Dal ritiro Juve i giovani De Ceglie e Motta convinti dai metodi. Spiega il mancino: "Col nuovo allenatore mi trovo meglio perché il suo gioco è più strutturato". Aggiunge l'ex romanista: "La fase di copertura deve essere un lavoro collettivo"
PINZOLO (Tn), 13 luglio 2010 - Domenica, nella prima uscita in amichevole, è stato tra i più positivi. Anzi, il migliore dei nuovi. Marco Motta ha già assimilato i movimenti che vuole Delneri, attentissimo nella prima settimana di ritiro alla fase difensiva. Il che non toglie che ai due esterni il tecnico chieda anche di spingere e contro i dilettanti trentini per l’ex udinese ha avuto gioco facile: cross, traversoni, cambi di fronte e persino un paio di tiri. Un buon esordio in attesa che si aggiungano lunedì gli altri difensori reduci dal Mondiale, Chiellini e il nuovo acquisto Bonucci, ansioso di mettersi al lavoro con la Juventus.
LAVORO DI REPARTO — “Sì, è andata bene - ha confermato Motta in mattinata a Telve Valsugana dove era ospite della festa della ciliegia -. Mi sono trovato subito a mio agio con i nuovi compagni”. Tra questi, alle sue spalle, c’è anche Storari, che dovrà sostituire Buffon operato di ernia del disco almeno fino a novembre in un reparto profondamente rinnovato dopo l’incredibile quantità di gol incassati nella scorsa stagione. “L’allenatore ci ha soprattutto chiesto di lavorare di reparto per quanto riguarda la fase difensiva”, spiega Motta. E De Ceglie, che gli fa da contraltare a sinistra, conferma: “Con Delneri mi trovo meglio perché il suo gioco è più strutturato”.
VOGLIA DI RISCATTO — Dichiarazioni scontate in questa fase della preparazione, oltretutto con un nuovo tecnico. Ma è vero che la difesa è il primo mattone a cui l’uomo di Aquileia - oggi assente da Pinzolo per partecipare ai funerali del genero - sta lavorando per l’edificio che intende costruire a Torino. Legrottaglie lo conosce bene dai tempi del Chievo e per lui rappresenta una certezza. Ora è ansioso di mettersi al lavoro con gli altri due centrali, Chiellini e Bonucci, per gettare le fondamenta. “Respiro un gran desiderio di riscatto in spogliatoio. C’è voglia di tornare a vincere”, racconta Motta che rivela di ispirarsi a Paolo Maldini: “Non solo per la classe mostrata in campo, ma per pure per la professionalità e la correttezza con cui si è sempre posto anche fuori”.
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