'azzardo.. ma soltanto uno dei due continuerà a offrire i suoi servigi alla famiglia..
P.S. De Niro è doppiato da Proietti
