E’ cominciato il conto alla rovescia. Ormai è questione di ore. Felipe è in arrivo: oggi e domani, visite mediche, prima a Torino, poi a Perugia. Arriverà carico di aspettative e di orgoglio essendo diventato un «protagonista» del G8, con quella sua maglia che è passata dalle mani del presidente Lula a quelle di Barak Obama. A Obama probabilmente quel «simbolo» racconta poco; ai tifosi juventini, al contrario, promette una stagione diversa, nel segno di una ambizione realizzabile perché rispetto allo scorso anno tanta qualità tecnica è stata iniettata nelle vene della squadra.
Lo attendono tutti. In primo luogo Ciro Ferrara che vorrebbe cominciare a lavorare su quell’inedito centrocampo, nuovo nel modulo e negli uomini. Se tutto andrà bene, il tecnico abbraccerà il suo ultimo brasiliano lunedì prossimo. Lui, Felipe Melo, sarebbe piombato a Pinzolo anche domenica ma non avrebbe trovato nessuno ad attenderlo. Per carità, non proprio nessuno, visto che in Trentino rimarranno ad allenarsi i «nazionali» (arriveranno giovedì), quelli che per via della Confederations Cup hanno goduto di qualche giorno in più di riposo. Però era giusto che ad accoglierlo ci fosse soprattutto l’allenatore che domenica guiderà la squadra nell’amichevole contro il Nancy che, in onore di Michel Platini, si svolgerà a Joeuf.
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